martedì 27 maggio 2014

Mercoledì 28 giugno, "Un chiù nella notte" - temi musicali si intrecciano, ore 20.30 Oratorio del Caravita, Roma

Il tema del coro è apparentemente ermetico, come le litografie di M. C. Escher, al quale ci siamo ispirati per una locandina nella quale stormi volano tra la notte al giorno, come il RICC che è nella sua transizione dal tema portante de "La Notte" a quello de "Il Bestiario", tema quest'ultimo, il regno animale, curioso e che ha stimolato in maniera poco nota, in qualche modo anche inattesa e comunque piuttosto divertente compositori di ogni epoca. Il risultato sono brani dai due temi, di compositori dal '400 al '900, in cinque diverse lingue, da tre continenti, e su generi dal barocco al rock, a sottolineare come il linguaggio musicale sia multiforme e possa legare realtà apparentemente diverse e lontane.

Venerdì 6 giugno "Epicentro Mediterraneo", ore 18.30 Pontedera (PI)


lunedì 26 maggio 2014

Mercoledì 25 giugno, “Uno e basta”, al Teatro Eliseo di Roma serata per la FIR

LA TEATRO HAMELIN
per
LA FONDAZIONE ITALIANA DEL RENE


Il prossimo 25 Giugno alle 20.30 presso il Teatro Eliseo di Roma si terrà lo spettacolo “Uno e basta!”

Tratto dalla commedia teatrale scritta da Adriano Bennicelli “Uno e basta”, riadattata e diretta da Matteo Vacca, lo spettacolo narra la vicenda di un uomo e una donna, del loro incontro e dei piccoli esserini, che nulla sanno del proprio presente, figuriamoci del futuro.
Emanuele Malaspina veste i panni di Agostino, tipo un po’ imbranato che ha trascorso l’infanzia, la pubertà e la post adolescenza fra robot e cartoni animati. Ma i raggi fotonici e i missili supersonici non possono aiutarlo a combattere quella parte di sé con cui è da sempre in lotta: Mister Testosterone (interpretato da Alberto). Adesso che ha trentacinque anni la mancanza di una storia d’amore si fa sentire, ci vorrebbe una donna intraprendente, capace di fare il primo passo. E Bianca (Maria Elena Ravaglia) è proprio il tipo giusto, tanto che farà anche il secondo e il terzo! Il pubblico insieme a Mister Testosterone fa il tifo per Bianca, ma le sorti di questa storia scintillante e divertente verranno tessute da un folto gruppo di minuscoli esserini: gli spermatozoi (interpretati da Mimosa Nistri, Elena Valentino, Lisia Custo, Alexandra Balducci, Alberica Tuccimei, Maria Chiara De Stefano, Giorgio Leccisi, Emanuele Salivetto). Non sono futuri bambini, non sono davvero fratelli, non si rivedranno fuori. La loro esistenza è una gara in corsa: vincerà il più veloce, il più bravo, il più selezionato. Ma se, per una volta, la corsa per la vita si giocasse seguendo altre regole?

Una commedia interpretata con grande ironia da un gruppo di giovani amici affiatati ed uniti da un vero, unico obiettivo: quello di sostenere la FIR e il progetto “Trapianto di rene da donatore vivente”. Coordinatrice dell’iniziativa teatrale: Alessandra Lepri.
Il ricavato della serata sarà interamente devoluto in favore della FIR per finanziare una borsa di studio volta a promuovere ed approfondire la scelta del trapianto di rene da donatore vivente.
Il trapianto di rene da donatore vivente rappresenta, infatti, oggi meno del 10% dei trapianti eseguiti in Italia ogni anno.

Presenterà la serata Luca Zingaretti.

IL TEATRO HAMELIN
Nato due anni da un gruppo di amici, di attori amatoriali il Teatro Hamelin come dice il significato stesso della fiaba il Pifferaio Magico ha come missione quella di unire le proprie forze per un obiettivo comune che è quello di aiutarsi l’un l’altro e soprattutto di sostenere per quanto si possa chi è più in difficoltà di te.
L’anno scorso l’obiettivo è stato raggiunto e la Compagnia ha raccolto i fondi per AMREF sostenendo la formazione di ostetriche per un anno e contribuendo cosi alla riduzione della mortalità infantile in Africa e quest’anno finanzierà la borsa di studio della FIR.

I partner che decideranno di sostenere questa iniziativa avranno l’opportunità di:
- essere PROTAGONISTI ad un evento che richiamerà una presenza di almeno 800/1000 persone
- per ASSOCIARE il proprio Brand ad una serata di sensibilizzazione e di beneficenza
- di avere VISIBILITA’ del marchio in tutta la comunicazione dell’iniziativa
- sito web
- pagina facebook
- possibilità di un corner dedicato nel foyer del teatro
- OPPORTUNITA’ di promuovere la serata all’interno del proprio network
- PRESENZA nella rassegna stampa su quotidiani romani

LA FONDAZIONE ITALIANA DEL RENE ONLUS
La FIR onlus riunisce tutti i pazienti con patologie renale e tutti coloro – persone, associazioni e organizzazioni – che sono impegnati nell’affrontare le malattie dei reni per curarle, per limitarne i danni o per prevenirle.

La Fondazione Italiana del Rene si distingue dalle peraltro molto importanti associazioni di categoria (di sanitari, ricercatori, pazienti ecc.) in quanto è formata da persone con differenti esperienze e attività, sensibili alle problematiche della salute e della prevenzione, accomunate dall’impegno nel perseguire i seguenti obiettivi:
• promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie renali
• favorire la diffusione dei trapianti di rene e l’incremento della disponibilità di tutti gli organi per i trapianti
• favorire il miglioramento delle condizioni di salute dei pazienti
• favorire il miglioramento della qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari in tutte le fasi delle nefropatie evolutive, da quelle iniziali sino all’eventuale dialisi e al trapianto
• favorire il reinserimento nella vita sociale dei pazienti in dialisi e di quelli con trapianto di rene
• collaborare alla formazione, all’aggiornamento e alla specializzazione del personale sanitario che si occupa delle malattie renali, valorizzando la pluralità delle componenti della Fondazione
• incoraggiare la ricerca con finanziamenti e borse di studio
• favorire un confronto di opinioni e proposte sui problemi delle malattie renali tra le numerose, diverse componenti (persone aderenti, medici, pazienti, operatori sanitari, membri di Società e Associazioni).

La Presidenza della Repubblica ha assegnato alla FIR una targa d’argento per la sua opera di prevenzione delle malattie renali.

INFO E PREVENDITE
Biglietti: 25 euro galleria – 35 euro platea  - www.teatrohamelin.com

Dal 6 giugno "Città aperta", mostra personale di Chiara Smirne presso la galleria Kuhn & Partner di Berlino

CHIARA SMIRNE

Città aperta

A cura di Stefano Cortina e Veronica Riva

Dal 6 al 28 giugno 2014
Inaugurazione: venerdì 6 giugno 2014, ore 18.30

Galerie Kuhn & Partner, Pohlstr. 71, 10785 Berlino


La giovane artista Chiara Smirne (Novara, 1980), dopo la mostra personale alla Cortina Arte di Milano nel 2013 e la partecipazione a numerosi premi (vincitrice del Premio ArtGallery 2013, Milano) e mostre collettive in Italia e all’estero (Biennale di Lodi 2013-14), approda con una personale alla Galerie Kuhn & Partner di Berlino organizzata in collaborazione con Cortina Arte, Milano.

È nell’atmosfera crepuscolare che prendono forma i suoi immaginari paesaggi urbani, prospettive metropolitane dall’ardito taglio fotografico: negozi, facciate di palazzi, lunghi viali persi nell’oscurità piuttosto che in uno sfondo di grattacieli, tutti emanano sensazioni di smarrimento, mistero, inquietudine, ansietà. Luoghi svuotati dalla frenesia di una vita palpitante e convulsa. I suoni della città sembrano spegnersi e il battito rallentare. Anche lo stile e la tecnica adottate dall’artista concorrono a creare queste allucinate realtà: la definizione e la pulizia delle linee, le campiture di colori piatti, uniformi, freddi, talvolta cupi conferiscono ai paesaggi una trascendenza temporale che imprigiona sulle tele i sentimenti e le angosce dell’esistenza metropolitana. Esistenze, vite umane di cui si percepisce sempre la presenza, il respiro, ma che spesso non sono viste, talvolta intraviste o che surrealisticamente assumono forme che ricordano la figura umana.
Così i paesaggi urbani di Chiara Smirne diventano simbolo di ricordi di vite, di disagi esistenziali, specchi di ansie, colmi di appagamenti illusori ma poveri di sentimenti e valori, dove un’umanità smarrita è sempre presente, con apparizioni e assenze.

