venerdì 29 marzo 2013

Ali Hassoun, tra calligrafia e figurazione. Due mondi che si incontrano nella rivolta


Giovedì, 28 Marzo 2013 Ilaria Guidantoni

Quando l’arte mediorientale incontra la figurazione rinascimentale, così si scopre la vocazione di Ali Hassoun, libanese approdato in Italia a Siena e oggi cittadino italiano milanese di adozione. Una vita alla ricerca della sintesi, tra calligrafia della tradizione mediorientale e la centralità dei volti e del nudo dell’arte italiana, nata dalla visione della Cappella Sistina. Una vita spesa per la ricerca del sacro, oltre la confessionalità e oggi l’attenzione forte alle persone, della strada e della porta accanto, in rivolta, in movimento, nella scintilla del cambiamento, soprattutto sulla scorta di quanto sta avvenendo nel mondo arabo. “Perché i volti e i gesti non sono solo l’involucro esterno: raccontano l’anima della gente ed è questo che mi interessa”.

Ci siamo incontrati nel suo studio di Milano dove sta mettendo a punto gli ultimi dettagli per la mostra antologica di Pontedera che si terrà presso il museo Piaggio (ne abbiamo dato una breve anticipazione), “Il POPolo vuole…”, il cui titolo voluto dallo stesso artista è un manifesto che segna un nuovo periodo produttivo, rivolto all’attualità. L’esposizione, in programma dall’11 maggio al 22 giugno prossimi, sarà inaugurata per la stampa il giorno 10 maggio. La mostra è curata da Luca Beatrice che ha diretto la Biennale di Venezia nel 2009.

“Questo appuntamento – ci ha raccontato Ali Hassoun – rappresenta il parto di un lungo processo iniziato con il mio lavoro per il Palio di Siena del 2010, il ‘Drappellone’ per la celebrazione dei 750 anni dalla battaglia di Montaperti”. 

L'intervista integrale su Saltinaria.it

Editoriaraba

Immagini e gaffe (marocchine) dal Salone del libro di Parigi

Lo scorso fine settimana a Parigi è stata la volta del Salone del Libro. Molti erano gli editori e i paesi arabi presenti alla Fiera con i propri stand e l’inarrestabile corrispondente parigina di editoriaraba, Annamaria Bianco, era lì a fotografarli e, soprattutto, a selezionare qualche titolo interessante.
 
Sul blogo di editoriaraba si trovano diverse immagini.
 
 
La fiera del Libro di Sharjah, EAU
La fiera del Libro di Sharjah, EAU

 
 
 
 
 
Il Marocco è stato vittima di una gaffe involontaria: come potete vedere dalla foto, apparsa un po’ ovunque su Facebook, c’è un errore di ortografia piuttosto grossolano nella dicitura “Éditeures marocains”.
DSC00012
L’incidente ha provocato molta ilarità tra gli internauti: un titolo su tutti recita: Il Marocco si rende ridicolo al Salone del Libro di Parigi, con tanto di commenti sottostanti che ironizzano sull’errore e sul…francese, tanto che la questione ha rischiato di divenire nazionale (su yabiladi trovate altri articoli sulla vicenda).
Non deve averla presa molto bene il Governo marocchino, visto che oggi è apparso un comunicato stampa ufficiale a firma del Ministero della Cultura marocchino – dipartimento del libro (che io ho trovato su Facebook) che così dice:
A la suite de la publication sur le réseau internet d’une photographie de l’enseigne du stand du Maroc au dernier Salon du Livre de Paris, comportant une erreur grossière (« éditeures marocains »), la Direction du Livre du Ministère de la Culture du Maroc tient à apporter les précisions suivantes :
1/ Cette enseigne a été conçue et réalisée par les soins des organisateurs français du Salon du Livre de Paris, sur la base d’un BAT (bon à tirer) qui nous a été soumis, avec cette même erreur, et que nous avons immédiatement rectifié et transmis aux organisateurs.
2/ Plusieurs heures avant l’ouverture du Salon, M.Retnani, en sa qualité de représentant des éditeurs marocains, a tenté, avec toute l’insistance nécessaire, de convaincre les organisateurs du Salon d’enlever ladite enseigne et de la rectifier. Malheureusement, ces derniers, pour des raisons techniques, n’ont pas répondu favorablement à cette demande.
De ce fait, la Direction du Livre du Ministère de la Culture, tout en s’excusant auprès des visiteurs du Salon de Paris, tient à souligner qu’elle ne porte aucune responsabilité dans cet incident qui a nui au professionnalisme des éditeurs nationaux et à l’image de marque du Maroc.
Per fortuna molto presto il Marocco e le case editrici marocchine potranno rifarsi del danno di immagine subito: oggi apre la Fiera dell’editoria e del Libro di Casablanca.
Ne parliamo in una prossima puntata, spero anche grazie a qualche testimonianza direttamente dal Marocco, inshallah!

