domenica 26 agosto 2018

Il mito di Edith Piaf torna a La Versiliana

Edith Piaf: tra storia e mito - Festival La Versiliana 2018 (Marina di Pietrasanta)

Scritto da   Lunedì, 20 Agosto 2018 
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Edith Piaf: tra storia e mito - Festival La Versiliana 2018 (Marina di Pietrasanta)
Serata unica, nello spazio Caffè, per la regia e interpretazione sia recitativa, sia canora di Monica Menchi, accompagnata da una voce jazz, pianoforte e accordéon per raccontare la vita e il sentire della “regina” della canzone francese Edith Piaf, un’esistenza a braccetto con la morte e piena di ferite. Lettura scenica che, passo passo, in modo un po’ didascalico, ci accompagna a ripercorrerne la biografia. Nella parte finale la voce della seconda interprete, Antonella Grumelli, che sceglie la non imitazione, e la capacità mimica anche nella voce della protagonista, rendono lo spettacolo più appassionato.

EDITH PIAF: TRA STORIA E MITO
drammaturgia e regia Monica Menchi
arrangiamenti musicali Daniele Biagini
con Monica Menchi, Antonella Grumelli
pianoforte Daniele Biagini
fisarmonica Iuri Ricci

E’ Edith Piaf, regina delle scene parigine, prima delle bettole e poi dei cabaret, fino all’ Olympia e ai grandi teatri internazionali, la vera protagonista che rende difficile qualsiasi tentativo non solo ovviamente di interpretarla ma anche di raccontarla. La voce del “passerotto” maltrattato fin dalla nascita e il ricordo delle sue indimenticabili canzoni rendono di per sé il pubblico felice.

Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/edith-piaf-tra-storia-e-mito-festival-la-versiliana-2018-recensione-spettacolo.html

A La Versiliana Puccini e i poeti, tra amori e passioni


Puccini, la Passione tra Poesia e Danza - Festival La Versiliana 2018 (Marina di Pietrasanta)

Scritto da   Mercoledì, 22 Agosto 2018 
Puccini, la Passione tra Poesia e Danza - Festival La Versiliana 2018 (Marina di Pietrasanta)
Il mito di Giacomo Puccini, così moderno, raffinato e popolare ad un tempo, viene evocato. Non rievocato, raccontato. Nessuna tentazione didascalica. La voce calda, ancora squillante e ironica di Giancarlo Giannini, colonna del cinema e teatro italiano, legge brani di poeti che avrebbero desiderato sempre collaborare con il grande compositore ma che dovettero accettare il diniego. I brani, soprattutto quelli di D’Annunzio, ricordano le passioni dell’artista per le donne, l’arte, la poesia e le auto. Un corpo di ballo straordinario, Emox Balletto con le coreografie di Beatrice Paoleschi, offre un esempio raffinato e insolito di danza contemporanea, al contempo classica per la plasticità dell’uso della corporeità che ricorda gli anni Venti del secolo scorso. Straordinari i costumi nella loro eleganza essenziale. Musiche ovviamente di Puccini.

PUCCINI, LA PASSIONE TRA POESIA E DANZA
di Emox Balletto
con Giancarlo Giannini
musica Giacomo Puccini
regia e coreografia Beatrice Paoleschi
aiuto regia Ilaria Cipriani
costumi Santi Rinciari e Annalisa Benedetti


La Versiliana continua con l’omaggio ai grandi artisti della musica. Dopo Edith Piaf, è la volta di un compositore lucchese, di Torre del Lago ribattezzata appunto Torre del Lago Puccini, moderno, per certi aspetti popolare eppure di grande raffinatezza, troppo spesso poco apprezzata, privilegiando l’ascoltatore il lato ammiccante e romantico delle sue opere. Giancarlo Giannini interviene solo con poche battute e lascia alla sua voce, calda e profonda, il racconto di emozioni e passioni di Puccini che non lo rievocano ma lo evocano semplicemente, sovente anche con un gioco di sinestesie. Parole e letture dai grandi poeti del tempo, che avrebbero voluto collaborare con Puccini anche se il compositore respinse sempre i loro corteggiamenti, ma dei quali però condivise certamente le passioni. In particolare con Gabriele D’Annunzio. La passione per le donne innanzitutto e per l’arte - poesia e musica, sovrane assolute - ma anche per le auto e, nel caso di Puccini, anche per la caccia, sua altra compagna di divertimenti.


