domenica 24 settembre 2017

MediTerriAmo rassegna itinerante da Roma a Firenze a Venezia

MediTerri-Amo, racconti, viaggi e storie per un nuovo vivere civile

Scritto da   Domenica, 24 Settembre 2017 
MediTerri-Amo, racconti, viaggi e storie per un nuovo vivere civile
Un progetto fra tre città, Roma, Firenze e Venezia, un programma culturale in forma di rassegna itinerante con al centro il Mediterraneo con l’idea che la cultura e l’arte grazie all’immediatezza restituiscano una lettura più profonda della realtà e siano foriere di dialogo. Il titolo “MediTerri-Amo”, che contiene allusivamente la parola amore, esprime con un verbo frutto d’invenzione la necessità di prendersi la responsabilità in comune ed essere attivi nella ri-costruzione del mondo mediterraneo.

MEDITERRI-AMO
Roma - Firenze - Venezia 
Settembre - Dicembre 2017
un progetto di Maurizio Scaparro
coordinatore artistico Ferdinando Ceriani
produttore esecutivo Carlo Mosso
una produzione Onni
con Carmelo Alberti, Michela Andreozzi, Shaul Bassi, Eugenio Bennato, Maria Ida Biggi, Francesca Corrao, Emilia Costantini, Ugo De Siervo, Diplomati della Scuola per Attori “Orazio Costa”, Izzedin Elzir, Nicole Grimaudo, Stefano Fresi, Syed Hasnain, Lino Guanciale, Stephane Jaquemet, Sebastiano Maffettone, Pino Micol, Enzo Moscato, Orchestra Almar’à, Orchestra di Piazza Vittorio, Alessandro Preziosi, Mario Primicerio, Claudio Romano, Igiaba Scego, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, Solis String Quartet, Massimiliano Vado e Maurizio Scaparro
Roma 27 settembre 2017, Casa del Cinema
Firenze 12 - 13 ottobre, Teatro La Pergola
Venezia 5 dicembre, Ateneo Veneto

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/news-spettacoli/teatro-news/mediterri-amo-progetto-sul-mediterraneo-di-maurizio-scaparro-tra-roma-firenze-e-venezia.html

Luigi Ontani a Roma, divertente e irriverente


Luigi Ontani SanLuCastoMalInconicoAttoniTonicoEstaEstE'tico - Accademia di San Luca (Roma)

Scritto da   Domenica, 24 Settembre 2017 
Luigi Ontani SanLuCastoMalInconicoAttoniTonicoEstaEstE'tico - Accademia di San Luca (Roma)
Giocoso e irriverente senza essere volgare e gratuitamente provocatorio, Luigi Ontani diverte, fa riflettere anche sulla sua voglia di metterci sempre la faccia e non solo, mettersi in gioco con autoironia, reinventato sacro e sacralità come un travestimenti.

Apprezzamento per la mostra dedicata all'artista della Transavanguardia - per quanto valgono le definizioni ed etichettature - "SanLuCastoMalInconicoAttoniTonicoEstaEstE'tico" nella cornice suggestiva dell'Accademia del disegno, un luogo ideale di dialogo e contrasto, che viene prorogata fino a sabato 25 novembre 2017.
L'antiaccademia che incontra l'accademia. È questa l'arte di Luigi Ontani che usa l'artigianalità della ceramica policroma tradizionale, ha studiato l'arte del disegno e impiega la fotografia al modo sella pittura di scuola per sovvertire il senso del sacro dalla storia alla mitologia e personaggi sacri come il cristo dell'Ultima Cena e il San Sebastiano, sua icona nella quale ama travestirsi, per sovvertire il senso, sorprendere ma non scandalizzare, provocare. 

Per una lettura completa dell'articolo: www.saltinaria.it/recensioni-arte/arte-recensioni/luigi-ontani-sanlucastomalinconicoattonitonicoestaeste-tico-recensione-mostra.html

mercoledì 20 settembre 2017

Personale dell'artista Livia Liverani a Roma


‘Sponde Congiunte’ mostra personale di Livia Liverani
esposizione a cura di Rosa Pierno 

Hyunnart Studio, Viale Manzoni 87 a Roma  
L’inaugurazione  venerdì 6 ottobre dalle ore 18  


