lunedì 29 ottobre 2012

Donne Teatro, Premio di scrittura teatrale femminile 2012 - Palazzo Santa Chiara (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Domenica 28 Ottobre 2012

La scrittura teatrale femminile è universo prezioso ancorché in parte nascosto che un premio può contribuire a diffondere. Si scrive relativamente poco per il teatro e molto poco al femminile eppure la materia è ricca. Tredici edizioni del Premio di scrittura teatrale femminile lo dimostrano. L’edizione 2012 è multiforme ma se un fil rouge vogliamo trovarlo è il sentimento nella sua profondità, forza dirompente, talora dolorosa, pur sempre essenziale strumento rivelatore della vita. E’ l’amore il vero protagonista, quasi sempre legato alla sofferenza, con una declinazione quanto mai varia.


La cerimonia del Premio di scrittura teatrale femminile 2012, giunto alla tredicesima edizione, è stata ospitata per la seconda volta al Teatro dei Comici di Roma, nel cuore della città, tra Piazza Santa Chiara e il Pantheon, gioiello che ospita la cappella di Santa Caterina, recentemente restaurato per volontà di Gaetano Cuccurullo. Nel suo intervento di benvenuto ha evidenziato che l’occasione è stata anche l’inaugurazione del Club di cultura con sede nel teatro il sabato, domenica e lunedì per dar vita ad un salotto animato e aperto facendo vivere lo spazio a più livelli. 
Bianca Turbati, fondatrice e presidente del premio ha presentato i lavori e con orgoglio ha sottolineato nomi importanti tra le premiate delle precedenti edizioni, tra le quali Giuseppina Torregrossa (con Il conto delle minne) e la spoletina Virginia Virilli, in libreria da poco con Le ossa del Gabibbo (edito da Feltrinelli) e ringraziato la sponsor dell’edizione 2012, Renata Giunchi Palandri.

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Omaggio alla Bellezza - Milano, 29 ottobre 2012


Francis Bacon and the Existential Condition in Contemporary Art - Palazzo Strozzi (Firenze)


Eventi culturali
a cura di Ilaria Guidantoni
Domenica 28 Ottobre 2012

Dal 5 ottobre al 27 gennaio. Francis Bacon e gli ‘analisti’ della condizione esistenziale della contemporaneità, in particolare legati al mondo del Nord Europa e del Giappone, testimoniano una volta di più la lontananza dall’armonia, dall’ideale classico dell’arte anche dal punto di vista della fruizione. Qui protagonista è il dolore, il lato grottesco della vita che sembra quello dominante. Una lunga meditazione di sé, a partire dalla corporeità e dalla relazione quasi ossessiva tra l’individuo e la collettività – in Francis Bacon – o una testimonianza del proprio vissuto, emozioni, relazioni con gli altri. Non c’è un messaggio quanto una testimonianza appunto, talora crudele, dove l’adesione alla realtà non è lineare quanto surreale: anche la foto non è una copia più fedele di altre quanto una deformazione per l’occhio comune. La verità secondo l’io stando a quello che sentono questi artisti.

A Firenze, Palazzo Strozzi

Dal 5 ottobre 2012 al 27 Gennaio 2013

FRANCIS BACON AND THE EXISTENTIAL CONDITION IN CONTEMPORARY ART

NathalieDjurberg, Arian Ghenie, Arcangelo Sassolino, Chiharu Shiota e Annegret Soltau

Si scende di un piano dal bel cortile interno del Palazzo rinascimentale dedicato ad una delle più note famiglie fiorentine del tempo, per entrare in uno spazio a volte dai soffitti bassi: un contrasto metaforico che illustra il cuore della mostra, un’immersione attraverso il corpo (il nostro vestito esterno) all’interno del sé nelle viscere più profonde del reale quale vissuto, autentico e pertanto scabroso e deforme. L’allestimento è di grande respiro e raffinatezza: pareti bianche candide, un pavimento in resina grigio perla, tutto essenziale con le opere ben distanziate – sono lavori che hanno bisogno di spazio e intervalli – dove si lasciano parlare gli autori e raccogliere lo spettatore in una sorta di labirinto, ancora una volta allusivo.

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venerdì 26 ottobre 2012

Giuseppe Bisogno: l’attore allo specchio si racconta dietro le quinte


Interviste cultura e spettacolo
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Venerdì 26 Ottobre 2012

La vita di un attore corre su migliaia di chilometri e racconta nello spazio di pochi minuti, al massimo qualche ora, il lavoro del cantiere di una comunità che per un tratto di strada vive quasi come una famiglia. Intimità, per necessità e per virtù, sembra la parola chiave e un gioco di sguardi incrociati tra attori della stessa compagnia, e tra attori e registi che talora sono attori a loro volta, magari nello stesso spettacolo. Giuseppe Bisogno non ha dubbi: coinvolgersi e mettersi in gioco è l’unica strada percorribile. Il rischio della ripetizione come una routine? La musicalità lo reinventa ogni volta.