Catalogo in tedesco e italiano con testi di Stefano Cortina e Veronica Riva

In collaborazione con Cortina Arte, Milano


Andreas Kuhn
Pohlstr. 71
 10785 Berlin
 www.galeriekuhn.de

Lunedì 26 maggio 2014, Maieutiké, ovvero l'arte della levatrice, Isola Gallery (Roma)

Maieutiké, ovvero l'arte della levatrice

#2 Gianfranco Notargiacomo e SERJ, Michele Welke


a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono

Nell'ambito di Isola Gallery_Lab, a cura di Barbara Martusciello

Lunedì 26 maggio 2014 ore 18:30

Isola Gallery, piazza di San Bartolomeo all’Isola n. 20 (Isola Tiberina - Roma)


Lunedì 26 maggio 2014 alle 18.30, con ospiti Gianfranco Notargiacomo, SERJ e Michele Welke,  prosegue "Maieutiké, ovvero l'arte della levatrice". Il progetto ideato e curato da Lori Adragna con Maria Arcidiacono per Isola Gallery_Lab, diretto da Barbara Martusciello, mette in campo un ciclo di incontri-conversazioni che porrà in dialogo un artista e il suo allievo. Per questo secondo appuntamento gli allievi sono due e, insieme con i curatori e relatori, è previsto l'intervento di Arnaldo Romani Brizzi e altri contributi al talk di Tiziana D'Acchille (AABBAA Roma), Giorgio de Finis (MAAM Roma), Paola Pallotta e di galleristi, collezionisti, addetti ai lavori e amici che a vario titolo racconteranno di un importante passaggio sapienziale.
Infatti, nel corso dei talk i temi saranno sviluppati in modo da dare vita ad un confronto dialettico, un'occasione per rinnovare un colloquio fatto anche di un agire silenzioso, di una condivisione di esperienze, di materiali, di forme espressive, di pareri di professionisti di settore invitati a offrire il loro contributo.

Maieutiké per Socrate era l'arte dialettica ispirata al lavoro della levatrice, colei che aiuta a portare alla luce il bambino dal grembo materno, così come un maestro deve stimolare il discepolo a scoprire le piccole verità che già possiede dentro di sé.

Gianfranco Notargiacomo nasce a Roma nel 1945. La sua prima personale è alla Galleria La Tartaruga di Roma, 1971. Nel decennio ‘70 le mostre a La Tartaruga e a La Salita di Roma, segnano l’evolversi della ricerca verso il ritorno alla pittura. Con Takète, 1979 e Tempesta e assalto, 1980, (Gall. La Salita), il linguaggio assume la definitiva inclinazione verso l’astrazione d’impeto. Tra le personali: Castel Sant’Elmo, Napoli 1981; Museo di Villa Pignatelli Napoli 1983; Palazzo Reale, Milano 1998; Museo di Roma in Palazzo Braschi 2004; Scuderie Aldobrandini Frascati 2007; Centro Cultural Borges, Buenos Aires 2007; GNAM  Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2009. Recentemente (2013) al Forte Malatesta di Ascoli Piceno. Tra le collettive: VIII, 1973 e XI, 1980 Biennale de Paris; Arte Italiana 1960-1982, Hayward Gallery Londra 1982; Anniottanta, Galleria Civica Bologna 1985; Arte italiana 1960-1985, Frankfurter Kunstverein, Francoforte 1985; Arte Italiana, Museo di San Paolo del Brasile 1986; Postastrazione, Milano Rotonda di via Besana 1986; Biennale di Sydney 1988; XIII Quadriennale d’Arte di Roma 1999; Lavori in corso, MACRO Roma 2000; Anni 70 Arte a Roma, Palazzo delle Esposizioni Roma 2013-2014. È presente in Artisti Italiani del XX secolo alla Farnesina, Ministero degli Affari Esteri. È invitato alla XL Biennale di Venezia 1982 (Padiglione Italia), XLII Biennale di Venezia 1986, 54. Biennale di Venezia 2011 (Padiglione Italia – Arsenale).
Nel 1971, dopo la sua prima mostra personale, è chiamato a insegnare nella nuova Accademia di Belle Arti de L’Aquila. Dal 1979 è titolare della cattedra di Pittura, prima a Firenze, poi dal 1999 al 2011 a  Roma.

SERJ nasce nel 1985 a Bergamo. Nel 2005 si trasferisce a Roma e frequenta la scuola di pittura di Gianfranco Notargiacomo presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 2005, presente in mostre personali e collettive, formula diversi progetti che spaziano dalle discipline artistiche più prettamente visive a quelle legate all'indagine teorica, la scrittura ed il suono, in una progressiva ricerca metodologica, linguistica e formale. Tra le principali mostre nel 2013: Icone Dell’invisibile - 21 volti dell'astrazione nell'arte italiana contemporanea;  CODIMA: primo enunciato - CODIMA: secondo enunciato, progetto installativo in collaborazione con Guido D'Angelo, Cortile degli Artisti; Il peso della mia luce, con Diego Miguel Mirabella e Leonardo Petrucci, Operativa arte contemporaneageneratore – mostra presso la Factory dell'Ex mattatoio di Testaccio. Nel 2010: SERJ traiettoria scarto, personale  alla Galleria d'Arte Marchetti Roma; Anteprima 2010, Palazzo del Podestà di Ripatransone (Ap); Nel 2009: video installazione D.N.1 per la Notte Bianca di Roma in collaborazione a Davio e Welke.

Michele Welke nasce ad Ascoli Piceno nel 1984. Si laurea all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 2009 frequentando la scuola di pittura di Gianfranco Notargiacomo. Nel 2009 è invitato in occasione della Notte Bianca romana dal IX municipio dove realizza l’opera D.N.1 con il Gruppo Terra. Espone nella Galleria D’Arte Marchetti di Roma nella collettiva NEO – NATI. È invitato a fiere d’Arte Nazionali e Internazionali come Artexpò di Arezzo e 21 Art Fair di Istanbul. Segnalato nel 2013 come “meglio” ne “Il meglio e il peggio dell’Arte 2012” nel Giornale dell’Arte grazie all’esposizione XXL Extra Extra Large del gruppo XXL. Nel 2013 è finalista del Premio Combat. Segnalato nel Premio Celeste - Celeste Prize 2013. Invitato al Premio Termoli 2013 - Plus Ultra presso la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli. Nel 2014 partecipa alla collettiva La grande illusione alla Temple University, Roma e realizza l’opera permanente Gold Elevator al MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz_città meticcia (Roma).

Gli incontri avranno luogo nel cuore di Roma, negli spazi di Isola Gallery, nella piazza di San Bartolomeo all’Isola (Isola Tiberina) in quella che fu la sede della storica Rome New York Art Foundation, attiva dal 1957 al 1964. La galleria si trova in un ambiente sotterraneo nel quale sono ancora visibili resti romani e medievali; Isola Gallery è una realtà multilevel che avvicina il Cycling e il Green World alle arti visive, in questo contesto, ISOLA GALLERY_LAB si propone come contenitore culturale con la direzione di Barbara Martusciello e la collaborazione di colleghi coinvolti nelle diverse iniziative.

Gli appuntamenti saranno documentati attraverso una registrazione video che sarà resa disponibile in rete in esclusiva su art a part of cult(ure)_www.artapartofculture.net

Foto e riprese video di Salvatore G. B. Grimaldi ACI & GALATEA_Roma


Info
Maieutiké, ovvero l'arte della levatrice # 2
Gianfranco Notargiacomo e SERJ, Michele Welke
da un’idea di Lori Adragna      
a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono
per Isola Gallery_Lab diretto da Barbara Martusciello
https://www.facebook.com/pages/Isola-Gallery_Lab/633418953365974?ref=ts&fref=ts

lunedì 26 maggio 2014, ore 18,30
Isola Gallery, Piazza San Bartolomeo all'Isola n. 20 (Isola Tiberina) Roma

venerdì 23 maggio 2014

“Mediterraneo - percorso dell’arte tra fine Ottocento e Contemporaneo” 24 Maggio – 18 Giugno 2014

Sabato 24 Maggio alle ore 18.30 presso gli spazi della Galleria Paola Raffo Arte Contemporanea di Pietrasanta, sarà inaugurata la collettiva “Mediterraneo - percorso dell’arte tra fine Ottocento e Contemporaneo”, realizzata in collaborazione con Studio d’Arte dell’800 di Livorno.