Torna a Roma "Donne argentine in fondo al mare"

Donne argentine in fondo al mare
torna in scena nella sua versione originaria o quasi....
in una serata dedicate alle luci e le ombre dell'Argentina
IL CENTRO CULTURALE POPOLARE DEL TUFELLO
IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO DONNA LI.SA
con il Patrocinio di Amnesty International
presentano

DONNE ARGENTINE IN FONDO AL MARE
DI DANIEL FERMANI
CON GIOVANNA BERARDINELLI, LAURA SALES E SARA SEBASTIANI
MUSICHE ESEGUITE DAL VIVO DI ANDREA BILOTTI
“Quello che eravamo ormai non siamo. Donne fummo. Ora rami secchi. La’ in un paese dove il sole non tramonta avevo la mia casa Guardare potevo da ogni finestra che infinito l’orizzonte prometteva giorni e giorni di luce per me
Per i miei figli
Per tutti quelli che amavo”
Donne argentine in fondo al mare, del drammaturgo italo argentino Daniel Fermani, affronta uno dei drammi più sconvolgenti della violenza politica e della disumanità degli uomini L’opera andrà in scena sabato 6 aprile alle ore 21.00 presso il CCP Tufello, Via Capraia 81, Roma con Giovanna Berardinelli, Laura Sales, Sara Sebastiani e Andrea Bilotti alla chitarra.
Lo spettacolo scritto dall'autore italo-argentino Daniel Fermani, e rappresentato in Italia da più di quattro anni, è un testo al femminile.
Tre donne gettate dagli aerei in corsa durante la dittatura argentina sono ormai parte del fondale dei fiumi...legate, quasi prive della propria corporeità, un tempo parte essenziale della loro vita, sono diventate solo pensiero, ricordo... Le donne-sirena raccontano la loro vita in quei giorni atroci della dittatura argentina; raccontano del loro corpo, delle violenze subite, dei balli con i soldati, dei vestiti indossati, delle percosse, del parto, del rapimento dei loro bambini, della musica che evoca il tempo passato, della droga? Nulla sfugge ad un autore intenso come Fermani circa l'universo femminile in una situazione difficile e disperata come quella del 1976-82 in Argentina presso l'ESMA.
Ai paesi ricchi e belli, piccoli, grandi di ambizioni, quelli che ci hanno colonizzato, e poi ci hanno sfruttato, e poi ci hanno ammazzato. Ma sono cosí pieni d’opere d’arte Sai quanto mi piacerebbe andare in Vaticano Perché mi hai picchiato? Lo so non devo bere e parlare a sproposito la gente in questo locale elegante se ne potrebbe accorgere Scusa Scusa tanto Credevo fossero tutti complici tuoi I tuoi complici Tutti gli argentini Tacere? Lo farò Lo farò Non piú sul mare luccica l’astro d’argento Argento Argento di sangue arriverá pure alla costa vedrai”
Sono parole che gettano come sassi, che si propagano nell'acqua, narrano della loro perdita d'identità, della loro vita, del corpo violato, dell'umanità distrutta, delle violenze subite, delle cene con i propri torturatori, dei sogni di paesi lontani, delle celle dell'inferno in cui sono state rinchiuse, dei figli che hanno dato alla luce e a cui hanno dovuto rinunciare. Il testo di Daniel Fermani con il suo stile inconfondibile, tagliente e diretto, mai autoconsolatorio dà l'opportunità alle tre attrici di confrontarsi con la storia di sangue di un Paese lontano geograficamente ma vicino nella tradizione: l'Argentina.
Una recitazione che nasce dalle tensioni corporee, che non cade nel lirismo, che non cerca di commuovere ma solo di raccontare attraverso il proprio strumento: il corpo che vibra, la realtà di donne divenute sirene delle acque. Una recitazione cruda, uno spettacolo della durata di 40 minuti con musica dal vivo del chitarrista Andrea Bilotti, nella versione originaria in cui lo spettatore è rapito e trasportato nell'oblio della violenza, della musica e del silenzio di quelle prigioni dove tutto poteva accadere. Dove tutto ancora oggi accade, in altre parti del mondo.
TUFELLO: VIA CAPRAIA 81 ROMA


