venerdì 28 febbraio 2014

Chiara Smirne finalista Damprize 2014 - Categoria pittura

Smirne Chiara, Clinic,
olio e acrilico su tela,
100x100, 2013
L'opera Clinic di Chiara Smirne è arrivata finalista al concorso d'arte contemporanea DAMprize 2014 (http://www.damarte.eu/damprize-2014-le-opere-selezionate/)

A partire da sabato 1 Marzo 2014 la galleria DAMarte propone nei suoi spazi l’esposizione collettiva delle trenta opere selezionate per originalità, espressività, innovazione tecnica tra le oltre 300 iscritte al DAMprize 2014.
Il concorso è promosso dalla Galleria DAMarte di Magenta, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano.
Il DAMprize 2014 | contemporary art contest – alla sua prima edizione – nasce a sostegno dei linguaggi contemporanei con il fine di valorizzare gli autori emergenti, italiani e stranieri, e l’intento di dare loro visibilità.
Le trenta opere selezionate – dieci per ogni categoria del premio: Pittura, Scultura, Fotografia/Digital Art – saranno in mostra al pubblico da sabato 1 marzo a venerdì 14 marzo 2014 alla galleria DAMarte di Magenta, in via Manzoni 48.
Nel corso dell’esposizione, le opere saranno sottoposte all’attenzione della Giuria, composta dal curatore del premio, Valerio Dehò (direttore artistico e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera) e da Aron Demetz (scultore), Carlo D’Orta (fotografo), Pierluigi Meda (pittore), Giovanni Sesia (fotografo), che selezionerà le tre opere finaliste per ciascuna categoria artistica.
A conclusione dell’evento, il 26 marzo 2014 si terrà la premiazione delle opere finaliste presso il Foyer di Spazio Oberdan a Milano alla presenza dell’Assessore alla Cultura della Provincia, Dott. Novo Umberto Maerna, e della Giuria del DAMprize 2014. L’esposizione delle nove opere finaliste rimarrà aperta al pubblico nello spazio del Foyer dal 27 marzo al 6 aprile 2014 (segue comunicato specifico dell’evento).

giovedì 27 febbraio 2014

Dal 4 marzo "Tutti pazzi per Costa" - Teatro Roma


 GRPT presenta
Antonello Costa in
TUTTI PAZZI PER COSTA 
con Antonello Costa, Gianluca Giugliarelli e Annalisa Costa
il corpo di ballo
Alessia Di Maio, Carmen Di Mauro, Fabiana Moscarella, Marica Galli
scritto con Gianluca Irti
collaborazione ai testi Gianpiero Perone
coreografie Annalisa Costa
coreografia tap Giorgio de Bortoli
arrangiamenti musicali Sebastiano Forte
vocal coach Katia Rizzo
costumi Giacoma Mellini e Rosy Moschella
cappelli Ditta Pieroni Bruno
luci Martin Taurisano
audio Mattia Albanese
consulenza artistica Gianfranco Phino
regia Antonello Costa
ufficio stampa Andrea Cova

Antonello Costa è uno degli artisti più originali e di talento del panorama comico italiano. Lo spettacolo, una commedia brillante nel suo classico stile poliedrico ed ironico, approda al Teatro Roma dal 4 al 23 marzo e sarà poi in tour in tutta Italia nelle più importanti piazze e manifestazioni. Uno spettacolo unico, coinvolgente, divertente, da non perdere assolutamente.  

Dopo il grande successo della scorsa stagione con lo spettacolo "ALL IN 25 anni da guitto del varietà", torna Antonello Costa con un nuovissimo varietà comico e le sue mille invenzioni e personaggi. Questa volta Antonello sarà costretto dal proprio medico ad andare in un centro specializzato per superare lo stress e l'esaurimento. Con l'aiuto di uno psicologo (Gianluca Giugliarelli), della sorella Annalisa Costa e di quattro bellissime infermiere (il corpo di ballo) proverà a capire il motivo di questo esaurimento. 
Riuscirà Antonello a far venire fuori tutti i suoi problemi? Riuscirà a liberarsi di Don Antonino, Sergio, Tony Fasano e Arcangelo Bottiglia? Saprà liberarsi dell'ossessione dei cappelli, da quella per Alan Sorrenti e dall'interpretare sempre alla sua maniera una "macchietta" napoletana della metà del ventesimo secolo?
Come ogni anno 2 ore di risate assicurate con i nuovi personaggi, numeri ballati, cantati, mimati come nella migliore tradizione del varietà italiano di cui Antonello è da tutti, a buon motivo, considerato un degno erede.
Con Annalisa Costa, Gianluca Giugliarelli e il corpo di ballo.

Antonello Costa
Tanta la tv nazionale, Beato tra le donne su canale 5, Ci vediamo in tv da Paolo Limiti, Casa Rai 1 con Giletti, il Tg2 Costume e società, Cominciamo bene su rai 3, Sabato Italiano su rai 1 con Pippo Baudo, Buona Domenica e Maurizio Costanzo Show su canale 5.  
Tanta anche la tv regionale, Seven show su europa 7, Avanzi popolo – Fregatur - Casbah in Campania, Succo di frutta in Toscana e Puglia, Insieme in Sicilia, Avecesare – Telecesare – Trambusto - Supertrambusto  su Europa 7.
Nel 2010 è su Comedy central con Chi c’è c’è chi non c’è ciao, e protagonista del suo primo programma televisivo “Antonello Costa 2010” su Europa 7 e tanti altri canali digitali regionali.

Al cinema è stato co–protagonista al fianco di Diego Abatantuono nel film “2061 un anno eccezionale” con la regia di Carlo Vanzina  

Curriculum teatrale
1999 - L’artista di Antonello Costa - Teatro Tasso (Napoli)
2002 - Calmi, rilassati, oh! di Antonello Costa - Teatro dei Satiri (Roma), Teatro Bracco (Napoli)
2003 - Vieni avanti provino di Antonello Costa e Gianluca Giugliarelli - Teatro Anfitrione (Roma), Teatro Bracco (Napoli)
2004 - A me gn’occhi, please! - Teatro Sala Umberto (Roma), Teatro Bracco (Napoli)
2005 - Tutto Costa sempre più - Teatro de’ Servi (Roma), Teatro Bracco (Napoli), Teatro Superga (Torino)
2006/2007 -  Crociera Costa - Teatro de’ Servi (Roma), Teatro Bracco (Napoli)
2008 - Attore protagonista in Amore in dvd commedia musicale di Velia Magno - Teatro Bracco (Napoli)
2008 - Un comico sotto stress - Teatro Anfitrione (Roma), Teatro Bracco (Napoli)
2009 - A me gn’occhi please 2 - Teatro Anfitrione (Roma), Teatro Bracco (Napoli), Teatro Superga (Torino), Marche, Abruzzo e Sicilia
2010 - Fame scritto in inglese ma letto in italiano di Antonello Costa - Teatro Anfitrione e Teatro Tirso De Molina (Roma), Teatro Bracco (Napoli), Teatro Cardinal Massaia (Torin9, Teatro Civico (Norcia, Pg) 
2011 - Costa crociera 2 di Antonello Costa - Teatro Tirso De Molina (Roma), Teatro Cardinal Massaia (Torino), Teatro Savio (Palermo)
2011 - attore protagonista nel Il Brigante commedia musicale di Longo - Iovane, regia Walter Croce - Teatro Tirso De Molina (Roma)
2012 - Tutto Costa ancora di più - Teatro Tirso De Molina (Roma), Teatro Savio (Palermo), Teatro Cardinal Massaia (Torino), Teatro San Francesco (Scafati, Sa), Teatro Civico (Norcia, Pg), Teatro Annibale di Francia (Messina), Teatro Antidoto (Gela)
2013 - ALL IN 25 anni da guitto del varietà - Teatro Anfitrione (Roma), Teatro Cardinal Massaia (Torino), Teatro Savio (Palermo), Teatro Metropolitan (Catania)
2013 - Gli amici non hanno segreti di Antonello Costa e Gianluca Irti - Teatro Anfitrione (Roma), Teatro Roma (Roma), Teatro Troisi (Napoli), Teatro Cardinal Massaia (Torino), Teatro Annibale di Francia (Messina)
2014 - Tutti pazzi per Costa di Antonello Costa - Teatro Roma (Roma), Teatro Cardinal Massaia (Torino), Teatro Savio (Palermo), Teatro Antidoto (Gela)