L’esposizione presenterà opere dei pittori Benvenuto Benvenuti, Giuseppe Biagi, Fernando Boada, Filippo Carcano, Jessica Carroll, Eugenio Cecconi, Matteo Ciardini, Rodolfo Claudus, Emanuele Giannelli, Archimede Gruden, Bernard Guillot, Moses Levy, Lino Mannocci, Carlo Mattioli, Guglielmo Micheli, Renato Natali, RAM, Thayaht, Lorenzo Viani.
Un Mediterraneo ormai storicizzato è quello espresso nella Veduta di Livorno di Eugenio Cecconi, che negli anni Settanta dipingeva con i Macchiaioli della Scuola di Castiglioncello e quello proposto da Guglielmo Micheli - allievo prediletto di Giovanni Fattori - con la vivace prospettiva di natanti accalcati nel Porto di Livorno. Una fresca pagina di declinazione Liberty quella del Mare con bagnante di Filippo Carcano, mentre Mattino sul mare - dove cielo e distesa marina si compenetrano in un fitto ordito di brevi tocchi sfilacciati dai timbri cromatici complementari - è un magico brano divisionista di Benvenuto Benvenuti. Dai
suggestivi scogli capresi, descritti dalle fluide e mosse pennellate di Plinio Nomellini, si passa alle frequentate spiagge versiliesi osservate con disincanto e leggerezza da Moses Levy, in contrasto con il Mediterraneo espresso da Lorenzo Viani nella sua Composizione futurista. Da Fiumetto e Cabine di Ram alle Bagnanti, brevi appunti del geniale Thayaht, fino alla sintetica spiaggia di Carlo Mattioli. Il cubano Fernando Boada ci presenta un Mediterraneo
antropomorfizzato con fattezze di suadente figura femminile i cui capelli, come onde marine, ci trascinano verso le coste dell’Havana. Due artisti de “La Metacosa” ci offrono la propria visione della tematica: Giuseppe Biagi con le sue rarefatte spiagge e bagnanti immortalati in un sogno, e Lino Mannocci con la metafisica rappresentazione del molo di Viareggio, sospeso nel tempo come una nuvola in cielo. Jessica Carroll sintetizza il mare in poetici animali ora di leggero plexiglass, come ondeggianti anguille, o di bronzo, come la palla di sardine dalla
ludica plasticità. Bernad Guillot, pittore francese dal vivace cromatismo, ci guiderà invece in un viaggio verso un Mediterraneo multiculturale e variopinto.
Concludono il passaggio verso il contemporaneo Emanuele Giannelli con la sua drammatica visione dei migranti tra G. Orwell e P. K. Dick, e Matteo Ciardini in cui l’onirico nel quotidiano si rispecchia in scorci del territorio versiliese.


Galleria Raffo Arte Contemporanea
Via Padre Eugenio Barsanti, 11
55045, Pietrasanta (LU)

www.paolaraffo.com

mercoledì 21 maggio 2014

DIRITTINSCENA 2014 - TEATRO ITALIA (ROMA)

Martedì, 20 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Si è tenuta domenica 18 maggio al Teatro Italia la seconda edizione di "Dirittinscena, Festival teatrale antimafie e per i diritti umani" organizzato dall'Associazione Culturale La Casa de Asterion, con il patrocinio di Amnesty International e del Forum dei Giovani. Dieci gli spettacoli scelti tra le tante opere che hanno partecipato alle preselezioni sul tema dei diritti umani, della lotta alla mafia e ad ogni forma di criminalità come il tema dei rifiuti tossici al centro di “Tutto il mio amore” o della follia omicida dei giovani, nella rilettura di “Delitto e castigo”, per restare in tema di attualità e cronache; ma anche la denuncia di ogni forma di sopruso come nello spettacolo visionario “Abbascio ‘a grotta” di Antonio Grana che mette in scena il tema della violazione dell’infanzia, dell’aggressività sugli omosessuali e le donne. Il significato è racchiuso nel messaggio di saluto che Giorgio Napolitano, informato del festival, ha inviato sottolineando che da sempre uno dei compiti del teatro è di far riflettere la società sui suoi mali, con l’obiettivo di denunciarli e di estirparli. Con la chiave dell’impegno civile ma leggendo questo appuntamento anche come l'opportunità di offrire cultura in senso generale ed una via per i giovani che vogliono conquistare il palcoscenico. La mia scelta cade su due testi, ben resi in chiave di monologo, interpretati rispettivamente da un uomo e da una donna, da segnalare oltre allo spettacolo già citato.

Produzione Michele Castellano presenta
MALAFIA 
scritto, diretto e interpretato da Michele Castellano

"Malafia" è lo scontro drammatico tra il nobile idealismo che pervade il movimento anti-mafia e il rigido e crudele pragmatismo dell’organizzazione mafiosa. Michele, tornato in Sicilia dopo gli studi, ha trasformato il palcoscenico del suo teatro nella ribalta da cui elevare, insieme ai suoi compagni di avventura, una forte denuncia sociale contro la mafia e le sue infiltrazioni nella società civile. Tuttavia le pressanti minacce e, talora, la violenza della reazione mafiosa, sgretolano lentamente il fronte comune della resistenza, fino al punto da lasciare il solo Michele a combattere l’impari battaglia. L’atto conclusivo dello scontro avviene tra Michele e Zu’ Pino, potente boss che incarna lo spirito prevaricatore e criminale della mafia. L’atto di accusa del giovane non regredisce, nè si fa intimorire dalle reiterate minacce del boss, dilatandosi sempre più fino al drammatico epilogo finale.

L'articolo integrale su Saltinaria.it

martedì 20 maggio 2014

"Young Arabs Revolution", il terremoto arabo secondo Marco Brezza

Questo musicista, eclettico e curioso ha sentito il brivido delle rivolte come una vibrazione musicale. Nasce così un brano musicale, scritto di getto nel 2011 per poi diventare anche un video e un racconto tra immagini, parole e suoni. Ho incontrato Marco alla Rassegna "Primavere Arabe e dintorni" organizzata a Roma presso la Mondadori Piave dal fotografo Alessandro Lisci e alla quale ho partecipato con il mio libro "Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia" (Albeggi Edizioni).

Mi ha raccontato che "Come musicista, ho avuto sempre un grande interesse e passione per le "altre musiche": musica araba, indiana, africana e in generale, per tutte le espressioni musicali autentiche...ciò che in maniera estremamente provvisoria e generalista viene definita, musica etnica. Una caratteristica comune a tutte queste espressioni musicali diversissime e affascinanti è l'uso dell'improvvisazione: la creazione estemporanea di musica in tempo reale, senza l'ausilio di una partitura.
E' ciò che distingue gran parte delle tradizioni musicali orali rispetto a quelle scritte (come accade nella cultura europea).
Il mio modo di "organizzare i suoni" prevede parti scritte e parti improvvisate, con una prevalenza dell'improvvisazione su ciò che è scritto. L'idea che un brano debba essere sempre lo stesso e sempre uguale è infatti una "deformazione" molto occidentale, che si è estesa in senso globale quando si è incominciato a registrare la musica; la registrazione della musica ha trasformato un processo creativo-partecipativo (chi suona e chi ascolta) (la musica è l'unica arte che struttura e modifica la percezione del tempo) in un prodotto, condizionando la percezione e la fruizione della musica, nella gran parte dei fruitori-ascoltatori".

Com'è nato "Young Arabs Revolution"?
"L'ho concepito musicalmente di getto, in una serata del marzo 2011, entusiasmato e meravigliato per quanto stava succedendo nel Medio Oriente...
Una volta registrato il brano, ho incominciato a farlo ascoltare agli "amici romani", provenienti dai Paesi coinvolti in quella che è
stata definita "Primavera Araba"...egiziani, algerini, libanesi, giordani per vedere quale fosse la loro reazione...complessivamente, una reazione di entusiasmo e apprezzamento per quanto avevo fatto.
Ed è proprio partendo da questi "entusiasmi d'ascolto", decisi che andava strutturato un video".

Come?
"Ho chiesto aiuto agli stessi amici che avevano manifestato il loro apprezzamento: tutti avevano amici, parenti, conoscenti che vivevano nelle aree coinvolte..."fatemi mandare materiale fotografico o video che documenti ciò che sta accadendo..." E così con un semplice passaparola fatto a chi conoscevo, sono incominciate ad arrivarmi via email
foto, video e segnalazioni varie che riconducevano a varie agenzie arabe, blog, materiale privato di vario tipo".