Per una lettura completa dell'articolo, http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/puccini-la-passione-tra-poesia-e-danza-festival-la-versiliana-recensione-spettacolo.html

sabato 11 agosto 2018

Il gioco di Franca De Angelis in versione libro


Il gioco di Franca De Angelis


Un testo teatrale psicoanalitico che mette in luce la nevrosi contemporanea con lo stratagemma del gioco, metafora della vita nella declinazione di una finzione rivelatrice. Già recensito come spettacolo teatrale su Saltinaria.it in occasione della programmazione alla Cometa Off di Roma nel 2017, l’ho ricevuto dalla stessa autrice regista, Franca De Angelis, non nuova a questo tipo di esperienze, che ho seguito già con lo stesso percorso per Sissy Boy. Il testo è la trascrizione della sceneggiatura ma non perde la piacevolezza della lettura, per la sua incisività e la costruzione densa e serrata di una storia che rovescia costantemente il proprio punto di vista.
Lo spettatore-lettore è costretto come nella vita a continui salti mortali per adeguarsi alla nuove versione fornita della realtà, che si rivela sempre e comunque parziale, come anche l’epilogo che, in qualche modo resta un finale aperto. Non esiste nel testo un momento nel quale le posizioni vengono allineate ma ciascuno resta nella propria prospettiva.


La storia, in qualche modo claustrofobica, si svolge all’interno di un condominio in un appartamento dove una ragazza, Agata, accumula ossessivamente scatole, piene di ricordi, tutte classificate, perché senza la tangibilità dei ricordi non le sembra di vivere. Nel disordine di una squattrinata incontrerà Paolo attore mancato, ex depresso, che non vuole uscire dalla propria condizione, al di là delle apparenze come spesso accade nella vita. La triangolazione che offre anche l’occasione di questa conoscenza dalla quale nascerà una storia e forse una vita è la proprietaria dell’attico, la dottoressa Zoe, figura conturbante, enigmatica, contraddittoria, che sembra fornire una chiave per le vite altrui senza forse averne trovata una propria. Ex psicoanalista pentita – con dei passaggi autoironici anche molto spassosi – ha scelto di diventare consulente filosofica (la definizione è la sua) non a pagamento con qualche incidente di percorso che le costerà caro. Al centro della vicenda il tema del libero arbitrio e del fato come scelta di vita attraverso il gioco che diventa la modalità relazionale tra le due opzioni. Un gioco estremamente serio naturalmente tanto da diventare tragico. Testo brillante, avvincente ed insieme denso di riflessioni, in grado di stimolare i nostri interrogativi sulla vita, i cui grandi orizzonti si manifestano sempre nell’ordinarietà della quotidianità. E’ l’apparente leggerezza, l’ironia, il punto di vista che si sposta in continuazione che si esercitano su storie qualsiasi per trattare dei grandi temi , la cifra qualificante della drammaturgia di Franca De Angelis. La vicenda, che è interessante scoprire leggendola e guardandola,  narra di Paolo aspirante attore e Agata che vuole fare la scrittrice di romanzi e invece vivacchia come giornalista di cultura e spettacoli. Vivono sullo stesso pianerottolo e sono entrambi squattrinati, senza troppe prospettive e prossimi all’esaurimento nervoso. Sono anime perse e ferite. Dall’attico del loro stesso palazzo arriva una risposta inaspettata e stravagante ai loro problemi. La dottoressa Zeta, appunto, li introduce ad un curioso metodo di sua invenzione: il gioco delle cinque possibilità. Il “gioco” consiste nello stilare, dinanzi a una decisione da prendere, cinque possibilità di azione, sorteggiarne una e attenersi scrupolosamente a essa, mettendo in discussione il senso del Caso e del Libero Arbitrio. La dottoressa l’ha creato per cercare di aiutare i pazienti – o “allievi”, come preferisce definirli – prigionieri della depressione, incapaci di concepire una qualche azione vitale in grado di farli risalire dal baratro. Il curioso metodo sembra funzionare: scardina i blocchi, riporta alla vita, rende possibile l’impensabile. Grazie a esso dapprima Paolo, poi anche Agata, riescono a dare più di una svolta positiva alle loro esistenze. Fino a innamorarsi, a diventare coppia, a trovarsi sul punto di formare una famiglia, di diventare genitori. Ma cosa accade quando si diventa dipendenti dal “gioco” al punto di non poterne più fare a meno, tanto da rischiare di buttare all’aria tutto ciò che si è conquistato grazie a esso? Ben presto il metodo della dottoressa Zeta rivela l’altra faccia della medaglia e la relazione fra i due giovani e la loro mentore si trasforma in un triangolo pericoloso in cui i ruoli di vittima e carnefice si alternano e scambiano di continuo. Anche perché la dottoressa, dietro la maschera impenetrabile di disincanto che si è costruita, è anche lei un’anima ferita, profondamente, e oppressa dagli stessi sensi di colpa dai quali tenta di liberare i pazienti. E non cerca, forse, che un’irrazionale espiazione.

