Mercoledì 14 marzo 2012Dal 13 al 25 marzo. Spettacolo originale: un modo diverso per narrare la biografia di un personaggio famoso ma poco domestico come lo scrittore americano Carver. Una messa in scena semplice che sdoppia il protagonista nel narratore, di se stesso e nell’interprete, con feedback ad aprire scene e alleggerire l’andamento. Una velata malinconia. E’ l’inno all’uomo che fa del suo meglio senza antiretorica dell’antieroe a tutti costi. Un grande saggio sulla scrittura come laboratorio del vivere.
Produzione La Danza Immobile /eThica?
PER FAVORE NIENTE EROI
ispirato a Raymond Carver
drammaturgia originale Corrado Accordino
con Corrado Accordino, Daniele Ornatelli e Alessia Vicardi
scene e costumi Mariachiara Vitali
assistente alla regia Valentina Paiano
regia Corrado Accordino
Dal 13 al 25 marzo 2012 è in scena in prima nazionale, “Per favore niente eroi”, l’ultima di tre prime nazionali in programma per questa stagione del Teatro Filodrammatici. Lo spettacolo è ispirato ai racconti di Raymond Carver per drammaturgia e regia di Corrado Accordino. Coproduzione La danza immobile – eThica?.
La scena si apre con un’essenzialità disarmante che dice solitudine come nelle architetture di Hopper, mentre suona una musica e il trasferimento è immediato: Stati Uniti. Lo scenario si apre su un locale che poi scopriamo essere un palcoscenico di un teatro, che ci piace pensare dal vivo e in certi momenti lo diventa per una cantante jazz, non proprio di successo; ma è anche un sipario che sale e scende (grazie a delle veneziane allineate) per lasciare intravedere interni familiari.
E’ nello scorgere che si annida il mood di questo spettacolo, deciso nei toni, mai esasperato, giocato sui chiari oscuri piuttosto che sulle opposizioni ed è certamente una prova di coraggio per un regista, soprattutto se la misura è un autore importante, unico per certi aspetti per la letteratura americana, seppure non un simbolo riconosciuto così diffusamente. Richiede un pubblico attento e di nicchia.
Le luci vestono i personaggi come simboli, soprattutto il narratore narrato con una luce verde, in penombra, a tratti livida; la moglie dello scrittore in rosso, nella sua passione annebbiata dall’alcol e nella triste consapevolezza di come è andata a finire (brava interprete di due personaggi). Nella scena della separazione la scelta cade sulla luce che intona una scena in fondo borghese, chiara. E poi due personaggi che si incrociano virtualmente per una fantasia erotica.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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