Ho già incontrato per questo spazio Giuseppe Bisogno e l’ho seguito nel cammino dell’ultima stagione teatrale, parlando di lui attraverso gli spettacoli che ha interpretato e, in un caso, con “Il gufo e la gattina”, che ha costruito, in occasione della sua prima prova registica. Ho deciso però di leggere l’attore con una chiave diversa, chiedendogli di mettersi davanti allo specchio, per raccontare cosa avviene dietro le quinte e sul palcoscenico al di qua del pubblico, per farci rivivere il testo e lo spettacolo come li vivono gli attori. Il suo percorso è scandito da almeno tre grandi registi con i quali ha lavorato, tre proposte, tre storie e tre esperienze nella sua memoria: Luca Ronconi, Marco Tullio Giordana e Michele Placido.


Cominciamo dall’inizio e dal tuo esordio ne’ “Gli ultimi giorni dell’umanità”. Che cosa è accaduto in quello spettacolo monumentale?

Per Ronconi l’ingrediente principale da portare in scena è la sottolineatura del testo, che una volta appreso va restituito come una sorta di partitura musicale. Questo significa che, se da una parte l’interpretazione è molto circostanziata e in un certo senso rigida – l’attinenza al testo è sovrana – dall’altra consente anche una grande libertà di esecuzione, proprio come un’aria lirica che ognuno fa vibrare a suo modo e ogni volta in maniera impercettibilmente diversa.

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mercoledì 24 ottobre 2012

Oblivion Show 2.0, Il Sussidiario - Teatro Sala Umberto (Roma)

Recensioni spettacoli teatrali/eventi 
Scritto da Ilaria Guidantoni    
Giovedì 25 Ottobre 2012  

Dal 23 ottobre al 4 novembre. Uno spettacolo a tutto tondo, spassoso dalla risata sana e sincera, acuta e mai volgare; liberatorio perché come il cinema d’epoca, che riprende nei titoli, non solo di coda, proiettati sul fondale del palcoscenico, esprime il sogno, l’evasione anche quando è satira dell’attualità; geniale per la poliedricità degli artisti, attori, cabarettisti, mimi, ballerini e molto altro e la capacità di stupire e far ridere con la musica, risorsa da veri virtuosi, oltre che grazie ad un’ampia conoscenza della melodia italiana.

Produzione Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Malguion srl
OBLIVION SHOW 2.0: Il Sussidiariodi Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli
regia Gioele Dix
musiche Lorenzo Scuda

A sipario chiuso come un carosello, poesia e reclame si mescolano invitando gli spettatori ad un gioco ironico nel quale all’inizio si crede come bambini incantati, trasportati nel giro di qualche minuto nel sogno… un po’ come Alice nel Paese delle meraviglie. Inizia così un viaggio rocambolesco di due ore senza sosta, nel quale si smarrisce la cognizione del tempo, trascinati dal ritmo che non perde una battuta del travestimento continuo. Uno spettacolo con risorse illimitate che si reinventa di continuo in un gioco di luci e costumi senza effetti speciali di ridondanza ma con una cura strepitosa e qualche effetto cinematografico che amplifica l’immedesimazione, come la proiezione del bosco con la tenda degli scout o la sigla luminosa del Burlesque che diventa Berlusque.

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"Gli anni di nessuno" di Giuseppe Aloe, finalista premio Strega 2012


Recensioni libri
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Mercoledì 24 Ottobre 2012

Scrittore anomalo, cosentino, in un momento storico che premia gli esordienti giovanissimi e i 'grandi nomi' da sempre. E' difficile rintracciare i parenti di questo autore che scrive da sempre ma che è arrivato gradualmente al successo. Ha pubblicato con costanza legandosi a Giulio Perrone, con il quale ha concorso al Premio Strega con "La logica del desiderio" e nel 2012 è stato finalista allo stesso Premio con "Gli anni di nessuno".

Paolo Di Paolo - critico letterario, consulente editoriale della casa editrice e da qualche tempo scrittore a sua volta - intervenendo alla presentazione alla libreria Feltrinelli della Galleria Colonna di Roma, ha evidenziato la difficoltà di apparentare la scrittura di Aloe ad altro eppure è una tendenza della critica. "La lingua di Giuseppe Aloe ha qualcosa di ipnotico ed e' forse questo il suo tratto caratteristico, costringendo il lettore a seguirlo, al di la' di qualcosa di eclatante nella trama". 
E ancora il moderatore sottolinea nel libro di Aloe un processo di recupero alla luce in parallelo tra la storia e il linguaggio: la storia è il cammino di una riabilitazione di un ragazzo chiuso segregato per anni in una stanza buia dal padre, dopo la morte della mamma. Un doppio trauma, quando il dolore diventa punizione. 

