sabato 16 giugno 2012

Le Pazze - Teatro Palazzo Santa Chiara (Roma)

Ilaria Guidantoni, Lunedì 4 giugno 2012

La follia. Sentimento affascinante e inquietante; struggente e sfuggente; declinato soprattutto al femminile: ‘certificato’ dagli uomini, patito dalle donne come una consapevolezza superiore o semplicemente come incomprensione, quindi solitudine. La bellezza dei testi, tutti di donne per donne, è resa soave dalla delicatezza, un po’ imbambolata, disorientata e ironica di una follia dolce e insolita, innocua come il romanticismo, dell’attrice. Ci vorrebbe una spalla.


LE PAZZE

Reading poetico
con Sabrina Knaflitz e Massimo Feliziani
musiche Antonio Di Pofi
a cura di Pino Strabioli
Grandi poetesse raccontate da due voci recitanti e pianoforte: Anne Sexton, Silvia Plat, Emily Dickinson, Wisława Szymborska, Joy Harjo, Alda Merini, Ingeborg Bachmann, Elisabeth Bishop

Sabrina Knaflitz e Massimo Feliziani, un'attrice e un uomo qualunque che scelgono di leggere le parole di grandi poetesse con la complicità musicale di Antonio Di Pofi.
La poesia è di chi la scrive e di chi la dice, è dell'attore e del lettore, da Sylvia Plath ad Alda Merini, da Ingeborg Bachmann a Wislawa Szimborska, passando per altre voci di donne struggenti e visionarie, leggere e accorate. Un concerto per pianoforte e voci recitanti intorno al tema della follia, della tristezza e solitudine della donna. I testi sono fusi dalla capacità pianistica di interpretare le parole e sono presentati come episodi sul filo conduttore dell’amore. Quello che non c’è; mancato; semplicemente immaginato.
L’attrice ha un’espressività delicata e ironica e dà forza alle parole e ai sentimenti, con quel sussurrare i versi, le movenze di bambina, talora vezzosa; talvolta timida, persa nella propria malinconia. La follia non deflagra in questa rappresentazione, non altera i tratti del volto. Non è gridata, esasperata. E’ un sentimento ben diverso da quello che di solito temiamo, riconosciamo come tale o più spesso ci viene presentato come pazzia. Delirio, violenza, sconnessione.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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