Poi si sono unite le immagini con un lavoro di cucitura e rielaborazione.
"La creazione del video è stata ovviamente meno immediata che non la creazione della musica: 6 mesi di lavoro per selezionare una quantità immane di materiale fotografico e video. Non intendendo esprimere nessun giudizio politico o riferito ad un unico Paese, ho usato questi semplici principi orientativi, ovvero evidenziare l'enormità delle masse in mobilitazione; collegare ogni fotogramma ad una realtà geografica diversa; descrivere l'entusiasmo delle popolazioni coinvolte come la repressione in atto; e mettere in luce la presenza delle donne e dei giovani che mi sembrava possente".

https://www.youtube.com/user/mbrezza/videos

http://vimeo.com/36798220

Il folle sogno di un amore impossibile

Lunedì, 19 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Un docufilm, un documentario, una performance nella quale l’arte trasforma la vita, il dolore, la malattia e la morte grazie alla capacità di sognare. Si sogna un mondo impossibile, non migliore, come quello di Don Chisciotte, perché la vita è più forte di tutto, ma i sogni la superano. Una grande lezione: l'arte non può sostituirsi alla vita né vincere le cause ma rende la vita tale, un valore, in una dimensione di gioco di grande serietà che nasce dalla consapevolezza del valore della follia. La realizzazione è un dettaglio.

IL FOLLE SOGNO DI UN MONDO IMPOSSIBILE
di Mauro Cozza e Valentina Ferrari
realizzato dalla Fondazione Somaschi Onlus – Casa Alloggio La Sorgente
in collaborazione con Lions Club Cernobbio
presentato per la Giornata Mondiale contro l’AIDS
soggetto e sceneggiatura di Valentina Ferrari e Francesca Marchegiano
produzione esecutiva di EMMECIDUE Studio
fotografia di Mauro Cozza, Giuliano Piccolo e Carlo Migliorin
montaggio di Mauro Cozza e Valentina Ferrari
musiche di Sulutumana


L’esperienza è un’iniziativa sociale di sostegno e ‘promozione’ della Casa Alloggio La Sorgente, grazie a volontari che operano nell’accoglienza e sostegno di malati di Aids che hanno contratto la malattia per varie ragioni. Il video è un racconto documentario della vita comune di una grande famiglia di gente ‘rifugiata’ che viene da una casa - che sembra una casa ma non lo è come dice una ragazza - e da una famiglia che non lo è e da un luogo che sembrava un porto ma senza mare. Come navi incagliate, gli ospiti di questa struttura sono rimasti prigionieri della società e poi di loro stessi, di scelte sbagliate o semplicemente non felici e sono diventati emarginati dell’indifferenza e dell’ignoranza: perché la gente è sospettosa e se vede un possibile malato di Aids si scansa come fosse contagioso.

La realizzazione è semplice, ma giustamente sintetica, senza buonismi, storie e contrasti di tutti i giorni, senza cedere alla disperazione né all’illusione, come in un’autentica famiglia che non è solo un viaggio di nozze. Piacevole l’alternanza con il bianco e nero per la parte ‘didascalica’ e i titoletti che creano capitoli, episodi del racconto.

L'articolo integrale su Saltinaria.it

lunedì 19 maggio 2014

II Edizione della Rassegna teatrale Diritti in Scena 18 maggio 2014

Teatro Italia di Roma con Laura Sales e l'altra organizzatrice della rassegna nel foyer

Qualche immagine del Film di Roberta Bellini, regista e coprotagonista de' "La mia vita…" con Gianvito Leone
L'intervista a cura di Ilaria Guidantoni su SaltinAria.it

venerdì 16 maggio 2014

Seconda edizione rassegna di teatro "Diritti in scena"

II edizione Rassegna di teatro 
In giuria
Ilaria Guidantoni
"Diritti in scena"
quando lo spettacolo sposa i diritti umani e la legalità

Domenica 18 maggio 2014 - Roma, Teatro Italia 

13.45
Associazione AMICI DEL TEATRO   Associazione ITINERARTE
Titolo:  LA SCELTA
Testo e regia Giancarlo Guercio-Maria Pia Papaleo
REGIA  LISA COLOSIMO   MARIA PIA PAPALEO

14.45
Produzione Michele Castellano
MALAFIA
Scritto e diretto da Michele Castellano
Con Michele Castellano

15.30
Compagnia: 4NT1GØN3 Project

Titolo: 4NT1GØN3
Autore: Eugenio Durante

16.15
In giuria
Laura Sales
LIBERE ONDE TEATRO
presenta
TUTTO IL MIO AMORE
scritto e diretto e interpretato da
Melania Fiore

17.15
Ass.ne cult. MALITALIA
TITOLO:  “O CU NUI O CU IDI – La vera storia di Maria Concetta Cacciola. Uccisa dalla ‘ndrangheta
Scritto da MALITALIA con la regia di Enrico Fierro e Laura Aprati
RECITAZIONE: Alice Valente VISCO
RECITAZIONE MUSICALE: Paolo DAMIANI

18.15
Laboratorio DIRITTINSCENA
DONNE ARGENTINE IN FONDO AL MARE
Di Daniel Fermani

18.50
Teatro Madrearte
ABBASCIO ‘A GROTTA
di Antonio Grana

19.30
G.A.L. - Gruppo Amici di Lelio
LA TERRA E LO SPOSO
scritto da LUIGI MARIA ORTALLI

20.30
Khoreia 2000
VIOLE’
Di e con Angela MICIELI
Regia: Rosy PARROTTA

21.30
Compagnia ORCHESTRA TEATRALICA
ACQUA
Di e con GIOVANNI AVOLIO

22.30
COMPAGNIA: Rum & Pera
Delitto & Castigo
adattamento Gianfranco Migliorelli da autori vari

Ore 23.30
Compagnia: "produzione teatro Kopó"
Titolo : "Il coraggio fa...90!"

giovedì 15 maggio 2014

Come Erika e Omar… è tutto uno show - Teatro Lo Spazio (Roma)

Mercoledì, 14 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Dal 6 maggio all'1 giugno. Una scelta singolare, provocatoria, che arriva addosso e scuote: un musical per raccontare l’orrore, non solo tratto da una storia vera, cronaca dei nostri giorni, ma che la ricalca, come se…ed è ancora peggio perché i nuovi protagonisti, Jessica e Christian, sono tra i tanti possibili imitatori del male che fa più proseliti, si sa, del bene. Potente gioco di luci, in un ambiente singolare, un palcoscenico sdoppiato, una regia strutturata, belle le voci soprattutto dei giovani protagonisti e valida decisamente l’interpretazione. Il musical ha pretese e lo spettacolo convince appieno, nel ritmo incalzante e originale: due tempi, per due storie, non solo il seguito; la cronaca fino al processo e alla condanna, la vita in carcere fino alla libertà e il nuovo incontro tra i protagonisti, ma soprattutto il vissuto mediatico. “E’ tutto uno show” è lo slogan di un programma televisivo che diventa metafora assurda della nostra società che è incollata alla tv e conquistata dal sangue che batte perfino lo sport. Impegnativo, malgrado la forte ironia e la capacità di giocare; non è un amusement, è un testo che fa riflettere e decisamente originale, che dimostra che il musical a volte può essere solo italiano.

COME ERIKA E OMAR...È TUTTO UNO SHOW

il primo "Diversamente musical" italiano 
regia di Enzo Iacchetti

musiche di Francesco Lori

liriche e testi di Tobia Rossi

con Massimiliano Pironti, Gea Andreotti, Paola Lavini, Manuele Colamedici, Gustavo La Volpe, Paola Giacometti, Matilde Facheris, Michele Savoia, Giada Lorusso, Marco Massari, Fabrizio Coniglio, Chiara Anicito
coreografia di Alessandra Costa
Enza Iacchetti è affiancato nella regia tecnica da Alessandro Tresa



“Come Erika e Omar - è tutto uno show” è la storia di un'emulazione della terribile tragedia di Novi Ligure avvenuta nel 2001, un "diversamente musical" che racconta l’Italia degli orrori dei nostri tempi, più comune di quanto si possa pensare. A dispetto di quanto si sente dire sul genere del musical, inglese e americano per antonomasia, questo spettacolo tutto italiano per la storia, il gusto, la lingua, dimostra che esiste un teatro cantato e ballato radicato nella nostra tradizione.