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Shades of Women, lo sguardo femminile sulla realtà che ci circonda - Teatro Due (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni
Mercoledì 24 Ottobre 2012

Immagini, sequenze scattate da donne, spesso su donne, uno sguardo impietoso sul dolore, testimonianza di un viaggio dentro la società senza sconti e senza compiacimento di genere. Un progetto ambizioso affrontato con grande umiltà e dedizione, senza grida, con la voglia di non dimenticare nessuno e di accogliere sguardi e voci. Una bella declinazione del teatro con l’incisività dell’azione e dell’immagine anche senza la tridimensionalità fisica.

Uno sguardo ruota sulla contemporaneità, perdendosi in giro per il mondo e fermando l’immagine, cristallizzata, per trasportarla dentro chi guarda e scavarne la coscienza. Questo in sintesi quello che mi sembra il messaggio della seconda edizione di “Shades of Women”. Una serata dedicata al femminile, un progetto tra arte e teatro, alla seconda edizione ideato e curato dalla fotografa romana Ilaria Prili che ho incontrato nel cortile del Teatro Due durante l'aperitivo.
Dopo il successo della prima edizione nella scorsa stagione teatrale e la partecipazione a importanti eventi estivi come il Festival dei Due Mondi di Spoleto, torna nella cornice del Teatro Due di Roma “Shades of Women” che lunedì 22 ottobre inaugura la serie di cinque serate dedicate al mondo della fotografia al femminile. Alla curatrice abbiamo chiesto come sia nata l’idea. 
“Il direttore del Teatro Due di Roma, Marco Lucchesi, la scorsa stagione ha visto un mio lavoro, ha scelto di inaugurare con me la stagione; quindi mi ha proposto l’idea di dedicare il lunedì, serata di chiusura del teatro, a degli incontri a tema. Dato che c’era già una rassegna teatrale al femminile, ho lavorato in armonia selezionando il lavoro al femminile di fotografe. L’aspetto più faticoso è stato il lavoro di esclusione”. 

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lunedì 22 ottobre 2012

A Parigi Mostra "25 anni di creatività araba"



Parigi, Institut du Monde Arabe - fino al 3 Febbraio 2013

John Gabriel Borkman - Teatro Eliseo (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni
Domenica 21 Ottobre 2012

Dal 16 ottobre al 4 novembre. Il teatro classico come non si vedeva da tempo, dove è il testo a condurre l’azione e a definire la scena nella sua profondità, con tutto il dolore, il pessimismo acido, violento del norvegese Ibsen, seppur composto ed elegante anche nell’urlo. La regia di Piero Maccarinelli è altrettanto elegante e conduce gli attori, bravi tutti, ben calati nel ruolo, senza eccessi e protagonisti. Anche i personaggi noti non sono star ma fanno parte di un tutto, perché è nell’armonia che si apprezza l’orchestra.

Produzione Artisti Riuniti in collaborazione con Teatro Eliseo presenta
 
JOHN GABRIEL BORKMAN

di Henrik Ibsen 

nuova traduzione di Claudio Magris

regia Piero Maccarinelli

con Massimo Popolizio, Lucrezia Lante della Rovere, Manuela Mandracchia e Mauro Avogadro
e con Alex Cendron, Ilaria Genatiempo e Camilla Diana
scene 
da un’idea di Carlo De Marino
costumi di Gianluca Sbicca

luci di Umile Vainieri

musiche di Antonio Di Pofi

Un testo profondo, scuro, buio in certi tratti, nel quale i dialoghi pesano le parole. E’ il grande nord gelido, della follia cupa che il gelo stesso ucciderà. Dopo anni di reclusione carceraria prima, forzata poi al primo piano della propria casa, al protagonista, il banchiere con talento musicale John Gabriel Borkman (ne veste i panni Massimo Popolizio), una passeggiata nel bosco si rivelerà fatale e la scena chiuderà e ricomporrà l’astio antico, con un’icona laica delle due sorelle gemelle finalmente per mano – in segno di riconciliazione – appoggiate al solo uomo che entrambe abbiano amato e mai posseduto fino in fondo. 
L’amore morboso dell’una e vittimistico dell’altra, soccombono di fronte alla crudeltà cinica di chi è incorso in un fallimento grave trascinando alla rovina la propria famiglia. 

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domenica 21 ottobre 2012

La poesia che serve, quando comporre diventa un evento moderno - Benny Nonasky e le poesie di “Imagenes Tràsmundo”

Eventi culturali
a cura di Ilaria Guidantoni
Sabato 20 Ottobre 2012
 

Alla libreria Odradek di Roma presentato “Imagenes Tràsmundo”, raccolta di poesie di Benny Nonasky, pubblicata da Albeggi Edizioni, un viaggio nel mondo del dolore, del sotterraneo attraverso la poesia di impegno civile, “la poesia che serve” com’è stata ribattezzata dalla casa editrice. Insieme al giovane poeta calabrese Benny Nonasky: Marco Ansaldo, il giornalista inviato speciale di politica internazionale de’ “La Repubblica” che ha condotto l’incontro; il senatore Francesco Ferrante, vice presidente della Fondazione Integra/Azione; e l’attrice mantovana Anna Rita Chierici.

