mercoledì 13 giugno 2012

Carmen - Teatro Italia (Roma)

Recensione a cura di Ilaria Guidantoni 
Sabato 28 gennaio 2012

Dal 24 al 29 gennaio. Se l'innovazione è rilettura filologica, la “Carmen” di Fredy Franzutti è decisamente innovativa: il romanticismo francese ottocentesco legge la Spagna. Un lavoro di grande raffinatezza, armonico nella sua visione d'insieme, ricco, senza ridondanze; precisione e virtuosismo della danza classica, come ormai si vede di rado, uniti ad una recitazione fortemente espressiva. Uno spettacolo nel quale nulla è lasciato in disparte. Strepitosi i costumi.

Il Balletto del Sud presenta
CARMEN
coreografie e regia Fredy Franzutti
da un racconto di Prosper Mérimée
musiche di Bizet, Albeniz, Chabrier, Massenet
scene Francesco Palma
costumi Eugenio Girardi
con Elena Marzano (Carmen), Carlos Montalvan (Josè), Alessandro De Ceglia (torero Escamillo), Daniele Chiodo (Zuniga, capitano delle guardie), Jennifer Del Fanti (Micaela, primo amore di Josè)
e con gli altri danzatori del Balletto del Sud: Bilyana Dyakova, Nikolina Karageorgeva, Chiara Mazzola, Giulia Bresciani, Massimiliano Rizzo, Emanuele Cazzato, Nicola Lazzaro.

Il Balletto del Sud, nella capitale dal 24 gennaio al Teatro Italia fino al giorno 29, porta in scena “Carmen”. La produzione di quest'opera risale al 2008 e porta la firma coreografica di Fredy Franzutti che ha voluto raccontare una Carmen sempre seducente, ambientata in una terra spagnola dalle forti tinte esotiche, risaltate dalle straordinarie musiche di Bizet affiancate da opere di Albeniz, Chabrier e Massenet. Il Balletto del Sud ha viaggiato con “Carmen” per oltre quaranta repliche in due anni in Italia e nel 2010 è andato in replica per ben sei volte a Tirana in Albania.
“Carmen” torna alle origini con il coreografo salentino ed è proprio questa “L'innovazione – ci ha raccontato nella sala ancora vuota, prima dell'inizio dello spettacolo – ovvero il ritorno alle origini pensando al palcoscenico come ad una macchina del tempo e dello spazio”.
E' il trionfo del balletto romantico francese, dato che il primo librettista dell'opera omonima era francese, Prospèr Merimée, così anche la cultura e l'ambientazione spagnola vive di un esotismo che lo sguardo dello straniero esalta e nello stesso tempo filtra e colora con le proprie tonalità.
“In effetti nel tempo – ci ha spiegato il coreografo - è stata interpretata spesso in chiave moderna. La sensualità di Carmen è stata vista come un elemento di modernità, unito poi alla morte sul palcoscenico, che anticipa un elemento verista. Per questo la vicenda è stata trasferita nel Novecento a partire dall'epoca franchista”.

La recensione integrale su Saltinaria.it




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