TEATRO ROMA - via Umbertide 3 (p.zza S. Maria Ausiliatrice), 00181 Roma
Per informazioni: telefono 06 7850626 - mail info@ilteatroroma.it
Info e prenotazioni: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 20.00
domenica e festivi: dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00
Parcheggio custodito: via Umbertide 27 (apertura parcheggio ore 20.00)
Costo biglietti: Biglietto intero € 21 (comprensivo di € 1,00 di prevendita), riduzioni per studenti, gruppi, Cral
Orario spettacoli: dal martedì al venerdì ore 21.00, sabato ore 17.00 ed ore 21.00, domenica ore 17.30, lunedì riposo


Ufficio Stampa Compagnia: Andrea Cova
320/7040971
covapressoffice@gmail.com

Prigioniero della seconda strada - Teatro Sala Umberto (Roma)

Mercoledì, 26 Febbraio 2014  Ilaria Guidantoni

Dal 25 febbraio al 16 marzo. Una commedia agro-amara sulle nevrosi metropolitane, anzi sulla metropoli simbolo del cinismo della modernità. Per la dolcezza non c’è tempo anche se il tempo porta la riconciliazione. Commedia a suo modo originale, che non inclina allo sberleffo, alla risata facile, senza equivoci né maschere. Ci sono solo le persone vere, senza personaggi, con il loro precariato e le paure, una società sempre più povera con il futuro stretto come un tunnel scuro senza la certezza che alla fine ci sia la luce. Il risultato la diffidenza e l’aggressività, l’insofferenza e l’intolleranza tra i vicini di casa. E la stessa casa assomiglia sempre più a una prigione, dove anche l’amore sembra soffocare tra esaurimenti nervosi e incertezze sul domani. Per certi aspetti surreale come può esserlo la realtà quotidiana nella sua assurdità, che ha sempre più fantasia di noi. Delizioso l’allestimento scenico. Ben calati nel ruolo gli interpreti. Lascia un gusto dolce e semplice, quello della saggezza di tutti i giorni.

La Contrada Teatro stabile di Trieste presenta

Maurizio Casagrande e Tosca D’Aquino in
PRIGIONIERO DELLA SECONDA STRADA

di Neil Simon

con Barbara Folchitto e Adriano Giraldi

e con Paola Bonesi e Marzia Postogna

scene Alessandro Chiti 

costumi Alessandra Ricci

musiche Massimiliano Forza 

arrangiamenti Fabio Valdemarin

adattamento e regia di Giovanni Anfuso

Prigioniero della seconda strada è di sorprendente attualità ed ha per oggetto una piccola famiglia aggredita dalla crisi economica, in scena solo i due genitori. Il marito, è un piccolo uomo onesto, dirigente ma non di grande lignaggio, licenziato e quindi afflitto e frustrato; la moglie, una donna coraggiosa che sa volare alto, come solo le donne sanno fare, forse anche un po’ frivola, che in scena appare sempre molto elegante, forse troppo raffinata per la condizione che vive. Indubbiamente quella che si chiama una donna di carattere, pronta a mettersi in gioco e a dare una sferzata al marito.

La pièce prende avvio in una serata estiva, tremendamente calda, a New York nel piccolo soggiorno dove il protagonista inveisce contro il condizionatore che non funziona e da un’inezia si scatena una riflessione su una vita che non va, a cominciare dalle piccole noie della dimora che è tutt’altro che un rifugio. Vicini rumorosi e maleducati, hostess che gozzovigliano durante la notte, malfattori che si aggirano per il quartiere. Mel non riesce a dormire a causa di una serie di irresistibili ed esilaranti nevrosi scaturite dal troppo caldo fuori e dal troppo freddo dentro, da un condizionatore rotto e perennemente fermo a 7°, dallo sciacquone difettoso del gabinetto e così via, ma il vero problema è un nodo allo stomaco che come gli fa notare la moglie Edna dipende da qualcosa che è dentro di lui e non fuori. La donna fa da contraltare al protagonista: affettuosa, apparentemente svampita, ma con i piedi per terra.

La recensione integrale su Saltinaria.it

mercoledì 26 febbraio 2014

Kilowatt Festival XII edizione 18 - 26 luglio 2014, Sansepolcro (Arezzo)

Kilowart
concorso di idee rivolto ad artisti under 35  per un

progetto nell’ambito della sezione “arti visive” del Festival

chiusura bando: 22 marzo 2014


Kilowatt Festival, manifestazione dedicata al teatro d’innovazione, alla danza contemporanea, alla scena musicale e artistica, per la XII edizione in programma dal 18 al 26 luglio 2014, lancia per la prima volta il concorso Kilowart, rivolto ad artisti italiani tra i 18 e i 35 anni, per la realizzazione di un progetto nell’ambito della sezione “arti visive” della rassegna.

Kilowart – a cui è possibile partecipare inviando le candidature entro il 22 marzo 2014 – intende sviluppare una nuova modalità di interazione tra artista, pubblico e territorio. Il bando è rivolto infatti a progetti che prevedano la partecipazione attiva dei cittadini nella realizzazione di un lavoro (installazione, videoproiezione, performance ecc.) in grado di indagare il contesto di Sansepolcro tra storia e prospettive, punti critici e aspettative.
La neve di luglio
Maria Teresa Zingarello

Il confronto con la comunità locale è un aspetto fondante del concorso, infatti il progetto vincitore dovrà essere sviluppato dall’artista nel corso di una residenza a Sansepolcro di due mesi, dal 18 maggio al 18 luglio, giorno dell’inaugurazione del Festival. I luoghi principali di lavoro saranno gli spazi teatrali del complesso ex Misericordia, recentemente al centro di un progetto di riqualificazione che l’ha riconsegnato alla comunità: un luogo prezioso per la città, per il quale Piero della Francesca dipinse il Polittico della Misericordia, attualmente al Museo Civico.

Novità di Kilowart, in linea con la vocazione partecipativa del Festival, è la composizione del comitato di selezione che, con l’inserimento di una rappresentanza di soggetti non appartenenti al “sistema dell’arte”, costituisce un’esperienza pressoché inedita nel panorama nazionale. Il comitato sarà infatti composto da un operatore del settore, Ilaria Gianni (critica d’arte e curatrice); dal direttore artistico di Kilowatt Luca Ricci (autore e regista teatrale); da un rappresentante dell'Istituzione Biblioteca Museo di Sansepolcro; da un gruppo di dieci cittadini-non-addetti-ai-lavori del territorio.

Happens Everyday
I risultati della selezione saranno pubblicati entro martedì 29 aprile 2014 sul sito internet di Kilowatt (www.kilowattfestival.it) e il progetto vincitore sarà in seguito presentato alla cittadinanza attraverso un incontro pubblico.

La sezione “arti visive” di Kilowatt Festival, con il concorso Kilowart, prosegue così nella direzione dei progetti invitati alle precedenti edizioni, a cura di Saverio Verini, che hanno visto un coinvolgimento sempre maggiore della comunità. Nel 2012 Filippo Berta ha infatti realizzato Happens Everyday, una performance con 20 cittadini della Valtiberina, e nel 2013 Maria Teresa Zingarello ha coinvolto 83 persone in un’azione collettiva in Piazza Torre di Berta dal titolo La neve di luglio.

Inoltre l’opera – e la documentazione relativa alle sue fasi di realizzazione – entrerà a far parte di un fondo per l’arte contemporanea al Museo Civico di Sansepolcro che raccoglierà tutte le opere nate da questi processi collettivi, testimoniando così l’attitudine ai linguaggi contemporanei di un’intera comunità.

Info www.kilowattfestival.it  

Teatro a Roma - In scena a marzo...