Lo spettacolo comincia in questo teatro defilato, per arrivare al quale si costeggia il mercato rionale di via Sannio e si entra in un piccolo piazzale della vecchia Roma, dove ci sono i panni stesi nella casa di fianco, delle sdraio che ricordano vecchi film del Neorealismo, di fronte al teatro stesso. Ci si chiede se la scena sia già cominciata e all’interno un piccolo spazio incornicia la platea in un palcoscenico che non è frontale ma si divide su due lati costringendo a muovere lo sguardo e imprimendo dinamicità all’azione. Alle spalle il bar con un arredo anni Cinquanta-Sessanta dove tra l’altro ci sono i ‘duri di menta’, caramelle colorate, dolci e durissime delle quali ho un vago ricordo non so se diretto delle estati al mare o più probabilmente dei racconti di mia madre.

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martedì 13 maggio 2014

Senso e perdita del tempo per l'ultimo week end di KILOWATT TUTTO L’ANNO

Dopo il successo dei mesi precedenti stanno per concludersi le attività di “Kilowatt tutto l’anno” nei nuovi spazi teatrali della ex Misericordia, a Sansepolcro.

Sono andati in scena 19 spettacoli, già superato il numero complessivo di 1.000 spettatori, oltre 500 persone coinvolte nelle attività collaterali (Il Centro della Visione, workshop con gli artisti, attività di residenza rivolte a adolescenti, anziani, danzatori, ecc): Kilowatt Tutto l'Anno ha concretizzato l'idea di una residenza aperta alle nuove creazioni degli artisti e alla loro interazione con i cittadini residenti nel territorio.

Venerdì 16 maggio Silvia Gribaudi presenta “WHAT AGE ARE YOU ACTING?”. Sabato 17 maggio Iaia Forte è in scena con “L’ISOLA DI ARTURO”.

What Age are you acting?
 (foto Alice Pozzoli)
Venerdì 16 maggio alle 21:00 Silvia Gribaudi presenta WHAT AGE ARE YOU ACTING?, uno spettacolo per indagare il tempo e il segno che lascia nella vita dell’uomo. Quante età ci sono dentro di te? Quanti anni ti senti? Quanti anni hai, davvero? Quali segni lascia il tempo su di te? Abbiamo paura della morte o accettiamo che tutto scorre? Uno spazio per indagare età diverse dentro lo stesso corpo. Passato, presente e futuro si mescolano all’esigenza di mantenere la forma attuale nel contrasto fisico di uno scorrere che modella le forme. Ma cosa rimane inalterato? La performance indaga la possibilità di una comunicazione fra età diverse in cui i corpi muoiono e rinascono oltre il tempo di una vita.

La danzatrice Silvia Gribaudi conduce un laboratorio di teatro e danza aperto a uomini e donne over 60. Non è richiesta alcuna esperienza pregressa, solo la voglia di mettersi in gioco e la curiosità di percorrere un cammino dentro se stessi e in relazione con gli altri partecipanti al laboratorio.
Il laboratorio si terrà da venerdì 9 a giovedì 15 maggio compresi (con pausa domenica 11), tutte le mattine, dalle 09:30 alle 12:00.
Il costo a persona è di 50 euro.

Iaia Forte
(foto G.Fiorito)
Sabato 17 maggio sempre alle 21:00 Iaia Forte è in scena con L’ISOLA DI ARTURO, tratto dall’omonimo romanzo di Elsa Morante. “Quando ho letto per la prima volta L’Isola di Arturo ero molto giovane. I personaggi erano così vivi che mi sembrava di averli accanto, di sentire il loro calore nella stanza in cui leggevo. Quando in età adulta, già innamorata della Morante, ho deciso di rileggerlo, ho compreso cose che da piccola non riuscivo a capire, ma ho sentito che la memoria “fantastica” della prima lettura era rimasta intatta, e che questo libro, per me, avrebbe incarnato per sempre l’adolescenza. L’Isola e Arturo sono lo stesso corpo, selvatico e denso, sono l’infanzia e l’innocenza, e il romanzo racconta magnificamente quel “rito di passaggio” da un età all’altra così traumatico per tutti noi. Ho deciso di lavorare su questo romanzo per il piacere di comunicare una lingua così bella, e per passare del tempo in compagnia di “Quell’isola”, di quel tempo perduto, che è per tutti noi, il nutrimento più vitale dell’immaginazione.”

La programmazione lascerà poi spazio al festival estivo che si terrà dal 18 al 26 luglio 2014.

Biglietti d’ingresso spettacoli a soli 6 euro.

Prenotazione biglietti: Michele Rossi Flenghi comunicazione@kilowattfestival.it 339.4074895

Accrediti operatori teatrali:  Gianluca Cheli gianluca.cheli@kilowattfestival.it 392.8140940

Accrediti stampa: Caterina Meniconi kilowattstampa@gmail.com 345.3261032

Per l’iscrizione al Laboratorio scrivere a  organizzazione@kilowattfestival.it
Per info www.kilowattfestival.it o chiama il numero 349/8650250

Domenica 18 maggio DIRITTINSCENA - Primo Festival teatrale antimafie e per i diritti umani

II Edizione della Rassegna di teatro
Diritti in scena, a Roma 
domenica 18 maggio 2014

DIRITTINSCENA - Primo Festival teatrale antimafie e per i diritti umani
Seconda edizione
Domenica 18 Maggio alle ore 13.45 inizia la maratona teatrale sul tema dei diritti umani e della lotta alle mafie. Sono 12 le compagnie che si alterneranno ogni ora sul palcoscenico del Teatro Italia.

ORE 13.45 Associazione AMICI DEL TEATRO  con LA SCELTA, ORE 14.45 Michele Castellano con MALAFIA, ore 15.30 4NT1GØN3 Project Con 4NT1GØN3; ORE 16.15 LIBERE ONDE TEATRO Con TUTTO IL MIO AMORE, ORE 17.15 ass. MALITALIA con “O CU NUI O CU IDI – La vera storia di Maria Concetta Cacciola. Uccisa dalla ‘ndrangheta, 18.15 Laboratorio DIRITTINSCENA con DONNE ARGENTINE IN FONDO AL MARE Di Daniel Fermani, ORE 18.50 Teatro Madrearte ABBASCIO ‘A GROTTA, ore 19.30 G.A.L. - Gruppo Amici di Lelio, LA TERRA E LO SPOSO, ore 20.30, Khoreia 2000 con VIOLE’, ore 21.30Compagnia ORCHESTRA TEATRALICA con ACQUA, ore 22.30 Rum & Pera con Delitto & Castigo, Ore 23.30 "produzioni teatro Kopó" con "Il coraggio fa...90!"

Il bellissimo teatro Italia, sito in Via Bari 18, Roma; ospita infatti la seconda edizione di DIRITTINSCENA,  Festival teatrale antimafie e per i diritti umani organizzato dall'Associazione Culturale La Casa de Asterion.
Le compagnie provenienti da tutta Italia sono le finaliste di un bando che ha visto la partecipazione di numerose altre compagnie di grande valore artistico e sociale.
Il concorso rassegna teatrale fortemente voluto da La Casa de Asterion, che gode quest’anno del patrocinio di Amnesty International, del Forum dei giovani, della Regione Lazio, del Comune di Roma, del Secondo Municipio, vuole diventare un vero e proprio appuntamento della Capitale per tutti coloro che attraverso l’arte portano avanti un contenuto importante come quello della lotta alle mafie, dell’affermazione della giustizia sociale e del rispetto dei diritti umani
Il festival, che quest’anno può contare su una location bellissima ed importante come il Teatro Italia, nasce per valorizzare le produzioni teatrali indipendenti e giovanili che stimolano la riflessione, il desiderio di formare una coscienza critica, affiancando il valore artistico all’impegno civile.
Nasce dalla necessità di ristabilire il posto dell’arte nella vita dell’uomo; un posto centrale di riflessione, dibattito, sublimazione della realtà, denuncia
Una giuria di 9 membri giudicherà il valore delle opere messe in scena, tra i giurati Domenico Durastante, Assessore alle Politiche scolastiche e alla legalità del IX Municipio; Ilaria Guidantoni Giornalista e Scrittrice, si occupa soprattutto di Mediterraneo, dialogo interculturale, interreligioso, nuovi femminili e scenari e opportunità di sviluppo nella macro-regione Euro-Maghreb, Luca Nigro, giornalista; Maria Cristina Gionta, attrice, musicista e ballerina; Emiliano Ottaviani, attore e cantante; Carmelo Lentino, giornalista, consigliere Forum nazionale dei giovani, segretario nazionale associazione italiana alberghi, Giulio Vincenzo Currado Responsabile delle residenze universitarie di Lazio ADISU, Ente italiano per il diritto allo studio,
Il costo del biglietto è di 5 euro a spettacolo. Nell’arco della giornata ci saranno dibattiti e tavole rotonde. Il tutto finalizzato alla crescita della coscienza critica nei giovani e alla possibilità di incontrare un pubblico attento, presente e partecipe-