"Sussurro notturno" 2017 cm150x100 cm pittura su cotone giapponese e collage


s p o n d e  c o n g i u n t e
 
Livia Liverani
 
a cura di
 
Rosa Pierno

hyunnart studio – roma
 
vernice 6/10 ore 18    6-28/10/2017
 
Sponde Congiunte, ovvero ponte tra le differenze. Questo è innanzitutto il senso della mostra di Livia Liverani a Hyunnart Studio, ed in particolare dell’opera più significativa “Offerings for five senses” del 2013 (cm 370x74). Nel suo scandire accostamenti e distanze, sfioramenti e ribaltamenti, soluzioni squisitamente visive e invenzioni plastiche, sulla superficie comunque piana, intersecando il mondo delle tradizioni orientali a spinte nettamente contemporanee, troviamo sottili indicazioni di accadimenti e suggestioni di vita.
La sensazione è quella di attraversare un ponte nel mezzo di una piantagione di fiori di loto, simbolo di ‘purezza e armonia proveniente dal fango’ da cui osservare calamitati le coinvolgenti illimitate ‘posture’ che assumono i fiori, con i loro luminosi petali e semi-calici, e le foglie dalle infinite dimensioni e forme che si inchinano quando vi si posa al centro un sovrappiù di gocce di poggia.
 
Ma, come ben ne scrive Rosa Pierno in catalogo: “Che da fioriture si sviluppino fioriture non è una conseguenza così scontata, quando esse siano un artefatto, un'astrazione e, in aggiunta, quando da un contesto culturale di tipo orientale si passi a un contesto occidentale. Allora si comprende come non si tratti affatto di innesti, ibridazioni, talee che possano o meno dare i propri frutti, quanto di accostamenti di materie estranee, quali sono, appunto, la carta e la stoffa, l'acquarello e le paillettes, i cordoncini e i ricami.
Ma io vorrei subito affrontare il tema più periglioso e ambiguo di tutti: quel passaggio tra Oriente e Occidente che, osservando le opere di Livia Liverani, si perde subito di vista. L'artista romana, che ha profondamente assorbito la cultura orientale nei lunghi anni trascorsi in Indonesia, Giappone, Cina e Ladakh (India) è artisticamente rintracciabile nel processo di selezione e di assemblaggio dei materiali raccolti: lì dove un primo importantissimo discrimine viene segnato proprio dalla valutazione estetica dei materiali slegati da qualsiasi considerazione di altra natura, sia essa appartenente alla tradizione buddhista, sia a un sistema culturale specifico.”
 
Ovvero l’osservatore che ha ben conosciuto nelle radici le differenti parti, ha una posizione del tutto imparziale, ben comprendendo le ragioni delle differenti splendide e sofferenti ‘sponde’.
 
Livia Liverani nasce a Roma nel 1962. La sua passione per le Arti Visive è iniziata sotto la guida della nonna pittrice Elvira Franceschini. Si diploma all’Istituto Europeo di Design (grafica editoriale). Frequenta il corso di pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Lavora per un quinquennio presso lo studio d’architettura Colony (Roma) e per l’Hotel Ritz (Parigi) come disegnatrice d’interni. Ha studiato Lingua e Filosofia Taoista presso l’Istituto ISMEO e Sanscrito presso il Centro Culturale Indiano a Roma. In Indonesia si occupa di texile design. Per approfondire la pittura orientale risiede diversi anni anche in India, Cina e Giappone. In Ladakh (India), sotto la guida di Lama Yeshe Jamyang, studia l’Arte delle Thangka tibetane. La sua prima opera su seta si trova nel monastero di Lamayuru. Lavora come illustratrice a Roma. Ha esposto suoi lavori a Barcellona, Roma e in numerose occasioni a New York. 
 
hyunnart studio – viale manzoni 85/87  00185 roma – cel 335 5477120  pdicapua57@gmail.com  orari di apertura: martedì-venerdì 16-18,30 o per appuntamento

martedì 19 settembre 2017

Al via RomaEuropa Festival 2017


Romaeuropa Festival - al via la XXXII edizione del festival più eclettico e cosmopolita d’Italia

Scritto da   Martedì, 19 Settembre 2017 
Romaeuropa Festival - al via la XXXII edizione del festival più eclettico e cosmopolita d’Italia
Inaugurato il RomaEuropa Festival, giunto alla trentaduesima edizione, un attraversamento della città in 100 giorni attraverso 17 luoghi con la voglia di costruire reti, piattaforme comuni per raccontare lo spirito del tempo e realizzare un’idea di condivisione tra artisti, professionisti e pubblico in un clima di contaminazione tra le arti. Sasha Waltz, presentando il nuovo lavoro “Kreatur” in prima nazionale, che inaugurerà il festival, ne incarna simbolicamente l’essenza.