Teatro Italia al 13 Marzo al 16 Aprile 2014 NATO IN ITALY con Antonio Giuliani 
di Antonio Giuliani Maurizio Francabandiera Alessandro Barca
L’Italia, paese colmo di storia, di cultura, di grandi uomini che con le loro gesta hanno reso, questa, una nazione traboccante di ricchezze.
L’Italia, una terra che fonda le sue radici sulle tradizioni e sui ricordi indissolubili di emblematici accadimenti, grazie ai quali, agli occhi del mondo, il nostro viene visto come un paese da invidiare e che forse siamo proprio noi italiani a non riuscire ad apprezzarlo a pieno.
Un irrefrenabile susseguirsi di istantanee del nostro paese, sviluppate chiaramente in chiave umoristica e contrapposte ai paradossi e le contraddizioni relative alle altre nazioni, una scena capace di consegnare al pubblico la visione di un’Italia che mai andrebbe dimenticata e un mix musicale tra il passato e il presente appartenente all’immenso repertorio italiano, daranno vita a uno show imperdibile, all’interno del quale si riscoprirà l’orgoglio e la fierezza appartenente alla nostra terra.
via Bari, 18 - Roma  tel. 06.44.23.92.86  
Orario degli spettacoli:  lunedì, martedì, giovedì, venerdi e sabato ore 21:15 domenica ore 17:45

Teatro Roma  dal 4 al 23 marzo TUTTI PAZZI PER COSTA con ANTONELLO COSTA

ANNALISA COSTA GIANLUCA GUIGLIARELLI & IL CORPO DI BALLO
Antonello, secondo sua sorella ha dei problemi, forse lo stress, forse i troppi spettacoli o forse un esaurimento. Annalisa quindi
decide di farlo visitare in una famosa clinica neurologica…… Come ogni anno 2 ore di risate assicurate con personaggi, canzoni
e macchiette; numeri ballati e mimati come nella migliore tradizione del varietà italiano. 
Via Umbertide, 3 - (zona S. M. Ausiliatrice) tel. 06.7850626 www.ilteatroroma.it
        

Teatro San Paolo dal 11 al 23 marzo THAT'S AMORE commedia musicale di e con MARCO CAVALLARO
Lui. Lei. Non si conoscono. Lui viene lasciato dalla fidanzata. Lei molla il fidanzato. Lui e Lei sono cacciati di casa. Lui e Lei affittano per uno strano scherzo del destino lo stesso appartamento. Lui e Lei sono costretti a passare un intero weekend insieme, ma lui odia tutte le Lei e Lei odia tutti i Lui. In una girandola di situazioni arriva la nuova commedia dell’autore dello spettacolo pluripremiato Pericolo di coppia. Una divertente storia d’amore condita da dolci e romantiche canzoni, una vera è propria commedia musicale “da camera”-
Teatro San Paolo Tel. 06 59606102 dal martedì alla domenica 16.00/19.30  Via Ostiense, 190 - Roma  www.teatrosanpaolo.it


Teatro Manzoni dal 25 febbraio fino al 23 marzo HO SPOSATO UN COLONNELLO 

La commedia, rappresentata in Francia con un enorme successo, grazie alla sua logica stupefacente, conduce lo spettatore ad accettare persino situazioni demenziali basate sul cambio di sesso, il tutto senza mai cadere nella volgarità ma trattando il tema con lo stesso humor e la stessa fantasia di un moderno Feydeau.

martedì 25 febbraio 2014

La bisbetica domata - Teatro Argentina (Roma)

Dall' 11 febbraio al 2 marzo. Regia e scenografia impeccabili, raffinate, nella miglior tradizione della rivista italiana d’epoca e del teatro di intrattenimento appena patinato. Teatro corale. Trasportare la vicenda nell’Italia del Ventennio del Novecento, rende l'intreccio narrativo concreto, lo eleva - anziché snaturarlo - e lo rende appetibile. Interessante e originale la scenografia, citazione culturale, ricostruzione storica e un pizzico di ironia. E’ evidente l’esperienza cinematografica e anche la conoscenza della storia culturale e dello spettacolo italiano. Lavoro ben interpretato dove la compagnia si muove come un unicum, un‘orchestra che mette sullo stesso piano le comparse rispetto ai protagonisti, prova di un lavoro curato e armonico. Mai c’è posa in un angolo del palcoscenico. Teatro classico, con un tono da intrattenimento forse senza guizzi di emozione ma, conoscendo il balletto russo, è nel pathos dell’insieme che si coglie l’emozione, mai nel singolo passaggio o nell’interpretazione individuale. Costumi curati e non leziosi. Forse qualche sintesi potrebbe essere necessaria nella seconda parte, anche se il pubblico gode di un certo approfondimento.


Coproduzione Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Napoli e Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con la collaborazione di Napoli Teatro Festival Italia presenta
LA BISBETICA DOMATA
di William Shakespeare
regia e scene Andrej Končalovskij
con la collaborazione di Marta Crisolini Malatesta
traduzione Masolino d’Amico
costumi Zaira de Vincentiis
coreografia Ramune Chodork
luci Sandro Sussi
aiuto alla regia e direzione artistica Giuseppe Bisogno

Personaggi e interpreti
Caterina - Mascia Musy
Petruccio - Federico Vanni
Vincenzo padre di Lucenzio - Roberto Alinghieri
Servo di Battista, Una guardia, Curzio - Giuseppe Bisogno
Tranio servo di Lucenzio - Adriano Braidotti
Battista Minola - Vittorio Ciorcalo
Ortensio, Nataniele - Carlo Di Maio
Lucenzio - Flavio Furno
Bianca - Selene Gandini
Biondello servo di Lucenzio, Filippo - Antonio Gargiulo
Un pedante, Pietro - Francesco Migliaccio
Gremio, Giuseppe, Un sarto - Giuseppe Rispoli
Grumio servo di Petruccio, Seconda guardia - Roberto Serpi
Una vedova, Zuccherina - Cecilia Vecchio

Il Teatro Argentina ospita la prima regia italiana di Andrej Končalovskij che mette in scena, trasportandola nell’Italia fascista degli anni Venti, "La bisbetica domata", una delle commedie giovanili più divertenti di William Shakespeare.

Lo spettacolo dell’artista russo, famoso soprattutto per le regie cinematografiche, porta sul palcoscenico romano - dall’11 febbraio al 2 marzo dopo l’anteprima estiva al Festival di Napoli - la vicenda amorosa tra Caterina (Mascia Musy) e Petruccio (Federico Vanni) proponendo, tra equivoci, travestimenti, battibecchi e ispirazioni felliniane, una riflessione sulla natura femminile e sul ruolo sociale delle donne.

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Dialogo tra intimità e città nel movimento del colore. Marco Tamburro a Brera

7 am 
 Lunedì, 24 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Marco Tamburro apre di un nuovo un capitolo milanese, sceglie l’olio su tela, conserva il bianco e nero dato come un colore tra gli altri con inserti ampi di rosso che talora attraversano la tela trascinandola nella narrazione. Sono istantanee in movimento, una pennellata che è in presa diretta. L’irrequietudine trapela dagli interni dove la poltrona rossa e lo studio, ma anche la camera da letto, sono punti fermi – e mobili del proprio mondo interiore – che si affacciano a strapiombo sulla città. Il confine tra interni domestici e strade metropolitane si annulla o meglio si fluidifica e si intreccia perché non assaporiamo calore, pace e intimità in quegli ambienti strattonati dalla vita. La figura umana è d’un côté anche quando è al centro, quasi esclusivamente femminile, di spalle, discreta eppure ingombrante.
vento freddo

Abbiamo incontrato Marco Tamburro a Brera, nella Galleria AM Antonio Miniaci, uno spazio internazionale dove l’artista non è nuovo. A Milano non è una prima, ma un ritorno, e la nostra curiosità è sul perché di questa scelta che da qualche mese lo ha portato di nuovo al nord della Capitale, mesi di grande attività e concentrazione ci ha raccontato. “E’ stata un’esigenza che mi è cresciuta dentro, diventando ad un certo momento irrinunciabile. Sono così, non mi spavento, quando sento il bisogno di mettermi in cammino, prendo i miei attrezzi e parto”.
Una necessità legata ad un’occasione di lavoro, alla vita personale? Con una certa reticenza ci dice “entrambe le cose, le dimensioni sono intrecciate”.

niente di nuovo
Ci accompagna a vedere la mostra dove i suoi tratti, le pennellate decise che creando un’onda, un tragitto nel quale si è costretti a correre con lo sguardo anche quando l’immagine è quello di un salotto, si riconoscono. C’è una scelta di campo più decisa e coraggiosa anche a livello di tecnica, sembra messa da parte la sperimentazione – non esclusa – per costruire un percorso di approfondimento. I colori bianco, nero e rosso sono ancora dominanti con qualche inserto di giallo, tra l’altro, secondo la teoria funzionale dei colori, la tinta che indica la scelta. “La novità più importante – sottolinea – è la messa in comunicazione tra gli interni e gli esterni quasi sempre guardati da dentro verso il fuori, ma in alcuni casi anche al contrario: non c’è più un vero e proprio confine ma un dinamismo che corre nelle due dimensioni”.