Marco Ansaldo, introducendo la chiacchierata con letture della raccolta, ha sottolineato come il giovane poeta, venticinquenne, in un’Italia senile, sia già presente nelle antologie, nazionali e internazionali, un fatto che era già successo al cantautore De André. Può destare qualche preoccupazione – mantenere lo standard – e certamente è un augurio.
La prima curiosità è sul titolo che, ha spiegato l’autore, è una traslitterazione dallo spagnolo che fa riferimento alla sua raccolta di componimenti precedenti e allude all’andare oltre le trasparenze. La seconda domanda è sul respiro internazionale, non frequente in Italia e per giunta in un uomo che viene dalla Calabria.

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Gallerie d’Italia a Milano, da Canova a Boccioni - Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo

Recensioni spettacoli teatrali/eventi 
Scritto da Ilaria Guidantoni    
Sabato 13 Ottobre 2012


Una chicca nascosta nel cuore di Milano. Un gioiello raccolto in un palazzo settecentesco all’interno di un altro edificio ottocentesco. Inimmaginabile all’esterno, è la scoperta di un mondo fiabesco di stucchi e affreschi. Il percorso dell’arte italiana, principalmente milanese e lombarda, da Antonio Canova ad Umberto Boccioni. Se dovessi scegliere un tema per dare un titolo direi luce, non banalmente intesa come luminosità ma la ricerca dell’effetto luce, nelle sfumature infinite, insolite, alla quale anela il grande nord. Altra singolarità la scenografia di Milano, non così fortemente protagonista dell’arte come altre città e luoghi ritenuti dai più suggestivi per antonomasia. Una collezione originale e di grande raffinatezza.
Le Gallerie d’Italia, inaugurate il 3 novembre 2011, a due passi da Piazza Scala sono ospitate nelle sale del Palazzo Anguissola, edificio settecentesco di grande pregio, uno degli esempi più insigni del neoclassicismo milanese e negli ambienti ottocenteschi del contiguo Palazzo Brentani. Si tratta di un’oasi nel centro della vita istituzionale, culturale e mondana della capitale del nord tra il Teatro alla Scala e il Museo Poldi Pezzoli; a portata di mano dalla Galleria e lo shopping di Montenapoleone; a pochi passi da Palazzo Marino e da alcune chiese significative della città. Il restauro ha conservato gli splendidi pavimenti in graniglia decorati e i soffitti, un vero spettacolo tra stucchi e affreschi, di grande ricchezza e relativa sobrietà.

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venerdì 19 ottobre 2012

Fondazione Valenzi - martedì 23 ottobre ore 17 spettacolo teatrale "Il Casalese"


“Il Casalese” di Riccardo De Luca

con Annarosa Confuorto, Milena Cozzolino, Elisabetta De Luca, Roberta De Pasquale, Gennaro Maresca, Annalisa Renzulli e Michele Romano

L'adattamento teatrale "Il Casalese", del regista Riccardo De Luca è ispirato al libro “Il Casalese – ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di lavoro”, volume che ricostruisce la vicenda politica e giudiziaria del parlamentare Nicola Cosentino.
La rappresentazione vuole esserne una rilettura, secondo gli schemi tipici del teatro, che sottolinea i tratti grotteschi e surreali di una vicenda ove, secondo le parole del regista: “attraverso lo sbeffeggio, lo sberleffo, il commento, in questa performance, prendiamo i personaggi e li poniamo come nudi, come a casa, fuori dal paludamento protettivo delle dichiarazioni ufficiali”.

Martedì 23 Ottobre alle ore 17:00 
presso la sede della Fondazione Valenzi al Maschio Angioino
Ingresso libero 


giovedì 18 ottobre 2012

Dal foyer del Teatro dei Conciatori - Conversando con Antonio Serrano


Interviste cultura e spettacolo
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Giovedì 18 Ottobre 2012

Una passione per il teatro a trecentosessanta gradi, che inizia dall’ingresso fino a dietro il palcoscenico. Il teatro è una metafora della vita, quindi un tutto, dal testo ai camerini: al centro l’attenzione per la drammaturgia contemporanea e in particolare il mondo del sociale legato all’attualità. E soprattutto un sodalizio, quello con Gianna Paola Scaffidi, che dura dal 1989. Perché il teatro è anche questo: coltivare insieme un sogno, ché ha maggiore possibilità di diventare realtà.

In occasione dell’anteprima di “Shameless” ho avuto l’occasione di un incontro e una chiacchierata con Antonio Serrano, regista leccese, direttore del nuovo teatro dei Conciatori – nel cuore del quartiere Ostiense – nonché impresario insieme all’amica Gianna Paola Scaffidi, attrice oltre che di teatro, di cinema.