Nel corso della serata è previsto un intervento di LUCIA PATRIZIA SACCO (Amnesty International) e di un referente del Centro Donna Li.sa
 

giovedì 28 marzo 2013

e-Doll al Teatro Valle occupato di Roma con Katiuscia Magliarisi


il 5 aprile 2013 a partire dalle ore 20:30


all’interno del festival DA MIELI A QUEER

anteprima di

< E-DOLL >

< LA SCENA DEL DUNGEON: INCONTRO CON BERENICE CUBARSKIJ >

dal romanzo E-DOLL di FRANCESCO VERSO

Premio Urania Mondadori 2008

con

KATIUSCIA MAGLIARISI | Angel

DANIELE FERRANTI | Maggiordomo

una produzione


La prostituzione è un pozzo nero in casa, sgra­devole ma necessario.

(San Tommaso)

Fate l’amore e bevete più latte. Vivrete meglio, vivrete di più!

(Jingle della Silitron)

Vivace riflessione sull’erotismo nel noir cibernetico ambientato in un futuro realistico.

Il teatro della fantascienza


“Quando ho conosciuto Katiuscia Magliarisi, neppure tre mesi fa, non avrei mai immaginato che nell’arco di poche settimane un mio racconto sarebbe potuto arrivare sulla scena di un teatro romano. Eppure è successo. Eppure “qualcosa” si muove”. (Francesco Verso)

e-Doll è stato scritto tra il 2004 e il 2007 e nel 2009 ha vinto il premio Urania Mondadori. Il  tema del romanzo ci porta nel mercato del sesso dove circolano dei replicanti che vengono usati per ogni perversione, inclusa la morte, pur di soddisfare i clienti. Sono gli e-Doll, esseri a metà tra bambole sintetiche e nuovi idoli dell’eros. Il sesso avviene in gran parte mediante gli e-Doll per paura di malattie e distrazioni che distolgano dal lavoro. Gli e-Doll vengono impiegati dal Ministero dell’Interno russo in accordo con la Silitron per combattere i reati a sfondo sessuale (violenze carnali, stupri di gruppo, ricatti sessuali e omicidi passionali). Ma l’idea della Silitron è anche di immettere nel corpo degli utenti una sostanza capace di renderli più sani e longevi, con risultati sorprendenti. La storia segue le vicende di Maya, irrequieta adolescente moscovita che si finge un e-Doll e conduce una doppia vita. Se da una parte indossa i panni di una studentessa svogliata, dall’altra si vende per sentirsi amata. L’altro protagonista è Angel, un e-Doll ermafrodito esperto nell’ars amandi, il quale medita su come poter diventare un essere umano. I due si incontreranno un giorno in una sessoteca e lì si scambieranno qualche cosa che li avvicinerà alla realizzazione di se stessi.