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lunedì 24 febbraio 2014

Il Mediterraneo tra Oriente e Occidente. Dialogo tra immagini e parole - Firenze, Palazzo Panciatichi

Forward di Ali Hassoun e “Chiacchiere, datteri e thé” di Ilaria Guidantoni

Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale della Toscana a Firenze ospita dal 6 marzo al 21 marzo 2014 la mostra personale dell'artista libanese Ali Hassoun
La mostra dal titolo “Forward”, promossa dalla Regione Toscana e dal Comune di Pontedera, da seguito alla Mostra Antologica dell'artista “Al Shaab Yurid... ” (Il popolo vuole...) tenutasi lo scorso anno al Muso Piaggio di Pontedera.
A Firenze l'artista espone 16 opere selezionate di grandi dimensioni della Mostra al Museo Piaggio, a cura del critico d’arte Riccardo Ferrucci, – i testi in  catalogo sono di Luca Beatrice –. Nell’occasione vengono inoltre esposte due delle opere che gli studenti del liceo scientifico e classico di Pontedera hanno realizzato sotto la supervisione di Ali Hassoun,  nel work shop che l’artista, con il supporto della Prof.sse Ferretti, Giglioli e il fotografo Marco Bruni, ha tenuto lo scorso anno e che vuole essere un contributo alla integrazione culturale ed artistica dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo ed una esaltazione dei valori di una fratellanza che prescinde da divisioni religiose e politiche.
Ali Hassoun, italiano d’adozione, nasce in Libano a Sidone nel 1964, nel 1982 si stabilisce a Siena, studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze e nel 1992, sempre a Firenze, si laurea in architettura. Dal 1996 vive e opera nel suo studio di Milano.
Il tema pittorico delle persone comuni, sempre presente nelle opere di Ali Hassoun, ritorna in una sintesi delle molteplici culture che hanno accompagnato il suo percorso artistico dalla sua terra natia, il Libano, fino alla formazione artistica in Italia. 
Il tema più evidente fra quelli che emergono nella sua ricerca pittorica è un’idea di “umanità” come qualità universale e comune fra tutti i popoli, fondata su una spiritualità originaria che precede le diversificazioni religiose e politiche. Così l’artista si fa interprete di culture diverse ma confrontabili, che convivono nello spazio perfettamente orchestrato delle sue tele coloratissime. I personaggi della recente “rivoluzione dei gelsomini” o di un’Africa tanto vissuta, quanto favolosa e immaginata, nelle sue composizioni sono tutti catturati in un gioco di citazioni colte e di rimandi indiretti  tra figura e sfondo.
Le persone comuni sono “Heros”, gli eroi della contemporaneità. Che portino la “keffia” della primavera araba o vestano “Made in Italy”, sono comunque i protagonisti della scena globale.
Come dice l’artista stesso: “Forward“ è un ulteriore passo avanti su un percorso fluido attualmente in corso sulla strada dell’affermazione di una volontà di libertà e nella speranza e fiducia negli esseri umani per l'autodeterminazione del proprio destino”.
In occasione del Vernissage ci sarà una performance del gruppo musicale “Martin Diaz Latin Quartet”.
Si chiuderà la mostra il 21 marzo con la presentazione del libro di Ilaria Guidantoni“ Chiacchiere, datteri e thé, viaggio in una società che cambia”.


Ali Hassoun: Forward…
Regione Toscana 
Sede: Palazzo Panciatichi
Indirizzo: Via Cavour, 4 Firenze
Periodo espositivo: 6 – 21 marzo 
Orario: lunedì – venerdì 14.00 – 18.00
Ingresso gratuito
Info: Segreteria organizzativa Consiglio regionale della Toscana 
Settore Rappresentanza e relazioni istituzionali 
+39 055.23.87.285
www.consiglio.regione.toscana.it

Cabaret Chantant, Patrucco incontra Brassens - Teatro Filodrammatici (Milano)

Sabato, 22 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Il gioco colto e ironico della comicità intelligente e graffiante della cultura italiana che incontra il café chantant, l’engagement della canzone francese che non si prende mai troppo sul serio. Senza essere un omaggio a George Brassens, è un’interpretazione, una traduzione nel senso più nobile, dello spirito prima che della parole. Lo spirito anarchico, insolito, quel narrare storie in musica, rivive nell’agnosticismo divertito di Alberto Patrucco che non delude. L’attualità entra come uno spiffero, una sferzata senza appesantire né ingombrare quelle capacità di mantenere la leggerezza dell’impegno, la filosofia che non necessità di manifesti ma si racconta, appunto, vivendo, con quella nonchalance che conquista e fa innamorare. Tutta francese.

CABARET CHANTANT
racconti da chansonnier
viaggio nella canzone d’autore francese
direzione artistica Giangilberto Monti

PATRUCCO INCONTRA BRASSENS
con Alberto Patrucco, Daniele Caldarini (tastiere), Francesco Gaffuri (bassi)

Reduce dal successo della scorsa stagione, anche quest’anno il Teatro Filodrammatici ospita, in seconda serata, gli spettacoli di Giangilberto Monti che, insieme a numerosi artisti, accompagnerà il pubblico in un percorso tra storia, musica e poesia lungo il Novecento.

Tre spettacoli di narrazione musicale ispirati agli chansonnier francesi da seguire in una suggestiva atmosfera, degustando un buon calice di vino d’autore di Contadi Castaldi, offerto all’ingresso.

"Parlare della canzone francese di qualità o di chansonnier, e quindi di un mondo poetico, maledetto, scintillante e drammatico, non è solo puro revival o esercizio di stile. E' anche conoscere una fase storica irripetibile per le vicende dell'Europa - tra gli anni Trenta e gli anni Settanta - comprendere le radici del nostro cantautorato, lasciarsi affascinare dallo stile scenico di quei cantanti-attori che hanno influenzato il cinema, le arti visuali e la musica stessa, partecipare alle utopie del pubblico che li ha accompagnati, in un viaggio tra mode giovanili e ribellismi generazionali. Oggi, quei testi e quelle melodie, spesso raffinatissime, vengono studiate, esaminate e imitate, più o meno malamente, ma nelle periferie parigine e lionesi, giovani rapper e band emergenti cercano di reinventarle. Il mito si fa rito, come si dice, e dunque la curiosità non smette di spingermi a proporle nei modi che mi sono più naturali: nei dischi, sui libri, ai microfoni di una radio, sul palco di un teatro o di un locale, dovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltare questi racconti e queste musiche. Così come la rassegna Maledetti Francesi - che avevo organizzato, sempre a Milano, nel 2010 - questo Cabaret Chantant vuole ricreare quelle atmosfere e quelle sensazioni che, da qualunque parte le si vogliano guardare, propongono cultura poetico-musicale alta, certamente lontana dallo stupidario televisivo e dalla frettolosità di un tempo basso, troppo abituato a sparlarsi addosso e a non riflettere sulle emozioni e la profondità della vita che ci passa accanto".