Gli abbiamo chiesto com’è nata l’idea di questo spazio, perfino un po’ riduttivo chiamarlo teatro.
«E’ una lunga storia – esordisce sedendosi su un divanetto a elle blu, dall’aria un po’ retrò – e risale all’incontro con Gianna Paola nel 1989 nel Teatro al Borgo che ora non c’è più, uno spazio che dirigevo. All’epoca lei debuttava a teatro, dopo aver ricoperto ruoli cinematografici e aver fatto pubblicità. C’è stato subito un grande feeling, solo che ci siamo rincorsi per anni, perché quando ero libero io non era il momento per lei e viceversa».
Poi cos’è successo? «Era il 1995 e scrissi un testo per lei il cui titolo originario era “Scacco alla regina”, poi diventato “Vincoli” e le dissi proprio così: “Ora o mai più” ed eccoci qui».

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Shameless - Teatro dei Conciatori (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Giovedì 18 Ottobre 2012

Dal 16 al 28 ottobre. Senza vergogna, senza pudore. Peggio senza rispetto per se stessi, cominciando a infrangere le convenzioni sociali. Se messo alle strette l’uomo cala la maschera ed esce il lato ‘nero’, anzi ‘vero’ secondo il regista. Ed è proprio quello che interessa mostrare al regista in modo impietoso in questa macelleria di coppia, in gioco doppio e incrociato. Bravi gli interpreti. Non c’è che dire. Il tema non è nuovo ma è reso in modo appropriato: ruoli ben ritagliati sugli attori, lavoro di fino sull’espressività corporea, composizione scenica originale. La trovata rispetto a quello che potrebbe richiamare un d’après Carnage o la francese “Cena tra amici”, ma anche molti autorevoli soggetti cinematografici, è costituita dalla fiaba iniziale in quattro micro episodi che introducono i personaggi. Distorta e senza lieto fine…come la vita – sembra dire il regista – e ce ne dobbiamo fare una ragione.

SHAMELESS 
scritto e diretto da Alessandro Catalucci

con Alberto Querini, Tania Benvenuti, Livia Saccucci

Shameless. Da una parte ci sono le convenzioni sociali, dalla famiglia al lavoro, con tutti i corollari - successo, potere, denaro – e l’amicizia; dall’altra il sentire intimo che rovescia i bicchieri sul tavolo fino ad arrivare nel ridicolo; peggio, nel grottesco di una tragicommedia. L’uomo quando si guarda dentro attraverso lo specchio degli altri, scopre il marcio che gli fa orrore ed è per questo che si accanisce sul prossimo. Solo pochi – Anna nella pièce – cercano di uscire da questa logica dell’homo homini lupus per difendere ideali di pace, che sia la causa del Darfur o altro poco importa. Solo che a volte i paladini della giustizia usano la bandiera dei valori per salvarsi, come l’avvocato cinico fa notare in modo spietato mettendo a nudo il fatto che le donne che difendono il mondo non piacciono agli uomini. Terribilmente vero. 

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domenica 14 ottobre 2012

Maria Francesca Palli: se il teatro è come l’aria, perché è semplicemente la nostra quotidianità

Interviste cultura e spettacolo 
Scritto da Ilaria Guidantoni    
Venerdì 30 Marzo 2012

Una ragazza acqua e sapone che trasuda entusiasmo e si definisce una ‘donna della quotidianità’ per raccontare la propria spontaneità: un misto di freschezza e determinazione. Il teatro? Un bisogno primario senza il quale le manca l’aria ma non vuole preclusioni rispetto ad altre arti.

Cominciamo dall’ultimo tuo lavoro. Quando lo vedremo?
Ho recitato in “Psyco&Love” di Mattia De Pascali per il Festival degli Horror che si terrà a settembre-ottobre prossimi ma le riprese sono state lo scorso settembre. E’ un thriller senza splatter: la storia di una violenza nella quale io interpretavo la vittima e Antonio Calamonici il carnefice. Un bravo attore che mi a permesso di sentirmi a mio agio anche nelle scene di intimità.

Hai già qualcosa in programma?
Sì e sarà in scena prima dell’altro lavoro. Parteciperò alla rassegna di corti teatrali “Nudanima” con la compagnia della quale faccio parte ‘Come dove quando’ che si terrà a giugno per due settimane. Io sarò in scena il 2 giugno e avrò un quarto d’ora per presentare la rassegna. Ho scelto di recitare alcune poesie della polacca Wislama Symborska, dato che amo molto la poesia.

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Katiuscia Magliarisi: un’artista oltre le arti

Interviste cultura e spettacolo 
Scritto da Ilaria Guidantoni    
Lunedì 19 Marzo 2012
 


Una donna di comunicazione, giornalista, artista “trasversale” e “integrata”, convinta nel superamento delle etichette e dei confini, nella vita come sul palcoscenico. Da sempre residente in metropoli, Milano, Londra, Roma, sta pensando ad una fuga ‘rurale’ magari temperata da incursioni urbane. La scrittura è per lei strumento, forma e arte di servizio all’arte per la capacità di attivare connessioni e decodificare la realtà.

