Ilaria Guidantoni, Mercoledì 16 maggio 2012
Nel panorama di crisi generale, particolarmente dura per il settore cultura e in special modo per l’editoria e il teatro, il Quirino “Vittorio Gassman” di Roma si conferma il terzo teatro d’Italia con un percentuale di utilizzo dei posti - oltre mille – del 92%, mentre la media registra un calo a partire dal 30%. Si conferma la vocazione di un teatro ad ampio spettro, a trecentosessanta gradi, per la proposta di cartellone e un luogo che, giunto alla quarta stagione dopo la dismissione dell’ETI, è da vivere come spazio di incontro, anche di lavoro e di aggregazione, non solo di ‘consumo’ di spettacoli.
In tal senso la biblioteca a disposizione degli utenti del teatro ha raccolto oltre tremila titoli. Tra le attività “collaterali”, con la Fondazione Roma, il teatro coltiva il progetto di natura filantropica “Diversamente insieme”, quest’anno dedicato ai non vedenti e ai “malati di niente”, ovvero coloro i quali sono affetti da disturbi psichici. Di assoluto rilievo ed interesse anche la programmazione con i detenuti della sezione G8 del carcere di Rebibbia e l’ Accademia Internazionale di Arte Drammatica, scuola di teatro triennale riservata a tutti coloro che abbiano meno di 40 anni e finalizzata a educare e formare gli aspiranti attori attraverso lo studio e la pratica per fornire loro una piena consapevolezza del proprio lavoro. In pochi mesi dalla riapertura del Quirinetta, storica e ricercata piccola sala teatrale, l’avventura che Geppy Gleijeses divide con Willer Bordon, è già avviata e sembra aver ingranato la marcia giusta. La stagione 2011-2012 si conclude infine con un ciclo di dieci appuntamenti dal 22 al 30 maggio per il progetto “Autogestito” con l’obiettivo di dare spazio a nuove energie ed annoverando, tra l’altro, anche spettacoli di impegno civile su temi relativi alla giustizia e all’attualità politico-sociale.
La nuova stagione, con tredici proposte in abbonamento, rappresenta un mix di classici, riproposti con una rivisitazione ad hoc e di alternative, alcune delle quali legate al mondo cinematografico. E’ il caso de’ “Il discorso del re” con la regia di Luca Barbareschi, interprete nel ruolo di un logopedista insieme a Filippo Dini nella parte del re (dal 13 novembre al 2 dicembre) e “Rain man” per la regia di Saverio Marconi, protagonisti Luca Lazzareschi e Luca Bastianello (in scena dal 4 al 16 dicembre). Un processo affascinante secondo Lazzareschi (reduce dal successo all’Elfo Puccini di Milano con questo stesso spettacolo) perché l’attore lavora al contrario, senza intenzione, con uno sforzo straniante per dire circa novanta volte “sì” senza alcuna partecipazione da parte di Raymond affetto da sindrome di autismo. Lo spettacolo ha anche la rilevante funzione di illuminare i riflettori su di un problematica non frequentemente dibattuta, come a suo tempo la ebbe il celebre film con Dustin Hoffman.
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