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MATTIA: a life-changing experience - Teatro Filodrammatici (Milano)

Sabato, 22 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Dal 13 febbraio al 9 marzo. Abbandonate la storia, non cercatene la trama ma lo spirito, l’ironia graffiante, il bisogno di saltare le convenzioni. E’ un vero d’après originale e arguto da Pirandello. Basta lasciarsi andare alla suggestione e lasciarsi guidare nei meandri di una storia come fosse la prima volta. E’ una struttura ben congegnata, articolata con guizzi. Interessante il punto di vista, come una ricostruzione tra il giornalistico e il giudiziario, che nulla toglie anzi rafforza la vivacità dell’interpretazione. Bravi gli attori che sembrano sinceramente divertiti nella maggior parte dei casi e di cui si conferma anche in questa circostanza il talento, già apprezzato in numerose altre produzioni.


Produzione Teatro Filodrammatici presenta
MATTIA: a life-changing experience 
ispirato a Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello
di Bruno Fornasari
con Tommaso Amadio, Marta Belloni, Matthieu Pastore, Valeria Perdonò, Michele Radice
scene e costumi Erika Carretta
disegno luci Enrico Fiorentino
suono Andrea Diana
regia Bruno Fornasari

Giovedì 13 febbraio ha debuttato al Teatro Filodrammatici di Milano in prima nazionale "Mattia: a life-changing experience". Lo spettacolo, ispirato a "Il fu Mattia Pasca" di Luigi Pirandello, scritto e diretto da Bruno Fornasari, che ha partecipato a NEXT – laboratorio delle idee 2013 della Regione Lombardia, rimarrà in scena fino al 9 marzo.

Se all'inizio del secolo scorso Pirandello ci raccontava la storia di un uomo che, grazie a una serie di coincidenze, ritrovava una nuova identità e una nuova vita, oggi le cose sembrano molto diverse. Il tema del ricostruirsi un'esistenza nuova di zecca resta attuale come allora, ma i Mattia Pascal di oggi scompaiono senza lasciare tracce, pianificando con cura la propria fuga e creandosi una nuova identità. Gli esperti li chiamano runaway, un fenomeno in crescita anche nel nostro paese. In un mondo che diventa sempre più piccolo, complice la tecnologia, le tecniche per rintracciare le persone si affinano e sparire diviene sempre più difficile.

La pièce è una riflessione su come vediamo la famiglia, sul bisogno o la tentazione di fuggire per non affrontare quel grigiore che spesso diventa il colore di un matrimonio consumato. La trovata della foto di famiglia, finta ovviamente, con il pubblico, è insolita e divertente. Gli spettatori sono catapultati, data anche l’attualità del contesto, e costretti a pensare che ‘potrebbe succedere anche a me o, peggio, a chi mi sta vicino e non più accanto’. Essere a fianco di una persona infatti è diverso che starle semplicemente vicino. Il primo caso segna l’intimità che tra marito e moglie ad un certo punto si perde, nel caso della storia, per ridursi ad essere solamente dei vicini costretti nella stessa casa.

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martedì 18 febbraio 2014

Pinocchio a matita (26 febbraio – 30 marzo 2014) - Roma

Pinocchio a matita

Trentotto illustrazioni a matita di Francesca Perrotta

Immaginie parole che ci fanno viaggiare nella storia del burattino di Collodi e ripercorrono tutti i chiaroscuri della sua avventura umana. Un Pinocchio che alterna il suo essere burattino e bambino, che esprime emozioni e pensieri urgenti e attuali.

In questa fase di crisi dei valori umani, dove l’inganno viene premiato e la frode finalizzata a sfruttare gli esseri più deboli vince, torna ad essere d’attualità la vicenda fantastica di Pinocchio.

La mostra “Pinocchio a Matita”rievoca il mito del burattino diventato bambino attraversotrentotto illustrazioni realizzate da Francesca Perrotta, tra il 2011 e il 2013.L’artista romana traduce in immagini le “Avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi, cogliendo nella storia alcuni momenti essenziali dell’evoluzione del personaggio.

La mostra nasce da una collaborazione con la Biblioteca Nazionale e vuole essere anche  un’iniziativa di promozione e riscoperta di questo testo classico. All’interno della struttura l’allestimento rimarrà visibile dal 26 febbraio al 30 marzo 2014, con inaugurazione mercoledì 26 febbraio alle ore 17.00.

L’esposizione propone i disegni su carta concepiti dall’artista per il volume “Pino con occhio”, auto prodotto nell’aprile del 2013. “L’amore per la «verità», per il messaggio di Pinocchio, che in alcuni libri per l’infanzia (almeno in quelli che avevo letto da piccola) e nei cartoni animati, viene a mancare nella sua sfaccettata articolazione, mi ha spinto a un lavoro artistico, di ricerca grafica e scrittura che è confluito nella pubblicazione del libro.” Il testo racconta la storia di Pinocchio dal punto di vista del protagonista: inserendo nella narrazione considerazioni e pensieri del burattino ormai divenuto ragazzo.

I fili che Carlo Collodi ha lasciato con questo classico offrono più piani di lettura e interpretazioni e tracciano un percorso che ci porta a riconoscere l’attualità di questo personaggio, come spiega l’autrice delle tavole: “le prove che il protagonista deve affrontare nelle sue avventure somigliano a quelle che oggi troviamo sul nostro cammino.
Il noviziato di Pinocchio risuona nel nostro immaginario e ci suggerisce possibili strategie evolutive. Questa storia è un mito moderno, che ci prepara per un mondo futuro”.

La Mostra è anche occasione per la Biblioteca Nazionale per esporre alcune tra le molte edizioni illustrate di Pinocchio che fanno parte del suo patrimonio librario.
La storia di Pinocchio ha colpito da sempre la fantasia di grandi artisti che hanno contribuito alla celebrità del libro: dalla prima edizione in volume pubblicata nel 1883 dalla Libreria Editrice Felice Paggi ed illustrata da Enrico Mazzanti, alle successive edizioni italiane, impreziosite dalle immagini di artisti come Mattioli, Galizzi, Rubino, Frezzato,Faorzi, Luzzati, Jacovitti, Cambellotti, Chiostri, Mussino, Innocenti e molti altri ancora.

In particolare si è scelto di dare spazio ad alcune delle edizioni pubblicate negli anni più recenti, si tratta di edizioni classiche della favola di Collodi, particolarmente pregiate per i nomi degli artisti che, attraverso le immagini, reinterpretano Pinocchio ognuno con il proprio stile e la propria tecnica, ma anche di edizioni rivisitate e riadattate come quella di Piumini, di Gianni Rodari e di Giusi Quarenghi e di Nicoletta Costa.

L’iniziativa è rivolta a un pubblico diversificato: per i più piccoli si tratta di scoprire Pinocchio dalle immagini, mentre -per un pubblico adulto- la mostra è l’occasione per rivisitare il testo e coglierne aspetti nuovi: “Attraverso le ombre e le luci del burattino ho cercato di riconsegnare l’integrità del messaggio di Collodi.” In entrambi i casi è un modo per di restituire i significati profondi dell’opera.

Per le scuole, su prenotazione chiamando il numero di telefonico 06 4989249, il venerdì mattina si potrà visitare la mostra con l’autrice. In tale occasione Francesca Perrotta racconterà la storia dal vivo seguendo il susseguirsi delle immagini esposte e approfondendo i temi che emergono nel racconto, con la possibilità di aprire nuove finestre per la conoscenza di questo mito.

Francesca Perrotta, è una disegnatrice e scultrice, esperta di tecniche di facilitazione dell’apprendimento e formazione esperienziale basata sulla creazione artistica, la narrazione e la metafora.
Nata a Roma nel 1965, dopo il Diploma in Accademia di Belle Arti, intraprende la strada dell’educatore. Al centro della sua ricerca artistica e professionale è il tema del rapporto tra luce e tenebre. In questo percorso, fatto di contrasti e sfumature, nasce il suo incontro con il modo reale e fantastico di Pinocchio.
Il burattino collodiano, personaggio provocatore, disubbidiente e ricco di umanità, ha generato in lei la voglia di misurarsi anche con la scrittura, aprendole una nuova possibilità espressiva.