Ho incontrato Katiuscia in occasione dell’inaugurazione della mostra 365D e della presentazione del catalogo 365D, Trecentosessantacinque giorni da donna, alla Centrale Montemartini di Roma, alla vigilia dell’8 marzo, essendo anche questa artista un volto del libro e un autrice di un racconto. Lasciando a chi lo desidera il piacere di scoprirla, la sua pagina è già un biglietto da visita in qualche modo negato. Non ama fare dichiarazioni raccontandosi in termini programmatici, piuttosto predilige farsi scoprire attraverso la molteplicità della sua espressione artistica.

Qual è l’ultimo spettacolo nel quale hai lavorato?
Tra gli ultimi lavori citerei anzitutto “I visitatori” del quale sono stata autrice, regista e interprete insieme a Giulia Telli e Walter Romeo (che ha curato la realizzazione dei video, veri e propri cortometraggi)f, realizzato per il Magnifico Festival di Coccore: la storia di due donne nella cui vicenda intervengono altri personaggi e nella quale la fantascienza incontra la cronaca becera locale. Un esperimento ben riuscito di video teatro e teatro di parole, nel quale domina la mia ricerca di sintesi tra le arti. Con piacere ricordo anche lo spettacolo per il quale ho curato scene e costumi, “Lucido” dell'argentino Rafael Spregelburd, portato in scena dalla compagnia Costanzo/Rustioni: premio UBU 2011 come miglior novità straniera.

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venerdì 12 ottobre 2012

Continuando la passeggiata

Angelo Inganni, il Naviglio da Ponte San Marco

Angelo Inganni, Vista di Piazza Scala sotto la neve cadente



Milano, Gallerie d'Italia, Palazzo Anguissola e Palazzo Brentani

A Milano nel cuore della città a due passi da Piazza Scala ha aperto il nuovo museo dell'Ottocento lombardo, una vera sorpresa.

Qualche immagine racconta una passeggiata nel tempo.

giovedì 11 ottobre 2012

Push Up - Teatro Filodrammatici (Milano)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Giovedì 11 Ottobre 2012 

Dal 9 al 28 ottobre. Spintarelle, troppo banale e allora meglio lasciare l’ambiguità del titolo inglese. E’ un andare in alto, un moto perpetuo fatto a scatti, sobbalzi sempre con il rischio di precipitare giù, sostenuto dalla frenesia dell’ambizione ad un costo altissimo. Uomini e donne ostaggi dell’azienda e prima di tutto di loro stessi, aggressivi, freddi e sicuri in pubblico; dolorosamente insicuri e pieni di manie nel proprio intimo. La regia sapiente e frizzante rende originale un argomento del quale conosciamo molte variazioni su tema, mobbing, esuberi e soprusi, ma anche ambizione spinta all’eccesso che, seppur di grande attualità, potrebbe diventare banale. E’ teatro, anzi cinema, quindi sogno che non resta attaccato alla cronaca o al talk show – che di televisione in teatro se ne vede troppa negli ultimi tempi – grazie ad un’alternanza ben dosata e innovativa tra dialogo serrato e monologo con il pubblico, un dietro le quinte, un commento narrato in parallelo. Bravi gli interpreti, tutti. Un’ora e mezzo senza sosta. Vola…senza sfumare come il sogno di dirigere la sede di Nuova Delhi, oggetto del contendere dei dipendenti di un’azienda.

Produzione Teatro Filodrammatici presenta in prima nazionale
PUSH UP 1-3

di Roland Schimmelpfennig 
traduzione Umberto Gandini
con Michele Maccagno, Emanuela Villagrossi, Vanessa Korn, Tommaso Amadio, Marta Belloni, Michele Di Giacomo

scene e costumi Erika Carretta
disegno luci Andrea Diana
assistente scene e costumi Eleonora Rossi

assistente tecnico Alice Manieri

assistenti regia Filippo Renda, Giuseppe Salmetti

regia Bruno Fornasari

Debutta in Prima nazionale al Teatro Filodrammatici di Milano Push Up 1-3 di Roland Schimmelpfennig per la regia di Bruno Fornasari, in scena dal 9 al 28 ottobre 2012. La scelta è caduta su uno scrittore di punta della nuova drammaturgia tedesca che mescola iperrealismo da cronaca all’espressionismo del solipsismo ossessivo e dell’incomunicabilità senza conflitto della dimensione sociale. Sul palco Michele Maccagno, Emanuela Villagrossi, Vanessa Korn, Tommaso Amadio, Marta Belloni e Michele Di Giacomo.

