sabato 16 giugno 2012

Ricordando Marlene - Teatro Ghione (Roma)

Ilaria Guidantoni, Sabato 26 maggio 2012

E’ puro spettacolo, oltre i generi, il recital, lo spettacolo musicale, l’intrattenimento, con infiltrazioni della prosa, perfino della cinematografia…mentre l’improvvisazione conferma la bravura dei due artisti in scena. Marlene Dietrich è un’assenza ingombrante: non semplicemente un racconto, una rievocazione, una riproduzione. Siamo di fronte ad una reincarnazione per amore, the Quince con un prezioso tocco d’ironia. En travesti? Non solo. E’ qui la chiave dell’opera e la sua originalità.


Non Solo Comico & Studio 12 presentano
RICORDANDO MARLENE
torna in scena Quince, l’uomo che diventò Marlene
scritto e diretto da Riccardo Castagnari
al pianoforte Andrea Calvani
Premio Marius 2009 a Parigi come miglior spettacolo musicale dell’anno

Al Teatro Ghione di Roma una serata unica con Quince che riporta sulle scene “Marlene D. The Legend” per ricordare il ventennale dalla morte della grande Marlene Dietrich. Scritto e diretto da Riccardo Castagnari e interpretato da Quince, appunto, lo spettacolo è un gioco di scambi e disvelamenti interpretato da un quanto mai intenso Quince che, non è più un mistero, è il volto di scena che Riccardo Castagnari ha costruito undici anni fa per raccontare questa storia di Marlene divisa tra palco e vita. Al pianoforte Andrea Calvani (nel ruolo di Burt Bacharach) che cesella diciotto arrangiamenti da altrettanti indimenticabili successi, da La vie en Rose a Johnny da Lola a Lili Marlene, un bel tocco, una presenza discreta ma non solo di servizio alla voce. Riesce a non essere didascalia dell’interpretazione: la sorregge, la incalza, la anticipa, e dimostra la propria completezza quando prima dell’ultimo cambiamento d’abito di Marlene il palco è tutto suo. E lo governa bene.
Lo spettacolo compie quest’anno undici anni festeggiati con un tour che ha toccato, tra le altre città, Torino e Napoli. Nasce infatti nel 2001, per l’anniversario della nascita della Dietrich, che muore – ce lo dice lo stesso protagonista del recital - nel 1992, attraversando diametralmente il secolo scorso. Quella figura mitica che da un certo punto di vista sembra avvolta nella lontananza della nebbia della storia, diventa improvvisamente una figura dei giorni nostri. Certo, come si racconta verso la fine dello spettacolo, l’ultima parte della sua vita fu ritirata per i dolori alle gambe, una pena per contrappasso, per chi aveva puntato così tanto sui propri arti inferiori; diva fino all’ultimo nascosta agli occhi indiscreti e implacabili del pubblico.
Lo spettacolo è stato definito come “una delle interpretazioni più sorprendenti degli ultimi anni”. La critica francese lo ha apprezzato intimamente. Quello che da sempre ha infatti contraddistinto il commento comune di pubblico e critica è stato proprio l’apprezzamento della metamorfosi che l’attore compie per trasformarsi nel personaggio, tanto da non riuscire più a comprendere alla fine se stiamo applaudendo l’interprete o la stessa Dietrich. "La magie opère" ha scritto appunto la stampa francese.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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