Orari Mostra: Lunedì-Venerdì 8.30-19.00 - Sabato 8.30-13.00
Ogni Venerdì visite guidate per le scuole: prenotazioni tel. 06 4989249
Ingresso gratuito

Dopo la tragedia di Lampedusa, il lavoro culturale di Abdellatif Garrouri - 28 febbraio 2014 Associazione Donne Tunisine "La Palma del Sud"

ASSOCIAZIONE DONNE TUNISINE “LA PALMA DEL SUD”

DOPO LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA, IL LAVORO CULTURALE DI Abdellatif Garrouri

L’Associazione donne tunisine La Palma del Sud presenta il documentario del regista tunisino Abdellatif Garrouri sui giorni della tragedia di Lampedusa 

Per l’occasione interverranno le Autorità cittadine e i Rappresentanti del Governo Tunisino.

L’Associazione donne tunisine LA PALMA DEL SUD, da anni impegnata sul tema dell’integrazione e della lotta al razzismo con una attenzione particolare alle donne ed ai minori stranieri  vuole testimoniare con questa proiezione la vicinanza della comunità tunisina in Italia ai nostri connazionali colpiti da questo grave lutto,  alle madri i cui figli partiti con la speranza di un futuro migliore sono morti senza la possibilità di essere almeno compianti.

Nel documentario  c’è il dolore di queste madri  per i propri figli scomparsi che attendono risposte sulla loro sorte.

E’ la prima volta che succede: queste madri chiedono conto, pretendono di sapere, vogliono i loro figli, vivi o morti.

E’ la prima volta che succede ed è un altro effetto domino della rivoluzione tunisina: verso l’Europa, in questo caso, nella stessa direzione presa dai giovani tunisini per testimoniare la loro libertà di movimento dopo la libertà conquistata con la rivoluzione.

Per questo, anche noi, insieme alle madri e alle famiglie dei migranti tunisini dispersi ci siamo attivate per scalfire il silenzio, il tergiversare, la non chiarezza con cui le istituzioni italiane e tunisine hanno deciso di trattare tutta questa vicenda, dando voce a queste donne con un documentario straziante.

Di solito per comunicare qualcosa, per denunciare, per chiamare a un’azione si scrive qualcosa, ma in questo caso le donne dell’Associazione La Palma del Sud hanno voluto far parlare i volti di queste madri che oggi a Tunisi si sono date fuoco, attentando alla loro stessa vita per gridare l’esasperazione davanti a questo silenzio assordante.

Poter dire non solo come denuncia, ma come realtà, che siamo riuscite, per una volta, a far contare le vite, quelle dei loro figli che hanno attraversato quelle frontiere maledette.

Non è per noi più il tempo dei comunicati. Ora è il momento quello di chiederci tutte insieme come continuare ad affermare alle Istituzioni italiane e tunisine  che queste vite contano.

Sihem Zrelli, Presidente dell’Associazione La Palma del Sud

giovedì 13 febbraio 2014

"Il tempo delle mele cotte" - Dal 18 febbraio al 9 marzo, Teatro de' Servi (Roma)

Teatro de' Servi
18 febbraio | 9 marzo 2014


Pragma srl presenta
Giorgia Trasselli e Antonio Conte in
IL TEMPO DELLE MELE...COTTE
di Gianni Clementi
regia Vanessa Gasbarri
scene Katia Titolo
costumi sartoria Farani
luci Giuseppe Filipponio
musiche Raffaella Gagliano
aiuto regia Alessandro Salvatori
elettricista Fabrizio Mazzonetto
foto Francesco Marino
grafica Elisa Abbadessa
ufficio stampa Andrea Cova

Una delle sinergie artistiche più riuscite e di successo degli ultimi anni torna in scena al Teatro de’ Servi con una commedia capace di calibrare con brillantezza ed originalità molteplici saporiti ingredienti: graffiante ironia, autentica emozione ed uno sguardo particolarmente acuto sul panorama storico che costituisce lo sfondo delle vicende narrate. Lo spettacolo vede infatti tornare ad incontrarsi la regia curata con passione ed entusiasmo da Vanessa Gasbarri e le emozionanti interpretazioni di Giorgia Trasselli e Antonio Conte, di nuovo in scena con un testo di Gianni Clementi (autore di celebri commedie come “Grisu’, Giuseppe e Maria”, “Ben Hur”, “Sugo Finto” e “L’ebreo”).
Dopo il caloroso consenso di pubblico e critica con cui “Finchè vita non ci separi” era stato salutato nella scorsa stagione sull’accogliente palcoscenico del Teatro de’ Servi e il recentissimo luminoso successo della commedia “La Spallata”, tra gli spettacoli più apprezzati dal pubblico romano dall’inizio del nuovo anno, viene dunque a ricostituirsi questa preziosa e naturale sinergia che non mancherà di divertire e sorprendere gli spettatori.
“Il tempo delle mele…cotte”, dopo le repliche a Roma, approderà anche al Teatro Martinitt di Milano dal 13 al 30 marzo.

Roma, 19 luglio 1943, quartiere S.Lorenzo.
Un aitante parroco (Antonio Conte) e un'avvenente fedele (Giorgia Trasselli) durante una “confessione”, restano illesi sotto uno dei bombardamenti più tragici nella storia della Capitale... L’aver consumato il frutto proibito li costringerà a passare lunghi giorni sotto le macerie. Qui le loro anime, e non solo, si avvicineranno portando Don Eligio e Sora Agnese a riflettere sulla condizione umana, in un confronto continuo in cui gli occhi dell’altro rappresentano lo specchio in cui cercare la propria verità. Sotto tonnellate di macerie, alla mercé di fame, sete e mille altre pulsioni, saltano tutti gli schemi che la società “in superficie” impone. Tutto questo genera una serie di fraintendimenti, maliziosi equivoci e situazioni grottesche che i due personaggi saranno costretti ad affrontare nel tentativo di salvare, se non le loro anime, almeno i loro corpi. Il tutto coordinato con ormai consolidata e pungente ironia da Vanessa Gasbarri.

Vanessa Gasbarri, regista. Laurea in Regia presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Firma la sua prima regia con un adattamento de "La locandiera" di Goldoni andato in scena al Teatro Tor di Nona di Roma. Dirige poi “La favola del figlio cambiato” con M. Bordoni e gli allievi dell'ANAD Silvio D’Amico, “Gardenia, sette giornate ed un tramonto” di Maricla Boggio, con Giorgia Trasselli, e “Hanno buttato Macbeth”, liberamente ispirato al “Macbeth” di W. Shakespeare. Dirige ed interpreta il "Mistero buffo" di Dario Fo e Franca Rame, con Theano Vavatziani. Cura poi la regia di "Romeo e Giulietta, una scelta d'amore" (con l'Associazione Culturale Fareteatro "laboratorio universitario arti sceniche di "L'Aquila"), "Post.it", "L'Ennesima Giovanna" (di L. Melchionna, con Cristiana Vaccaro, per la rassegna Teatri Possibili 2005-2006), "Abelardo ed Eloisa. Duetto" (di M. Boggio, con M. Bordoni e M. Prayer) e "Love & Crash" (drammaturgia di Masolino D'Amico). Mentre parallelamente coltiva le attività di responsabile di produzione (per Viola Produzioni srl e Sala Umberto srl) e di direttore amministrativo per Teatro e Società srl, firma la regia di una serie di commedie accolte dal caloroso ed unanime consenso di pubblico e critica: "Finchè vita non ci separi" di G. Clementi, con Giorgia Trasselli, Antonio Conte e Cristiana Vaccaro; "Clandestini" di G. Clementi, con Marco Cavallaro, Andrea Perrozzi, Antonia Renzella ed Alessandro Salvatori; "Forma Mentis" di A. Aldini, G. Clementi e V. Gasbarri con Aldo Aldini;"La Spallata" di G. Clementi, con Antonio Conte, Giorgia Trasselli, Gabriella Silvestri, Claudia Ferri, Alessandro Salvatori, Matteo Milani e Alessandro Loi.