mercoledì 27 marzo 2013

La casa di Bernarda Alba a San Vittore – 12/13 Aprile ore 15.00


(solo ad iscrizione entro il 5 aprile teatro carcere@yahoo.it


La Casa di Bernarda Alba è una delle ultime opere del grande poeta spagnolo, creata durante i suoi viaggi itineranti nelle campagne spagnole con la Barraca, il suo teatro “ambulante”. Visitava luoghi culturalmente chiusi e arretrati ma attraverso il teatro gli ridava voce e li trasformava in una trilogia di opere indimenticabili: Nozze di Sangue, Yerma, La Casa di Bernarda Alba
Anche dentro e fuori le mura di San Vittore vi sono donne recluse, vittime di culture, di famiglie, di religioni e storie che le condannano in ruoli non scelti ma subiti, oggi come ieri. Così per il nostro gruppo di teatro alla sezione femminile di San Vittore la Spagna rurale degli anni ’30 diviene un Sud non specificato, un luogo del Mediterraneo o del sud del mondo..le anime che la abitano donne in cerca di amore a cui vengono soffocate ogni tipo di aspirazione e di possibilità di cambiamento. 
Ci siamo avvicinate a La Casa di Bernarda Alba leggendola insieme, improvvisando e assorbendone la storia, la narrazione, il ritmo e la poesia. 
I vissuti dei “personaggi” hanno incontrato le persone recluse con cui lavoriamo da tempo. 
Così nasce una drammaturgia corale, fatta di brani di testo, di canzoni e ritmi, palmas e passi flamenchi.. 
Una casa pensata Dentro e Fuori San Vittore. Un primo Studio ad aprile dentro la casa imprigionata, una seconda parte più estesa a metà giugno dove oltre ad essere rappresentata per il pubblico di tutte le altre detenute e detenuti del carcere, speriamo possa essere rappresentata anche all’ esterno del carcere, in un teatro o in cortile della città di Milano. Una terza parte durante l’ Edge Festival di novembre di nuovo dentro o fuori San Vittore. 
Affrontare quindi la tragedia di Garcia Lorca, dentro le mura di un carcere…per respirarne di nuovo insieme la potenza e la bellezza, con interpreti che conoscono davvero la sofferenza reale dell’ essere recluse. Consapevoli che un’ opera come questa possa avvicinare e far conoscere in modo diverso una comunità di donne recluse che, attraverso l’ arte, attraversano un percorso come quello della carcerazione in modo diverso. 
Così anche noi, attraverso la felicità di creare una nostra nuova storia, la possibilità di rendere visibili desideri spesso invisibili, sogniamo di poter uscire fuori, di essere nuovamente interpreti e protagoniste delle nostre storie, di poter guardare fuori le grate della nostra prigione, per ritrovare, complice il teatro e la finzione, una nuova catarsi, una nuova liberazione. La sofferenza può produrre cambiamento, l’ arte può abbattere i muri..soprattutto se può accompagnare un percorso e un viaggio fra dentro e fuori. 
Partecipano al viaggio dentro-fuori San Vittore de La Casa di Bernarda Alba alcuni artisti e persone che ci sono particolarmente vicine e che hanno fanno parte intensamente del processo di lavoro. Liliana Olivero e Maria Rosaria Mottola per l’ altissima qualità del loro lavoro pedagogico oltre alla generosità a trasmettere “voce e corpo” attraverso l’ insegnamento del canto e della danza flamenca al gruppo di attrici. Gin Angri per il “documentario fotografico” che sta realizzando durante le prove dello spettacolo proprio come Lorca stesso avrebbe forse voluto scrivendo, subito dopo il titolo della sua opera, proprio questa sintesi descrittiva. Renata Discacciati, Federica Lo Forte per il Diario di Bordo dell’ esperienza che darà vita a uno dei primi quaderni della Libera Università del Teatro San Vittore. Anna Petito per la sua passione nell’ organizzazione degli eventi del Cetec. Non ultima la redazione di Realtà Nascoste che ci affiancherà con recensioni e momenti di visibilità interna al progetto. Ringraziamo la Direzione, l’ Ufficio educatori e il personale tutto della C.C. San Vittore, per la costante, continuativa e preziosa collaborazione. 