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lunedì 8 ottobre 2012

Donne e Teatro - Premio di scrittura teatrale femminile 2012 (XIII edizione)

Venerdì 26 ottobre ore 17.00
Teatro Palazzo S.Chiara
Piazza S.Chiara 14, Roma


Asiatica FilmMediale - MACRO La Pelanda

"TAXI SANA'A" del regista libanese Hady Zaccak, presso LA PELANDA al MACRO TESTACCIO, Piazza Orazio Giustiniani a Roma in concorso al Festival ASIATICA di film e documentari, fino al 13 ottobre.La proiezione alle 20.00, lunedì 8 ottobre 2012
sito web

giovedì 4 ottobre 2012

Sorelle d’Italia - Teatro Sala Umberto (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Giovedì 04 Ottobre 2012

Dal 2 al 14 ottobre. Avanspettacolo, cabaret, teatro musicale, una contaminazione che al di là dei generi rivela la passione di due artiste ‘complete’ che sanno tenere la scena, divertendo in modo spassosamente irriverente, dove finalmente il riferimento pungente all’attualità è svelato attraverso il sogno. Altrimenti che differenza c’è tra teatro e vita? Originale e di grande professionalità la scelta degli arrangiamenti musicali, il lavoro sui testi con traduzioni surreali, la fusione in cocktail mai assaggiati di testi tradizionali tra nord e sud, scorrazzando tra gag del teatro napoletano, pezzi celebri, ninne nanne e canzoni d’autore. Chi l’ha detto che l’intrattenimento non abbia una sua profondità?

You Night’d Artistz presenta 

Isa Danieli e Veronica Pivetti in

SORELLE D’ITALIA
Avanspettacolo fondamentalista  

drammaturgia originale di Roberto Buffagni

direzione musicale di Alessandro Nidi

regia Cristina Pezzoli

I Fratelli d'Italia dell'inno nazionale trovano una declinazione al femminile alla Sala Umberto. E' la volta di "Sorelle d'Italia": in scena due attrici rivali che in camerino si confrontano, si fronteggiano, si punzecchiano: sono Veronica Pivetti, simbolo del nord, della Milano operosa e un po’ snob, e Isa Danieli, nata e cresciuta alla scuola napoletana di Eduardo De Filippo, come rivela con orgoglio più volte in scena alla compagna. Una formazione più spiritosa, cabarettistica, musicale la prima; teatrale, la seconda, dove comicità e dramma si fondono nell’amarezza superstiziosa e canzonatoria dell’anima napoletana che alterna momenti di spirito popolare a venature di struggente romanticismo. Le due figure si integrano perfettamente anche per il physique du rôle che le caratterizza e le distingue. 

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martedì 2 ottobre 2012

Il Gufo e la Gattina - Teatro Trastevere (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Martedì 02 Ottobre 2012

Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Trastevere dal 20 al 23 settembre, dal 27 al 30 settembre e dal 4 al 7 ottobre. Debutto riuscito alla prima prova registica per Giuseppe Bisogno, che sceglie una commedia brillante, con una sua storiografia consolidata, assente però da qualche anno dai palcoscenici. Buono il lavoro sugli attori che superano la prova di un dialogo serrato. In scena un crescendo a partire dall’inizio, appena un po’ gridato, quindi l’accento sul testo. In evidenza la limatura di adattamento, frutto di sintesi a vantaggio dell’incisività e dell’ironia che rivela una vena ritmica del regista. Divertente e gradevole la scelta del gioco di luci e ombre.

IL GUFO E LA GATTINA

di Bill Manhoff
con Luca Lampronti, Gabriella Petti, Doriano Rautnik
regia di Giuseppe Bisogno
assistenti alla regia Annabella Calabrese e Veronica Loforese
scene di Luigi Petti 

consulenza musicale di Maurizio Surico 

audio e luci di Pietro Frascaro

La scelta è una commedia brillante, originale non tanto per il soggetto - una coppia, la modalità di incontro, il tema della dialettica attrazione-repulsione tra due persone, almeno in apparenza, tanto diverse - quanto per l’analisi della dinamica del rapporto, con lieto fine per nulla scontato, uno scavo psicologico sottile e un testo che merita attenzione sotto la scorza del gioco della leggerezza. 
Il regista si appoggia bene con il suo lavoro sulla parola e costringe ad una maratona i due attori che tengono la scena senza sosta un’ora e venti – appena interrotta da una comparsa che gioca poche battute – asciugando via via i loro gesti, grida e schiamazzi, per concentrarli su loro stessi. Il dietro le quinte trapela bene anche a chi, come me, non conosceva l’originale, segno che lo sforzo è riuscito.

La recensione integrale dello spettacolo su Saltinaria.it

lunedì 1 ottobre 2012

WAKE UP! - bagliori dalla primavera araba


WAKE UP! - bagliori dalla primavera araba

4 ottobre 2012 ore 19.30

Produzione Teatro di Roma
ingresso libero
è necessario prenotare al numero 06.684000346
oppure alla e-mail promozione@teatrodiroma.net

Saranno sei ‘corti’ teatrali curati dagli stessi autori o da giovani attori, a dare vita a una serata a ingresso libero dedicata alla Primavera araba e alle risonanze che questa ha avuto nel nostro Paese.
Le letture/performance, della durata di circa 15 minuti, accompagnano un ricco programma di incontri, laboratori, seminari e prove aperte dedicato a studenti e allievi attori.
Il progetto è la naturale prosecuzione del lavoro svolto con l’Unione dei Teatri d’Europa e il Naunynstrasse Ballhaus di Berlino per il Festival “Voicing Resistance”, dedicato alla protesta nel Mediterraneo e alla cosiddetta Primavera araba.