TEATRO DE' SERVI - via del Mortaro 22 (ang. via del Tritone), 00187 Roma
Parcheggio convenzionato: via S. Maria in Via 11/13
Per informazioni: telefono 06/6795130, mail info@teatroservi.it
Orario botteghino: da martedì a sabato: ore 10.00/20.00, domenica: ore 15.00/17.30, lunedì chiuso
Costo biglietti: platea € 20, ridotto under 18/over 65 € 16; galleria € 17, ridotto under 18/over 65 € 14
Orario spettacoli: dal martedì al venerdì ore 21.00, sabato ore 17.30 ed ore 21.00, domenica ore 17.30, lunedì riposo

Ufficio Stampa Compagnia: Andrea Cova
320/7040971
covapressoffice@gmail.com

Maria Cristina di Savoia - Teatro dell'Angelo (Roma)

Mercoledì, 12 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Lettura scenica con intermezzi musicali, per la rievocazione di un personaggio storico entrato di recente nella nostra attualità con la Beatificazione di Maria Cristina di Savoia ad opera di Papa Francesco. Nel testo tutta la delicatezza e determinatezza dell’autrice, Mariù Safier, la sua eleganza che la mette in sintonia con il personaggio femminile raccontato. La capacità di una donna, quando la virtù è in grado di cambiare il mondo, un dialogo del femminile verso il maschile, di grande modernità. E’ la scommessa, vinta, della giornalista e scrittrice, che restituisce un modello di donna senza romanticismo agiografico.

MARIA CRISTINA di SAVOIA
… Venuta da Cielo in terra a miracol mostrare 
testo e messa in scena di Mariù Safier

Personaggi e interpreti:
Maria Cristina di Savoia - Rita Colantonio
Ferdinando II di Borbone - Gioacchino Maniscalco
Francesco di Borbone - Angelo Evangelista

musiche eseguite dalla violinista Rebecca Raimondi
quadri originali di Federico Heidkamp Gonzaga

Una vita breve, solo ventitré anni ed un regno che può contarsi in appena 38 mesi, ma intensa. La sua storia, che si intreccia con la corte napoletana e il destino di un uomo, è raccontata dalla stessa Maria Cristina, la cui voce si alterna a quelle del marito, Ferdinando II di Borbone, e del figlio, talora in un dialogo reale, in altre occasioni rievocato o semplicemente immaginato. Tra una voce e l‘altra intermezzi, a volte solo pennellate, musicali, di grande delicatezza.

La rappresentazione si apre con i personaggi in scena che saranno illuminati alternativamente al loro prendere la parola o il suono, per lasciare gli ultimi minuti nel buio del raccoglimento, durante il racconto della celebrazione della regina santa. Dopo la celebrazione religiosa del 25 gennaio a Napoli, alla quale hanno preso parte oltre duemila persone, quella laica di Roma: Maria Cristina di Savoia, beatificata da Papa Francesco, è tornata a vivere domenica 9 febbraio al Teatro dell’Angelo per una serata unica su testo inedito di Mariù Safier per la regia della stessa giornalista e scrittrice, grande narratrice di personaggi femminili, attenta e delicata, quanto caparbia nel ricostruire le vite di eroine, spesso silenziose.

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lunedì 10 febbraio 2014

Pietro Longhi: Il teatro, mon amour; unire il sorriso alla riflessione

Sabato, 08 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Il primo amore non si scorda mai. E’ stato indubbiamente così per Pietro Longhi che scoprì la recitazione in quinta elementare e non l’ha più abbandonata. Deciso fin da piccolo anche nei gusti: teatro e solo teatro, quasi esclusivamente commedia. Oggi più che mai è convinto dell’importanza di raccontare con un sorriso le difficoltà e i guai di tutti i giorni. Dal 1979 impegnato con tanti ruoli istituzionali: quando non è in scena è impegnato dietro il sipario per il teatro. Come dire, il teatro agli attori!

Cominciamo dall’attualità, visto che il prossimo martedì 11 febbraio ci sarà la prima di “Questi figli amatissimi”, testo contemporaneo di Roberta Skerl che interpreterà con Edy Angelillo per la regia di Silvio Giordani al Teatro Roma. 
“E’ una commedia di grande attualità che parla delle difficoltà familiari e in particolare del rapporto tra genitori e figli dell’età di 26 e 27 anni, momento delicato, di giovani adulti in una situazione economica di ristrettezze. I problemi vengono però vestiti con un sorriso”.

Mi pare che nella sua carriera la commedia abbia un posto privilegiato: è una scelta?
“Sì, ho sempre privilegiato la forza del sorriso e dell’ironia per far riflettere su problemi quotidiani e della vita in generale, per mettere l’occhio nel buco della serratura come diceva Edoardo De Filippo”.

Ancora oggi lo ritiene un approccio vincente?
“Adesso più che mai perché le persone in una situazione politico-economica di depressione sentono il bisogno di rilassarsi ed evadere anche se vogliono ritrovarsi a teatro e potersi specchiare nei personaggi. Non è un momento di frivolezza e quindi il tono agro-dolce o dolce-amaro mi pare sia calzante e rispondente alle esigenze del pubblico. Noto infatti che molti teatri a Roma, e non solo, si stanno orientando alla commedia, più che in passato”.

Sembra strano chiederlo alla vigilia di un debutto ma ha nuovi progetti nel breve-medio periodo?
“Sto preparando un testo impegnativo con Elisabetta Pozzi - in scena saremo in tutto otto attori - sempre una commedia, ‘La luna degli attori’ di Ken Ludwig, una sorta di ‘Rumori fuori scena’ che dovrebbe debuttare ai primi di agosto al Festival di Borgio Verezzi, per poi approdare a Natale prossimo al Manzoni di Roma e da lì speriamo di girare un po’. Questa volta il tema è legato alle peculiarità del lavoro degli attori e delle difficoltà attuali”.

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Billie la frivola - Teatro Due (Roma)

Venerdì, 07 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

“Billie la frivola” di Rosi Giordano è un omaggio a Billie Holiday, uno spettacolo per musica, canto e parola dove le attrici Manuela Boccanera e Germana Flamini, la cantante Michela Lombardi e il pianista Riccardo Fassi, creano una texture espressiva variegata attraverso i ritmi, le sonorità e le canzoni del repertorio della Holiday. Il ritmo lento di un treno accompagna quella sensazione di trascinamento della vita che può travolgere da un momento all’altro. Tre anime a comporre la poliedricità di una voce, tra la nostalgia dell’infanzia, il dolore del freddo del cuore e il senso di emarginazione che diventerà impegno in una saldatura tra arte e vita. Ecco perché la frivola che tale non era per nulla, Billie Holiday, ad un certo punto dice che ‘oggi è un grande giorno, anche se un giorno come ieri’.
 
MacroRitmi e Stilnovo presentano
BILLIE LA FRIVOLA
scritto e diretto da Rosi Giordano
con Manuela Boccanera e Germana Flamini (Attrici), Michela Lombardi (Cantante), Riccardo Fassi (Pianista)
spazio Rosi Giordano
musiche Billie Holiday e Riccardo Fassi
filmati d’epoca/editing video Massimiliano Michetti
assistente regia Alessia Capua
fonica e luci Fabrizio Murgante
produzione Vincenzo La Gioia

Lo spettacolo comincia con una provocazione, ci racconta il produttore Vincenzo La Gioia che abbiamo incontrato prima di entrare in sala, appassionato di jazz che racconta Billie Holiday come se la conoscesse personalmente. Il titolo è un ossimoro che rivela però qualcosa di intimo della cantante afro-americana che osò per prima gridare la propria ribellione. La ‘frivola’, come ad un certo punto dice di se stessa nello spettacolo, in effetti frivola non lo era per nulla, semmai dolente, ma con quella voglia di essere donna, di lustrini e luci che non tolgono la solitudine ma la consolano.