Donatella Massimilla, Aprile 2013 

A me MI Domani - Teatro Nazionale (Milano)


Martedì, 26 Marzo 2013 Ilaria Guidantoni

Milano, lingua comune del cuore, non sfondo ma fondo interiore degli interpreti e ospiti che raccontano, quasi dialogano con gli spettatori, tra parole, gag e musica. Lo stile è quello del cabaret che si reinventa al momento sull’onda dell’attualità - dove elezioni ed elezione, quella del Papa, sono protagonisti - con grande raffinatezza. Spettacolo non nostalgico (l’intento dichiarato è raggiunto) che si muove con una macchina da presa in diretta sulla realtà che si agita senza cambiare nulla. La città dell’avanguardia - della moda dove sono tutti ‘cazzuti’ - misura i cambiamenti politici in ere geologiche. Va sempre avanti e dimentica la sua ricchezza intima, il dialetto, perché la lingua non è un orpello o un retaggio, è l’anima. Una lezione magistrale con tanto di citazioni latine, che vola leggera e lascia incantati. E’ un crescendo, con armonie e disarmonie, finalmente senza costruzione televisiva. Tutto è in mano agli artisti, senza filtri. Il vero capo comico, come viene salutato alla fine, è Alberto Patrucco, narratore, cantante, musicista, cabarettista, regista sottile di oltre due ore dove i doppi sensi sono serviti come un pranzo di gala…e lo sono. Si ride davvero e talvolta ci si emoziona, con la musica che vira tra un tono e una coloritura stridente come una colonna sonora animata. La satira è arte. Ormai ce lo siamo dimenticato.

A ME MI - Domani
uno spettacolo di Alberto Patrucco e Antonio Voceri
con Alberto Patrucco, Zuzzurro&Gaspare, Antonio Silva, Luca Klobas, Federico Valera e la Sotto Spirito Band
ospiti Enzo Iacchetti, Andrea Mirò, Paolo Pasi

“A me MI…Domani”, come poi viene ribadito fin dall’inizio, parte da un’intuizione di Alberto Patrucco ed è uno spettacolo corale che, pur mantenendo una sua originale continuità narrativa, si rinnova nei contenuti di serata in serata, alternando un cast fisso e ospiti. L’omogeneità del racconto è però garantita da un forte comune denominatore: Milano. 
Milano è l’elemento che salda le diversità dei protagonisti e la varietà delle storie, in un insieme ancor più legato dal prezioso impasto musicale della Sotto Spirito Band e da una vena umoristica, comica, che è satira graffiante e vera arte. Di questi tempi purtroppo la televisione, che non è più un mezzo ma uno stile che contamina tutto, ci sta abituando ad una volgarizzazione commerciale che segue l’audience diseducando di giorno in giorno. Come di recente si sta affermando nei buoni spettacoli di teatro, la musica e la canzone sono utilizzati per essere piegati alla contaminazione, alla storpiatura che è un gioco sottile e provoca la sorpresa come molte volte in quasi due ore e mezzo di spettacolo.