Franca De Angelis, sceneggiatrice e drammaturga. Dal 1995 lavora per il cinema e la televisione. Ha collaborato con registi come Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo. Il cortometraggio da lei scritto Senza parole ha rappresentato l’Italia agli Oscar nel 1997 e ha ricevuto il David di Donatello.
Per le sale è autrice fra l’altro del film La vespa e la regina, con Claudia Gerini. Per la televisione ha firmato numerose miniserie per la Rai, quali: Nessuno EsclusoMaria José – L’ultima reginaLe cinque giornate di MilanoStoria di guerra e d’amiciziaIl bell’AntonioExodus – Il sogno di Ada (nomination per la sceneggiatura al Magnolia festival di Shangai), Don Zeno, l’uomo di Nomadelfia (premio Signis), Sissi.
Ha collaborato a serie come Il Mastino, Commesse e Lo zio d’America. E’ stata coautrice e head writer della serie Un Medico in Famiglia dalla quarta alla settima edizione.
E’ tornata di recente a scrivere per il teatro con Sissy Boy e Gli amici degli amici.
E’ stata a lungo nel Collegio dei Probiviri della SACT, è socia fondatrice della WGI.

http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/il-gioco-teatro-cometa-off-roma-recensione-spettacolo.html

Il gioco di Franca De Angelis
Collana testi teatrali Comodìa
Le Mezzelane Casa Editrice
2018
11,00 euro

mercoledì 8 agosto 2018

A teatro di scena i migranti come emarginati


La notte poco prima della foresta - Le Murate (Firenze)

Scritto da   Domenica, 05 Agosto 2018 
Nell’ambito dell’Estate fiorentina 2018, frutto della collaborazione tra MUS.E musei eventi Firenze e Le Murate, va in scena un testo potente per la regia e interpretazione di Fulvio Cauteruccio, dedicato allo “straniero”, straniero come alius e non alter, l’uomo semplice, visto dagli altri: lo straniero, l’omosessuale, il povero, il reietto. All’opposto dello straniero di Albert Camus, straniero come estraneo a sé, questo forestiero non è colpevole ma condannato. Un monologo fiume di Bernard-Marie Koltès per la traduzione di Giandonato Crico, che si gioca tutto sulla potenza della voce e su una mise en espace di grande intensità, cruda e struggente ad un tempo. Spaesante e seducente come le storie che racconta.

LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA
testo Bernard-Marie Koltès
traduzione Giandonato Crico
regia e interpretazione Fulvio Cauteruccio
musiche originali eseguite dal vivo Marco Carbone e Vincenzo Maria Campolongo
luci Lorenzo Bernini
suono Brando Nencini
organizzazione Flavia Pezzo



Per una lettura completa dell'articolo:

Un NON-Festival delle narrazioni in Toscana


CI SONO SEMPRE PAROLE [non] FESTIVAL delle NARRAZIONI POPOLARI (e IMPOPOLARI) - Fondazione CR (Firenze)

Scritto da   Domenica, 05 Agosto 2018 
CI SONO SEMPRE PAROLE  [non] FESTIVAL delle NARRAZIONI POPOLARI  (e IMPOPOLARI) - Fondazione CR (Firenze)
Presentata, nella sede della Cassa di Risparmio di Firenze, la prima edizionedi CI SONO SEMPRE PAROLE, [non] FESTIVAL delle NARRAZIONI POPOLARI (e IMPOPOLARI), in programma dal 6 ottobre al 30 novembre 2018 in varie sedi, rispettivamente a Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite e Montespertoli. La manifestazione è promossa e prodotta da Sistema museale Museo diffuso Empolese Valdelsa, Mudev e YAB Young Artists Bay, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio e CGIL, UIL e CISL Firenze. Tema la narrazione orale a partire dai ricordi e il valore della memoria. Obiettivo di questo non-Festival la valorizzazione del patrimonio e delle collezioni dei 21 musei del territorio ma soprattutto un progetto d’inclusione della cittadinanza protagonista del festival in una dimensione di ascolto non “passiva” da spettatore. L’idea è un’impresa culturale creativa per fare rete sul territorio.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/news-arte/eventi-e-arte-news/festival-delle-narrazioni-popolari-fondazione-cr-firenze.html