Info e prenotazioni: dirittinscena@gmail.com
Tel 3209640077

L'arte del comando. L'eredità di Augusto

Domenica, 11 Maggio 2014    Ilaria Guidantoni

Museo dell’Ara Pacis
25 aprile – 7 settembre 2014

La storia narrata è protagonista di questa esposizione insieme al suo contenitore, l’Ara Pacis, splendido perché consente di viverci dentro. L’altare celebrativo espone se stesso e racconta il mito di Roma allusione al potere politico e religioso come categoria universale, e il culto della personalità fino al delirio, da Augusto a Hitler. Un po’ faticosa la lettura, lunga, e il procedere simultaneo dei pannelli secondo la storia degli uomini guida da una parte, le opere dall’altra che non seguono la temporalità, ma la tematica.

L’Ara Pacis fu costruita con un Decreto del Senato del 13 a.C. quando Augusto tornò a Roma dalle campagne di Spagna e di Gallia con successo, sotto il Consolato di Tiberio Nero e Publio Quintilio. In suo onore si stabilì che nell’area di Campo Marzio, una volta l’anno, si rendessero sacrifici e fosse edificato un altare dedicato a Pax, divinità che Augusto declinò in chiave politica. All’ingresso si trova ad accoglierci forse il più importante ritrovamento dell’area durante i lavori di consolidamento del 1859, la Testa ideale di fanciullo che potrebbe raffigurare il Genio romano o anche Ascanio (il figlio di Enea, progenitore della stirpe romana).
La mostra dedicata alla figura di Augusto come categoria simbolica, quello del potere, di natura verticistica, è al piano inferiore ed è quella che Hegel definirebbe una categoria dello spirito, dai Romani, all’Era Cristiana fino alle dittature del XX secolo. Nell’esposizione è ricordata la visita di Hitler a Roma nel 1938 per il quale non a caso, giunto alla Stazione Ostiense, fu organizzato un percorso illuminato lungo le glorie monumentali imperiali.
All’interno delle celebrazioni per il Bimillenario della morte di Augusto, Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali promuove la mostra “L’arte del comando. L’eredità di Augusto”, che approfondisce le principali politiche culturali e di propaganda messe in atto da Augusto nel suo principato e replicate nei secoli per il loro carattere esemplare.

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Preraffaelliti. L’utopia della bellezza

Sabato, 10 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Torino – Polo Reale
Palazzo Chiablese, Piazzetta Reale
19 aprile- 13 luglio 2014

Un viaggio nel chiaro-scuro di sensazioni sfumate come la malinconia, la morte come condizione poetica, l’amore come struggimento, la donna come ambivalenza: un tuffo nel passato gotico eppure precursore del gusto noir moderno. Il contrasto al centro di una pittura sontuosa, carica di particolari e simbologie e al tempo stesso di grande modernità che mette al centro il femminile.

Il percorso torinese nel bel Palazzo Chiablese del Polo Reale, al centro della città, ospita oltre 70 opere di questa importante avanguardia nata a Londa nel 1848, la cui confraternita si sciolse di lì a pochi anni. L’eredità resta però fino ai giorni nostri in modo del tutto singolare. Il critico Luca Beatrice, curatore della mostra, in video spiega la strana inattualità di questo gruppo di pittori attorno ai quali si raccolse anche un cenacolo di poeti e scrittori quali Charles Dickens.

La mostra, promossa dal Comune di Torino in collaborazione con la collezione della Tate Gallery presenta oltre 70 opere, molte delle quali per la prima volta a Torino.

E’ un movimento insolito perché guarda da un lato al passato lontano, quello del Medioevo gotico, oscuro e tenebroso, per altri aspetti è precursore del glam noir della moda inglese soprattutto di stilisti quali John Galliano o Alexander Mc Queen e di certo rock gotico appunto. In fondo il Movimento accompagna per una parte il lungo regno della regina Vittoria, morta nel 1901, che rimase giovane vedova, addolorata quanto desiderosa di non sacrificare il gusto per la bellezza – vero e proprio mito anche dei Preraffaelliti – e lanciò l’idea di indossare il lusso rendendolo à la page. Un tema che si ritrova in modo insolito fino ai giorni nostri anche in alcune espressioni del punk. Il movimento si lega allo stile della maniera italiana, antecedente a Raffaello, e ad alcuni temi in particolare, come l’attenzione e l’ispirazione didascalica e simbolica rispetto alla letteratura.

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giovedì 8 maggio 2014

Festival della Luce, 10-18 maggio 2014, Como

Il Festival tratta il tema della luce, intesa sia come fenomeno naturale sia come metafora di creatività, innovazione e conoscenza, e vuole proporre Como ed il suo Lago, attraverso la realizzazione di specifiche iniziative, come simbolo e luogo di sviluppo della conoscenza, laboratorio e vetrina di creatività e innovazione. 

La 1a Edizione del Festival coinvolge studiosi, giovani innovatori, aziende, esperti del settore, scienziati, filosofi  e addetti ai lavori per parlare di luce, di energia e di intelletto attraverso eventi di intrattenimento e dibattito, mostre, exhibit e laboratori didattici. Il Festival “filtrerà e scomporrà” la luce delle sue 3 grandi linee tematiche: luce e vita, luce e comunicazione, luce ed energia.

Segnaliamo tra i vari eventi la conferenza di Philippe Daverio Venerdì  alle 21 e quella di Ferdinando Scianna, uno dei nostri più importanti fotografi italiani, Sabato alle 18.
Per i ragazzi, attività didattiche nella ex chiesa di San Francesco, oggi Fondazione Ratti.

Gli eventi sono tutti gratuiti, c'è bisogno di prenotare solo per le conferenze.


Per informazioni e prenotazioni

www.festivaldellaluce.it
info@festivaldellaluce.it

"Andy Warhol" - Mostra al Museo di Roma "Palazzo Cipolla"

Martedì, 06 Maggio 2014  Ilaria Guidantoni

Un mito, uno stile di vita prima che un'artista; visto e rivisto. lL mostra romana merita, perché semplicemente è ben fatta, commentata adeguatamente e ci racconta il suo modo di concepire l'arte, la rivoluzione che ha rappresentato senza dirci quello che tutti sappiamo o almeno raccontandocelo in un una prospettiva critica e con la giusta distanza

Dopo il grande successo di pubblico ottenuto a Milano, Andy Warhol giunge finalmente a Roma. Le opere dell’artista statunitense, padre della Pop Art americana, sono esposte nelle sale del Museo della Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, in pieno centro (nella centrale via del Corso), in uno spazio rinnovato e piacevolmente fruibile.
L'esposizione presenta oltre 150 opere, tele, fotografie, sculture che fanno parte della Brant Foundation e raccontano una storia intensa ed uno scambio culturale unico fra il giovane collezionista e l'artista: un ragazzo che si innamoro' dell'arte come molti altri di amori adolescenziali. Una passione che è diventata una ragione di vita e che in mostra presenta l'evoluzione della pittura di Warhol con varietà nei soggetti e nel tempo. Un incontro dal quale nascerà un sodalizio unico e da cui fiorirà la mitica e rivoluzionaria rivista Interview, fondata da Warhol stesso nel 1969 e che Brant acquisterà con la sua casa editrice subito dopo la morte dell’artista nel 1987. Due personaggi rappresentativi di un'epoca e di un milieu ben preciso a New York.

Promossa dalla Fondazione Roma, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma e dal Comune di Milano-Cultura, l’esposizione è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, con il commento del critico d'arte Francesco Bonami, interessante, ampio e non pedante come spesso accade nei commenti alle mostre.