La recensione integrale su Saltinaria.it


Giorgio Albertazzi in "Amleto e altre storie" - Lecce, 6 aprile



Giorgio ALBERTAZZI

AMLETO e altre storie
da William Shakespeare
di e con Giorgio Albertazzi

6 aprile 2013, ore 20.45
Teatro Politeama Greco, Lecce


lunedì 25 marzo 2013

Roberto Meazza "My Indian Memory" - Milano


Orienthera e Roberto Meazza 
presentano la mostra fotografica
YATRA: VIAGGIO
"My Indian Memory"
Roberto Meazza

Inaugurazione martedi' 9 aprile 2013
dalle ore  18.30 alle 22

Orienthera
Show Room: via Santa Marta 8/10 - Milano


La mostra sara' visibile dal giorno  9 aprile al giorno 10 maggio 2013

Orario d'apertura:dal martedì al sabato dalle ore 10.30-14 15-19.30
Giorno di chiusura: lunedì e domenica

Sito web Roberto Meazza

venerdì 22 marzo 2013

A Lecce full immersion per attori con Giorgio Albertazzi - Dal 3 al 6 aprile




MERCUZIO PRODUZIONI 
e  
ASSOCIAZIONE CULTURALE TITANIA

Presentano

Amleto siamo noi
full-immersion per ATTORI
con
GIORGIO ALBERTAZZI

Lecce – Ex Convitto Palmieri
Date 3-6 Aprile 2013

“Amleto è una sfida, è uno stato della coscienza, è un dilemma psicanalitico.
Amleto non sta in piedi se non sta nei piedi di chi lo fa in scena.
La pazzia? – era finta nell’Ur Hamlet del Kyd, in quello di Shake è finta e anche no.
Incerto è il vivere incerto il morire. Fingere è conoscere.
Che vi dirò ragazzi?
Che faremo?
Faremo. Ci spogliamo e ci guardiamo in uno specchio. Oppure no.
Staremo muti. Ciò per cui troviamo le parole è spesso già morto. Salvo nell’azione-teatro.
Ci proviamo?
Amleto siamo noi”

Giorgio Albertazzi

Gli allievi che avaranno partecipato alla full-immersion, avranno l’onore di salire sul palco del Teatro Franco Politeama Greco in occasione del Recital su Amleto con cui il Mo. Giorgio Albertazzi saluterà il pubblico leccese la sera del6 aprile. In questa occasione il Mo. rilascerà agli allievi gli attestati di partecipazione al corso e darà loro la possibilità di esibirsi in una performance sul lavoro teatrale svolto durante la full-immersion.

venerdì 15 marzo 2013

La Trappola - Teatro Argentina (Roma)


Giovedì, 14 Marzo 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 9 al 24 marzo. Pirandello e Lavia sono fusi in un’armonia dissonante come il mondo di dissolvenza dei testi dell’uno e le allucinazioni vitalistiche dell’altro. Come il giusto cibo per il giusto vino, l’uno si attualizza e conferma al meglio la propria vocazione universalistica; il secondo, Lavia, trova nell’autore siciliano il giusto binario per incanalare le energie e di nuovo, dopo “Tutto per bene”, il doppio ruolo di regista e interprete principale, in questo secondo caso quasi assoluto, è perfetto. La recitazione è ‘ruminata’, sussurrata, appoggiata sul testo che vola con poche e sapienti trovate jazzistiche, dalle luci stroboscopiche che rendono i personaggi automi, al leit motiv dell’uso musicale per rafforzare i momenti drammatici come la nota e lugubre ninna nanna. Testo denso, possente eppure ironico con il quale Lavia, senza abboccamenti nè gesti fuori misura riempie tutta la scena. Esempio di raffinatezza che è misura, come la scenografia di una casa quasi come un magazzino tutta in grigio.
 
