sabato 16 giugno 2012

Assolo contro la ‘ndrangheta - Teatro dell’Orologio (Roma)

Giovedì 08 marzo 2012
Dal 6 all’11 marzo. Una docufiction per il teatro, un racconto premonitore che diventa accidentalmente un fatto di cronaca. Storia del virus della malavita che avvelena gli affetti, quando si è solo un eroe di se stessi, un giornalista ‘qualunque’, non un personaggio famoso. Questo il metodo principale, oltre l’intenzione didattica di un tema arcinoto: repetita iuvant.

ASSOLO CONTRO LA ‘NDRANGHETA
testo di Enrico Bernard
regia di Virginia Barrett
con Alex Pascoli
e la partecipazione di Melania Fiore
e con (in video) Franco Barbero, Marco Pelle, Maurizio Sinibaldi, Graziano Falzone
musiche originali Eugenio Tassitano
ufficio stampa Ennio Salomone
assistente alla regia Jasmine Colangelo

GIORNALISTI CONTRO LA 'NDRANGHETA è il punto di vista di questo “Assolo” che racconta la lotta alle mafie da sud a nord e la rivendicazione al diritto alla verità, troppo spesso ritenuta soggettiva, funzionale al potere, quindi bisognosa di un pleonasmo “Verità vera”. E’ questo quello che si sente dire il protagonista della pièce dopo 15 anni di soprusi professionali e marginalizzazione quando gli viene affidata in toto un’indagine. Dalla percezione della stranezza di questa sottolineatura da parte del direttore del giornale, al sospetto e alla conferma della richiesta di ‘disonestà intellettuale’ (sì, non c’è un errore), il passo sarà breve quanto doloroso. Eppure l’elemento usato dal giornalista per convincere il suo capo è che si tratta di ‘roba grossa’, l’avvelenamento del mare che potrebbe compromettere il turismo calabrese, il mare dove anche il direttore e i suoi figli si bagnano, perché alla fine il marcio della malavita infetta anche chi l’ha prodotto. Il resto è cronaca di un film visto troppo spesso purtroppo e lo spettacolo scritto da Enrico Bernard ci ricorda la responsabilità di non rinunciare a lottare. In Italia, oggi, sono oltre 300 i giornalisti vittime di minacce e intimidazioni sia al nord che al sud. Un dato allarmante che deve far riflettere perché vuol dire che la 'ndrangheta ha fatto un salto di qualità territoriale e culturale, un'evoluzione che ha trasformato il fenomeno regionalistico in un problema sovrannazionale. Lo spettacolo è stato realizzato per i 150 anni dell’Unità d’Italia (le cui celebrazioni termineranno il 17 marzo 2012) con l’idea di rappresentarlo dopo Roma, in Calabria, ma anche a Modena, ormai un centro tristemente noto per la malavita legata all’origine calabrese e poi anche a Duisburg, in Germania. Una sottolineatura che merita di essere ascoltata e che nel testo e nell’interpretazione dei personaggi emerge più volte. Il sud è stato solo la culla ma la piovra si è ramificata in modo esteso, segno che molti terreni sono recepivi.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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