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martedì 6 maggio 2014

Celebrazione 60° anniversario della Stazione ferroviaria di San Paolo Solbrito - Sabato 10 maggio inaugurazione della mostra "Il mondo visto dal treno"

CELEBRAZIONE 60° ANNIVERSARIO
DELLA STAZIONE FERROVIARIA DI SAN PAOLO SOLBRITO

A cura del gruppo storico San Paolo Solbrito

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA
“IL MONDO VISTO DAL TRENO”

SABATO 10 MAGGIO 2014


Il pomeriggio e la cena saranno allietati dalle note della Filarmonica Valle Sacra di Colleretto Castelnuovo

Ore 16:15
Stazione FF.SS., Binario 2
Ritrovo cittadinanza e breve rievocazione 
Segue il Corteo con la Bella Ferroviera scortata da damigelle con divise storiche
Si raggiunge il Salone don Omodè, Via Roma

Ore 17:15
La Bella Ferroviera inaugura la mostra “Il mondo visto dal treno”

Ore 18:00
Santa Messa prefestiva
Al termine, in Piazza Rissone … L’Araldo annuncia…

Ore 20:00
Oratorio, Via Roma
“Amici del treno in tavola” a cura della Pro Loco
Cena-buffet freddo dedicata ai ferrovieri, ex ferrovieri e passeggeri tutti
(costo a persona € 15 – prenotazioni presso oratorio – si prega di prenotarsi entro il giorno 7 maggio 2014)

Il pomeriggio e la cena saranno allietati dalle note della Filarmonica Valle Sacra di Colleretto Castelnuovo

Editoriaraba - Ghayath al-Madhoun and Marie Silkeberg: Damascus in Two Voices

Article originally published on yesterday’s Abu Dhabi Book Fair magazine “Show Daily”
The late Egyptian poet Ahmad Shawqi (1868-1932), known as amir al-shu‘ara’ (“the prince of poets”), once wrote in one of his poems that the promised land was here on Earth and it was Damascus.
It’s been three years since the Syrian revolution started, and after three years of brutal repression, Damascus may have lost many of the things that reminded Shawqi of heaven, but it certainly has not lost its position as a source of inspiration for many poets and writers, from the Arab world and beyond.
Author and journalist Ghayath al-Madhoun, born in the Palestinian refugee camp of Yarmouk in Syria, and now resident in Sweden, and Swedish poet Marie Silkeberg have dedicated a poetry book to the Syrian capital, written in Arabic and Swedish. The book’s title itself, To Damascus (Till Damaskus in Swedish) is a crossroads of cultural references, referring both to the famous play of the same name by Swedish playwright August Strindberg and to the conversion of Saint Paul on the road to Damascus. 
The book was published last February by the Swedish publishing house Albert Bonniers Förlag and it marks the first time the two poets have cooperated on a poetry book, although it is not the first time they have worked together. Previously, they have written and produced “poetry films”, a different form of cultural expression where the words are as important as the sounds and the images on the screen.
For a long time they used this type of artistic expression as a “transitional place” where they could meet, confront their differences, and create something new out of the encounter. Producing poetry films worked well with respect to their own different cultural and geographical backgrounds: “I don’t think it would have been possible even to write without this distance,” said al-Madhoun. “The struggle to write something true without the fear of having your expression invaded and erased would have been too hard without it. It’s more the energies that fuel writing that we share, the curiosity and the joy in taking risks as poets and persons, and a concern for detail in a very wide sense.”
Al-Madhoun and Silkeberg felt compelled to write a book to and for Damascus and about the Syria of today both by the brutality of the repression exerted by the Syrian regime over its population and by life in Europe, where the echo of what is happening in Syria is somehow choked and distorted. But the city portrayed by the two poets in their poems is not just Damascus: it “looks like Damascus, but it’s a Damascus of today, where every line becomes a disaster.”

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"All in" - Antonello Costa al Teatro degli Audaci a Roma, dal 7 al 18 maggio

dal 7 al 18 maggio
TEATRO DEGLI AUDACI

ALL IN (25 anni da guitto del varietà)

Nel poker americano si dice “ALL IN” quando il giocatore punta tutto quello che ha davanti.
Così Antonello, per festeggiare i suoi primi 25 anni di carriera (il primo spettacolo è del 1987) sceglie tra i numeri del suo repertorio (che in questi anni sono diventati più di 100) i 14 che maggiormente hanno segnato il suo cammino artistico e li punta, non sul tavolo verde ma sulle tavole del palcoscenico.
In breve la gavetta di un artista straordinario che da anni si produce, scrive testi e canzoni, crea numeri, personaggi, macchiette, canta, balla, organizza, coordina e dirige una compagnia di tecnici e attori bravissimi.

3 anni in compagnia (la gavetta da suggeritore a direttore di scena e infine attore, appunto nel 1987), poi l’esperienza nei villaggi Valtur, le scuole di recitazione, canto, danza classica, tip tap, i festival del cabaret (primo classificato nel 1998 al festival di Grottammare a pari merito con Ficarra e Picone), tanta televisione nazionale (da Beato tra le donne a Pippo Baudo, da Limiti a Costanzo) tantissima quella regionale (Seven show, Avanzi popolo, Casbah e Fregatur, Insieme, Chi c’è c’è chi non c’è ciao, Supertrambusto, Antonello Costa 2010, Ottovolante su radio 2 e tante altre).
E ancora tanto teatro: le commedie musicali "Amore in dvd" e "Il brigante" e i varietà (ben 10 da 2 ore) che dal 2002 impegnano Antonello e la sua compagnia in giro per tanti teatri italiani.

In questo spettacolo “greatest hits” Antonello sarà:
Don Antonino lo zio siculo, Tony Fasano, Dante, Rocco il lookmaker, il rapper Mc Adelio, Nicolino il cinesino, Totò - Chaplin, Petrolini e Fred Astaire, il karacose, Michael Jackson e tanti altri.
2 ore di risate, in un varietà che sprizza allegria dalla scena ai costumi, dalle luci alle trovate di regia, continuando e modernizzando la tradizione del varietà italiano.
Con Antonello Costa, la soubrette Annalisa Costa, con il meglio del “suo” repertorio e 3 bellissime e bravissime ballerine.

Lo spettacolo sarà in scena dal 7 al 18 maggio 2014 al teatro degli Audaci a Roma (zona centro commerciale Porta di Roma).


TEATRO DEGLI AUDACI - via Giuseppe De Santis 29, 00139 Roma
Per informazioni e prenotazioni: telefono 06 94376057 - mail organizzazione@teatrodegliaudaci.it  
www.teatrodegliaudaci.it  
www.antonellocosta.it
Modalità’ di prenotazione: I biglietti possono essere prenotati telefonicamente allo 06 94376057 e ritirati anche il giorno stesso, entro 45/30 minuti prima dell’orario di inizio dello spettacolo
Orari botteghino: Dal lunedì al sabato dalle ore 10/13.30 e dalle ore 16.00/20.00;
la domenica dalle ore 16.00 alle ore 18.00
Acquisto online: Puoi acquistare i biglietti dello spettacolo via internet sul sito www.bookingshow.it o scaricando l’applicazione per Ipad, Iphone e Android.
Costo biglietti: intero € 20,00 /  € 16,00 - ridotto € 12,00 (Biglietto ridotto valido per ragazzi fino a 14 anni, over 65 anni, soci e/o dipendenti dei circuiti, dei CRAL e degli enti convenzionati)
Orario spettacoli: dal mercoledì al sabato ore 21.00, la domenica ore 18.00
Parcheggio riservato: il Teatro dispone di un parcheggio riservato gratuito aperto tutti i giorni degli spettacoli dalle ore 19 alle ore 23, la domenica dalle ore 16 alle 21

La Caccia - Teatro dell'Orologio (Roma)

Sabato, 03 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Dal 2 all'11 maggio. Testo interessante, con grande ritmo che mantiene per tutta la sua durata fino all’epilogo paradossale e aperto. Ironico, graffiante, crudele, racconta una storia di ordinaria follia, oggi di attualità più che mai: un colloquio può diventare spietato, una questione di vita e di morte in tutti i sensi. Pur di ottenere un lavoro cosa si è disposti a fare? Una vera caccia all’uomo nella quale tutti sono prede e cacciatori ad un tempo, certamente e comunque vittime di un gioco assurdo e violento, occasione per disvelare i buchi neri che sono nel fondo dell’umanità. Autore e regista si identificano come la messa in scena dove la regia è tutta nel testo e anche la scenografia è quasi superflua. Un testo che per dare il meglio di sé ha bisogno di grandi interpreti.