Produzione Teatro di Roma presenta

LA TRAPPOLA

di Luigi Pirandello
regia Gabriele Lavia
con Gabriele Lavia, Giovanna Guida e Riccardo Monitillo
scene Alessandro Camera

costumi Andrea Viotti
luci Giovanni Santolamazza
foto di scena Tommaso Le Pera
musiche Giordano Corapi

Dopo l'allestimento di “Tutto per bene” presentato lo scorso gennaio al Teatro Argentina – che ho visto e recensito per Saltinaria.it al Piccolo Teatro di Milano lo scorso autunno - Gabriele Lavia torna al teatro di Luigi Pirandello con “La trappola”, testo del 1912 del quale, oltre a curare l'adattamento e la regia, è anche interprete nel ruolo del protagonista, accompagnato da Giovanna Guida e Riccardo Monitillo.
L'incontro con Pirandello nella versione scenica di Gabriele Lavia - una produzione del Teatro di Roma - propone una lettura rinnovata e interagita direttamente con il pubblico, inframezzando altri testi dell'autore siciliano con incursioni letterarie, citazioni colte e molte incursioni filosofiche, di quella filosofia vera che ci dice Lavia è tedesca. A questo proposito c’è solo un limite da parte dei teutonici, che hanno creduto tedeschi perfino i greci. Il riferimento principale è a Nietzsche e soprattutto al pessimista Arthur Schopenhauer. 

La recensione integrale su Saltinaria.it

Su Stay.com i suggerimenti di Ilaria Guidantoni per una giornata speciale a Roma e Milano




venerdì 1 marzo 2013

A Roma la mostra "Mujeres argentinas (si) raccontano" - Dal 9 al 23 marzo


9 Marzo 2013 Inaugurazione Mostra
MUJERES ARGENTINAS (SI) RACCONTANO
Artiste dietro le quinte
Mostra multimediale - fotografia - video – performance
Un progetto di Inés Grion, Leticia Marrone e Marina Rivera


Si inaugura sabato 9 marzo alle ore 17 presso il Museo “Luigi Pigorini” Mujeres argentinas (si) raccontano - Artiste dietro le quinte, mostra che documenta e racconta il percorso artistico e di vita di 7 donne argentine emigrate in Italia.

Basato sulla tecnica del reportage audiovisivo l'evento multimediale  permetterà al pubblico un approccio nuovo, insolito, straordinario nelle vite di donne che, emigrate in Italia, hanno sviluppato propri progetti artistici come nuove espressioni del nuovo fenomeno multiculturale di questo paese. 

La mostra verrà realizzata all’interno di [S]oggetti migranti / [READ-ME 2], un progetto di museografia partecipativa finalizzato alla costruzione di una rete di associazioni della diaspora e musei di etnografia.

Le artiste intervistate sono: Karina Filomena (ballerina), Silvana Chiozza (pittrice), Irma Carolina Di Monte (attrice), Marcela Szurkalo (cantante e ballerina), Yanina Lombardi (musicista), Yamila Suárez (attrice) e Sofía Karakachoff (videomaker e musicista). 

La scenografia è quella del soggiorno di un’abitazione, uno spazio intimo e vitale, scelto dalle protagoniste come punto di partenza per un viaggio che  suggestiona la vista, la memoria, l'immaginazione e la riflessione su quanto di noi dimora nella casa dell'altro. Le donne argentine che visiteranno la mostra, potranno anche portare la propria foto “nel salotto multimediale” dove, all'interno di cornici “ancora” vuote potranno inserire una loro immagine, una foto, un disegno, contribuendo ad arricchire l'immagine dell'immigrazione creativa a Roma.

Con il patrocinio di:
Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia - Ufficio culturale
Con il contributo di:
Baires

Mostra: Mujeres argentinas (si) raccontano
Un progetto di Inés Grion, Leticia Marrone e Marina Rivera
Luogo: Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
Indirizzo: Piazza Guglielmo Marconi 14  -Eur- Roma
Inaugurazione: sabato 9 Marzo, ore 17,00
Ingresso libero 

Periodo: dal 9 al 23 marzo 2013
Orario: Lunedì - Sabato 9.00 a 19.00 - Domenica 9.00 - 13.30 
Ingresso a pagamento

Segnalazione su Saltinaria.it