I sei testi sono infatti stati scritti su richiesta del Teatro di Roma per ‘Wake up!’, la sezione del festival dedicata agli autori europei.
Maledetta primavera di Enrico Castellani è il testo selezionato dal Teatro di Roma che, tradotto in lingua tedesca dal Goethe Institut, è stato presentato a Berlino a giugno insieme ai testi del Teatro Habima di Tel Aviv, del Teatro Nazionale della Grecia del Nord, del Teatro Garibaldi di Palermo, del Teatro Nazionale di Atene e dello Shauspielhaus Graz.

Il Mediterraneo di Pedro Cano, sipario invisibile e protagonista della storia


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Domenica 30 Settembre 2012

Ai Mercati di Traiano in mostra le opere di Pedro Cano, un itinerario per raccontare il Mediterraneo. Delicatezza è la cifra della pittura dell’artista spagnolo Pedro Cano, amante del Mediterraneo, soprattutto nelle pieghe nascoste, una seduzione di sfumature e una ricerca tesa a svelare il mistero. In un mondo dell’arte che esibisce ed aggredisce, questo artista non ha i colori violenti del mare nostrum, quanto l’occhio vigile e intenerito sull’incresparsi dell’acqua. Una pittura, delicata, di scuola, curata pur nel non finito, il cui fiore all’occhiello è rappresentato dalle inquadrature, dalle sezioni, con lo zoom aperto sul particolare, sull’angolo nascosto. Il dettaglio è l’originalità.

L’esposizione propone un viaggio attraverso nove città raccontato da 54 opere in esposizione. E’ la mostra “Mediterranea. Pedro Cano” – alle spalle trentatremila visitatori nei due mesi di permanenza a Cartagena (Murcia, Spagna) - ospitata ai Mercati di Traiano dal 28 settembre 2012 al 13 gennaio 2013, promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, un percorso della memoria in cui Pedro Cano rappresenta tutti i colori, la storia e i segreti di un Mediterraneo, sipario invisibile del suo viaggio dell’anima.
La mostra è affiancata da un percorso di attività, condotte in sette giornate dallo stesso artista, iniziando dal 29 e 30 settembre, Giornate Europee del Patrimonio. In questi sette appuntamenti Pedro Cano accompagnerà i visitatori in percorsi guidati, mostrerà ai bambini l’arte del colore e della forma. Tutto per rendere ancora più coinvolgente la fruizione del percorso espositivo.
Il percorso di Cano si snoda attraverso tre isole, Maiorca, Patmos, Sicilia e sei città – Alessandria, Cartagena, Istanbul, Napoli, Spalato, Venezia – per un viaggio individuale dell’artista alla ricerca della propria storia in un gioco di affetti e ricordi selezionati.

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Al via il Festival della Letteratura di Viaggio - il racconto del mondo attraverso Letteratura, Geografia, Cinema, Musica, Fotografia e Giornalismo


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Domenica 30 Settembre 2012

Al via a Roma una tre giorni dedicata al tema del viaggio declinato in vari modi, con incontri ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. La direzione artistica è di Stefano Malatesta, direttore scientifico, e di Antonio Politano, curatore del programma, mentre gli incontri sono coordinati da Giovanna Zucconi. I luoghi ormai tradizionali di questo percorso che si ripete annualmente dal 2008 sono il Palazzo delle Esposizioni e Villa Celimontana. La prima tappa apre con una mostra sull’Afghanistan, protagonista insieme alla Giordania dell’edizione del 2012.

OBIETTIVO AFGHANISTAN,
 LA TERRA OLTRE LA GUERRA

un progetto di DIALOGANDO da un’idea di Donata Pacces e Nicola Minasi
a cura di Riccardo Venturi
sostenuta da Società Geografica Italiana, Federculture, Consiglio Regionale del Lazio ed Enel
Palazzo delle Esposizioni, Spazio “Fontana”, via Milano 13, Roma
Periodo espositivo: 28 settembre - 29 ottobre 2012

L’idea parte ancor prima della costituzione dell’Associazione Dialogando, nata per la promozione del dialogo interculturale, con la volontà di dar vita ad un “controcanto” afgano, rispetto al quotidiano, alla miriade di notizie spesso stereotipate, banalità senza emozioni. La mostra non trasmette tesi ma emozioni; non fa scelte pre-selezionate, ma coglie con uno sguardo dall’interno una realtà a trecentosessanta gradi. E’ la vibrazione quello che si avverte allo sguardo. Ho l’impressione di una foto non didattica, ben oltre il giornalismo che è nella migliore delle ipotesi informazione autentica ma sempre soppesata, orientata, filtrata, prima che vissuta. Questa mostra nasce dalla passione di tre italiani per questo paese, per ragioni diverse. Donata Pacces non ci è mai stata; Minasi è stato per tre anni il vicario dell’Ambasciatore italiano e Venturi è un fotoreporter.

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