L’associazione culturale EXTRAVAGARTE presenta in prima assoluta
LA CACCIA
scritto e diretto da Giancarlo Moretti
con Alberto Caramel, Lucia Ciardo, Rossella Rhao, Domenico Stante

In scena al Teatro dell’Orologio - Sala Gassman, dal 2 all’11 maggio, in prima nazionale assoluta, il nuovo lavoro dell’autore e regista Giancarlo Moretti dal titolo “La Caccia”. Protagonisti: Alberto Caramel, Lucia Ciardo, Rossella Rhao, Domenico Stante.

Unità di azione, luogo e tempo. Sono gli ingredienti base della tragedia greca. Questa è una commedia italiana che della tragedia ha il dolore corale, espiazione di una colpa dei padri - la classe dirigente che ha portato il Paese sull’orlo del fallimento - e l’epilogo senza speranza.

Una stanza, un’anticamera anche metaforica che resta però la stanza della risposta oltre che dell’attesa. Spoglia, discretamente squallida come l’incontro che vi si svolge: siamo ad un colloquio per ottenere un lavoro in azienda. Tre candidati partecipano alla selezione per un lavoro che sembra ben pagato, di responsabilità e prestigio dove la capacità di leadership e anche di interagire con il gruppo in una situazione di stress sembra un parametro essenziale per l’assunzione, al di là delle professionalità e della formazione culturale. Ci vuole carattere per resistere in azienda e il colloquio sembra una simulazione a tutti gli effetti dell’inferno che attende il pretendente ‘fortunato’.

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“Il Paese dove non si muore mai” - Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi (Roma)

Venerdì, 02 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Una mise en espace delle nuove leve della Scuola Silvio D’Amico che promettono bene, dosata con accuratezza tra lettura e interpretazione in una successione di quadri espositivi legati da un filo conduttore come gli stralci di racconti che rimettono insieme. Il testo è scabro, con alcuni accenni poetici ed una grande ironia: il racconto amaro con la delicatezza, il disincanto, una punta di rabbia di una giovinezza mancata, quella di una generazione vissuta nel socialismo. Originale il punto di vista: dalla parte delle ragazze e soprattutto delle ‘cattive ragazze’.


Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”
in collaborazione con Occhio Blu Anna Cenerini Bova, Associazione Culturale Italo-Albanese
con il Patrocinio della Ambasciata della Repubblica di Albania In Italia presenta
IL PAESE DOVE NON SI MUORE MAI
di Ornela Vorpsi
reading a cura di Massimiliano Farau
interpreti Flaminia Cuzzoli, Vittoria Faro, Gloria Gulino, Valentina Ruggeri, Giulia Tomaselli

La serata unica dedicata al libro di racconti “Il Paese dove non si muore mai” di Ornela Vorpsi ritrae l’Albania degli Anni Settanta-Ottanta, decantata dall’apparato come il Paradiso, anzi l’anticamera dell’Eden: il socialismo preludio al comunismo. Quando il primo sarà sublimato nel secondo non ci sarà più bisogno di soldi per comprare quello di cui ognuno ha bisogno. Allora tutti potranno comprare allo stesso modo (evidentemente solo) quello di cui necessitano senza scelta: quello che viene ritenuto utile dalla propaganda. All’entusiasmo segue presto il sospetto di una cocente delusione da parte di una ragazza che subodora l’arcano.

L’Albania emerge da frammenti di storie che sembrano a tratti essere un’unica vicenda, o parti di uno stesso mosaico, sia in famiglia sia a scuola, come un’enorme macchina della quale i singoli sono solo ingranaggi forgiati da altri ad immagine e somiglianza di un presunto stato ideale deciso da pochi e imposto a tutti.

Il racconto è originale con cambi stilistici, in certi momenti crudo, in altri malinconico, senza mai perdere una vena d’ironia, quella che consente alle ragazze - soprattutto quelle giudicate cattive - di continuare a sognare. A poco a poco viene fuori una realtà di sangue e di violenza, nella quale a dispetto delle magnifiche sorti progressive del socialismo, imperano il maschilismo e un desiderio sessuale rapace da parte degli uomini, che rincorrono sogni di bellezze vuote e disponibili in un paese nel quale la bellezza è sinonimo di corruzione eppure è l’unica cosa desiderata.

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Teatro Mediterraneo: la cultura del sociale, strumento di sviluppo

Mercoledì, 30 Aprile 2014 Ilaria Guidantoni

Un progetto di teatro interculturale nel cuore della Sicilia per unire il bianco al nero. “I meneni”, gli abitanti di Mineo, comune siciliano tra Caltagirone e Palagonia adagiato su due colli degli Iblei nord-occidentali, apre il progetto del Teatro Mediterraneo, un’iniziativa di intercultura tra il mosaico Mediterraneo e quello europeo ancora troppo granitico. L’idea - presentata alla Camera dei Deputati con il collega Stefano Folli, firma de “Il Sole 24 Ore” - racconta un’esperienza di nuova identità, fatta di inclusione e integrazione, di recupero delle radici e della memoria quale piattaforma di apertura all’altro. Lo spettacolo, scritto dal drammaturgo Massimiliano Perrotta - Direttore artistico del “Teatro Mediterraneo” - con la regia di Walter Manfrè, racconta l’esperienza di un comune che è doppio, uno bianco e uno nero, come ha raccontato il Sindaco di Mineo.
 
L’esperienza che sta dietro questo progetto è quella del CARA, Centro di Accoglienza per Rifugiati e richiedenti Asilo, la principale struttura europea di seconda accoglienza che gestisce una rete di 4000 migranti tenendo conto che la sola Mineo è in grado di ospitarne fino a 300. La filosofia della struttura ripensa la strategia identitaria nel lungo periodo e valorizza l’accoglienza non solo come missione umanitaria quanto come occasione di sviluppo piuttosto che ferita da curare, quale centro di promozione umana, governato direttamente dai sindaci, fatto singolare.

Il Teatro Mediterraneo si disegna quale corrispettivo culturale di un’attività che rappresenta un vero e proprio strumento di sviluppo anche economico del territorio perché l’integrazione garantisce una crescita evolutiva dei luoghi. La cultura è a sua volta un’occasione di lavoro e promozione territoriale che si avvale di un linguaggio universale e che rappresenta un laboratorio nel quale è più immediata la dialettica dell’alterità, così come nello sport, che è una delle attività promosse per l’inclusione sociale.

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"Evoluzioni metropolitane" di Carmine Ciccarini

Mercoledì, 30 Aprile 2014 Ilaria Guidantoni

Roma, 30 aprile-15 maggio 2014

Biblioteca Angelica – Galleria
Piazza Sant’Agostino, 8 – Roma

Il fascino della metropoli in movimento, istanti senza stasi colti in presa diretta, geometrie rigorose messe in discussione dalla luce struggente di uno sguardo immerso dall’alto, in obliquo, a cogliere un altrove che i passanti non vedono. Il photorealism è solo un’ispirazione che nelle tele di Carmine Ciccarini diventa lirico.

Lo spazio essenziale, bianco e tipico delle gallerie come le hanno decise a New York accoglie le visioni metropolitane di Carmine Ciccarini, evoluzioni come recita il titolo, perché fissando lo sguardo si è costretti a muovere gli occhi. Le tele evocano in modo più o meno allusivo le grandi metropoli senza elementi tipicamente riconoscibili, ma soprattutto vibrano di movimento, interiore più che interno anche là dove sembrano quadri dietro un vetro senza figure né mezzi che alludono all’andare. E’ il movimento della vita, che muove le emozioni prima che i passi nello spazio. La pennellata si stacca dalla precisione dell’istantanea fotografica per ammorbidirsi e vestire, mettere in dubbio le geometrie rigorose dell’architettura contemporanea. Nato a Chieti nel 1956, vive e lavora a Perugia, Roma e Chiusi; ‘vagabondo’ della mente, instancabile ricercatore di nuovi luoghi, nuovi stili e tecniche pittoriche.

Lo abbiamo incontrato e chiesto com’è nata l’idea della mostra

“Il professor Italia mi ha segnalato alla Direttrice della Biblioteca Angelica Fiammetta Terlizzi, e così sono stato invitato. Era uno spazio da me molto ambito come in generale la piazza di Roma. Se potessi esporrei sempre e solo nella Capitale”.

Come nasce questo amore?

“Fin da ragazzino, ci passavo le vacanze avendo qui molti parenti. Un luogo congeniale dove perfino le mie terribili tonsilliti passavano nel giro di qualche giorno. E poi, a dispetto di quanto si dice, Roma è un centro culturale vivace dove ci sono ancora i collezionisti in stile Anni ’60, diversamente da Milano – che mi annoia – dove la gente compra la firma più che l’opera”.

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