La scena si apre asciutta con tre sedie bianche che le tre attrici, vestite di nero, impugnano e con le quali battono il ritmo, ritmano la propria protesta, si baloccano come il pupazzo con il quale il bambino va a letto per affrontare il buio sconfortante. Alle spalle delle tre anime che non imitano la grande interprete ma la evocano, la rileggono e cercano di farla sentire al pubblico, si accende un video che ci accompagnerà per oltre un’ora di spettacolo. I binari di un treno portano la protagonista da Baltimora alla città delle aspettative, New York, e vediamo il paesaggio scorrere all’esterno. La scenografia racconterà poi volti, occhi smarriti, il senso di solitudine e frustrazione della popolazione nera lungo la vita di Billie Holiday dagli anni ’30 del Novecento agli anni ’60, prima che le lotte cominciassero ma che lei aveva anticipato.

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Il gioco serio dell’arte, Massimiliano Finazzer Flory incontra Carlo Verdone a Palazzo Barberini

Venerdì, 07 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

“Sotto una buona stella”, l’ultimo film di Carlo Verdone è una metafora come il suo titolo per raccontare la Roma di oggi, città amata dal regista anche nella delusione della sciatteria: è un allarme lanciato sulla famiglia che va in frantumi e un invito ai giovani a uscire dall’indifferenza pur con un sorriso, con l’ironia. Terzo appuntamento dell’VIII edizione de’ Il gioco serio dell’arte, diretto da Massimiliano Finazzer Flory, che dialoga attraverso i secoli e tra le arti per raccontarci come la pittura nei secoli abbia anticipato in parte il cinema e la sua funzione sociale.

Il gioco serio dell’arte, un’iniziativa del Gioco del lotto-Lottomatica, giunta all’VIII edizione e diretta da Massimiliano Finazzer Flory, è alla terza puntata e ha incontrato Carlo Verdone, dopo Paolo Sorrentino e Gabriele Salvatores, alla vigilia dell’uscita del nuovo film “Sotto una buona stella” con Paola Cortellesi, prodotto da De Laurentiis. L’incontro, svoltosi nella cornice della Galleria Nazionale di Arte Antica a Palazzo Barberini, è stato l’occasione per ripercorrere la storia dell’attore e regista romano e insieme oltre trent’anni di storia di questa città, attraverso i suoi personaggi. “Roma - ha raccontato Carlo Verdone - non mi ha deluso, resta la mia città del cuore, ma sono deluso da chi avrebbe dovuto gestirla e l’ha invece ridotta sciatta e cafona. Bisognerebbe fare meno eventi e più interventi, a cominciare dal miglioramento delle strade dove le buche sono diventate un’emergenza - lo dico da motociclista - tanto che Roma non è più una grande città ma soltanto una città grande”. Comincia così la conversazione con il coatto di “Un sacco bello” del 1979 che con assist del conduttore sottolinea la responsabilità del fare cinema rispetto ad altre forme di arte, come la pittura, perché lo spettatore paga per vedere un film e non solo se sceglie di comprare un’opera. A Roma poi l’impegno è anche di cura dei luoghi che hanno dato al cinema una statura internazionale e un valore anche economico notevole come Cinecittà, che non deve restare un semplice mausoleo della settima arte, ma un esempio di creatività produttiva italiana.

Scendendo nel dettaglio dell’arte, ha chiesto Finazzer, quale sia il rapporto tra scrittura, regia e resa scenica. “Un rapporto di armonia che lascia spazio alla creatività, ha sottolineato Verdone, frutto della spontaneità delle riprese e del rapporto con gli attori. Ricordo, ad esempio, in “Viaggi di nozze”, in uno degli episodi di Ivano e Jessica quando sono al roof di un hotel fiorentino. La vista era spettacolare, dalla personificazione di Giotto ad altro ancora. A quel punto sono salito sul tavolino e ho detto che era proprio una città vecchia dove all’orizzonte non riuscivo a vedere lo stadio. E’ nata così la battuta, dal gioco del momento, e l’abbiamo inserita nella scrittura.

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"Spinario. Storia e fortuna" - Musei Capitolini (Roma)

Venerdì, 07 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni

Una mostra importante e ricca di spunti – promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Sovrintendenza Capitolina con l’organizzazione di Zètema progetto Cultura – che, partendo dal capolavoro in bronzo dei Musei Capitolini, espone 44 opere per consentire una panoramica a tutto tondo sul tema “Spinario” e su successo che nei secoli ha avuto declinazioni diverse fino ad essere contraddittorie. Soggetto di genere bucolico, ha attinto al mito, si è piegato ora al maschile, ora al femminile, dal realismo al mito, dal soggetto pagano alla citazione biblica. Raffinata la selezione.

Lo Spinario
E’ uno dei capolavori tra i più famosi e ammirati delle collezioni capitoline, ma anche una scultura la cui fama ha attraversato i secoli. Un’opera che, per la vitalità del tema rappresentato, ha suggerito e ancora suggerisce nella cultura moderna, continue sollecitazioni visive e artistiche. La statua in bronzo dello Spinario, giunta in Campidoglio nel 1471 con la donazione dei bronzi lateranensi al Popolo Romano da parte di Sisto IV, rappresenta uno dei massimi capolavori della scultura antica, che ha conosciuto un’ininterrotta fortuna nell’evo antico come in quello moderno.

La mostra
La mostra “Spinario. Storia e fortuna”, curata da Claudio Parisi Presicce e ospitata ai Musei Capitolini dal 5 febbraio al 25 maggio 2014, rappresenta una vetrina ricca di spunti – promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, dalla Sovrintendenza Capitolina con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura – che, esponendo 45 opere, vuole consentire una panoramica il più completa possibile del tema “Spinario” e del suo successo, riunendo le repliche e le rivisitazioni antiche diffuse oggi nei musei europei e conferendo ampio spazio alle opere di età moderna e contemporanea. Saranno così presentati bronzetti, disegni e quadri ispirati allo Spinario a tracciare la linea del successo ottenuto nel tempo. Da febbraio a maggio, incontri e laboratori didattici con studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma arricchiranno ulteriormente le opportunità di approfondimento che offre questa mostra. Si potrà assistere in diretta alla nascita di un’opera d’arte grazie agli appuntamenti di disegno dal vivo, partecipare a laboratori creativi e analizzare i tanti aspetti attraverso la presenza e la mediazione di giovani artisti ed esperti.





Gruppo per fontana con satiro semidisteso e Pan
che si toglie una spina dal piede

Prima metà II secolo d.C.
(da un originale della seconda metà II - prima metà I secolo a.C.)
Marmo bianco
Città del Vaticano, Musei Vaticani



Le repliche
Il tipo del giovane che si toglie la spina dal piede è noto attraverso otto repliche, oltre a due frammenti delle mani (nella collezione Ludwig Curtius e in proprietà privata di Walter Amelung).
La statua in bronzo del Palazzo dei Conservatori (con testa, corpo e sedile di roccia fusi insieme) e la statua in marmo del British Museum (rinvenuta a Roma nel 1874 e già appartenuta alla collezione Castellani) sono le uniche con la testa originaria, di differente fattura, e sono per la prima volta esposte insieme con le repliche in marmo della Galleria Estense a Modena (rinvenuta sul Palatino nel 1566) e della Galleria degli Uffizi a Firenze (proveniente da Roma, fortemente rilavorata).
Non sono presenti in mostra, invece, le statue in marmo del museo di Cherchel in Algeria (rinvenuta in loco nel 1844), del Louvre di Parigi (proveniente dalla collezione Borghese, della quale il torso sembra non antico), dei Musei Statali di Berlino (proveniente da Villa Aldobrandini a Roma, della quale è antico soltanto il tronco con l’attacco del braccio destro) e del Museum of Art di Baltimore nel Maryland in USA (proveniente da Antiochia/Daphne-Yakto, adoperato come fontana).
Delle otto repliche sei sono state ritrovate a Roma e almeno quattro sono databili in età cesariana o giulio-claudia.

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