La conferenza stampa di inaugurazione del RomaEuropa Festival, giunto alla XXXII edizione, si è svolta all’Opificio RomaEuropa, luogo simbolico del nuovo spirito della cultura metropolitana che cerca spazi condivisi e reinventati, come tutto il quartiere Ostiense, che accoglie in sé il patrimonio storico, dalla Piramide ad una sede dei Musei Capitolini, la vita popolare della Capitale, lo sviluppo industriale simboleggiato dal Gasometro e dalla stessa Centrale Elettrica Montemartini che accoglie le sculture, aprendosi anche a forme di arte urbana come i murales.
Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/news-spettacoli/teatro-news/romaeuropa-festival-xxxii-edizione-apre-con-kreatur-di-sasha-waltz.html

lunedì 18 settembre 2017

Calabbria Teatro Festival, l'edizione 2017 scalda i motori

E’ TEMPO DI AVERE…”TEMPO”  …

DALL’8 AL 15 OTTOBRE 2017 “CALÀBBRIA TEATRO FESTIVAL”,


Castrovillari. Svelata l’immagine che accompagnerà la VII edizione del “Calàbbria Teatro Festival”, evento organizzato dall’Associazione Culturale “Khoreia 2000” sotto la direzione artistica di Rosy Parrotta e quella organizzativa di Angela Micieli, in programma a Castrovillari  dall’8 al 15 ottobre 2017. Ebbene quest’anno il tema sarà il “tempo”.
Il tempo del pensiero rapido e del corpo scattante. Il tempo che corre e noi dobbiamo correre con lui, ma alcune volte diventa un avversario con il quale è difficile, quasi impossibile, competere. Il tempo scandito dalle lancette dell’orologio.



Ed ecco che, orologio al polso, proviamo a gestire i nostri attimi nella “consapevole illusione” che il nostro tempo possa essere dettato dal nostro battito.  Palpiti e ticchettii si intrecciano, si scontrano, si perdono, si ritrovano. Così come le idee, le energie e le risorse della macchina organizzativa del Calàbbria Teatro Festival che proprio in questa edizione, in cui affronta la tematica del tempo, ha dovuto lottare contro quest’ultimo, ha sottolineato la direttrice artistica Rosy Parrotta ma, con  determinazione e caparbietà si è lavorato e si lavora tutt’ora per raggiungere l’obiettivo prefisso; perché quando arriva l’autunno: è tempo di Calàbbria Teatro Festival! E non ci sono ritardi che smorzino l’entusiasmo di un evento che fa tesoro delle conquiste del passato, affronta le sfide del presente, si proietta nelle visioni per il futuro. Perché nonostante tutto bisogna sempre guardare avanti, con lo sguardo rivolto alla cultura. Un po’ come le protagoniste dell’immagine del Festival nello scatto realizzato da Fosbury Style Visual Art ( Fabrizio Burreci e Tommaso Barone). Le quattro donne sono Francesca Stancati, Laura Greco, Elisabetta Francomano, Maria Battipede. Una scala generazionale che rivela le tracce del passaggio del tempo. Quattro figure femminili che guardano nella stessa direzione e i cui occhi mettono a fuoco ciò che questa VII^ edizione propone. Un programma ricco e variegato che spinge alla riflessione, al dialogo, al confronto. L’invito è, dunque, quello di decidere di trascorrere del tempo con noi. . Dall’8 al 15 ottobre 2017, segna in agenda l’appuntamento che si svolgerà tra il Teatro Vittoria,  il Protoconvento francescano ed il Castello aragonese, di Castrovillari con un programma che spazierà dallo spettacolo ai  laboratori, passando per i corti teatrali, la presentazione di libri, incontri culturali, mostre d’arte, installazione artistiche, percorso enogastronomico e premio frontiere aperte. E allora non perdere “tempo” segna in agenda questo appuntamento perché:” le pareti organizzative trasudano idee…”

L’evento è organizzato con il contributo dell’Amministrazione Comunale di Castrovillari, del Parco Nazionale del Pollino, della Gas Pollino e della Gestione Pollino Impianti, con il patrocinio della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza, con i brand ACT (Ambiente-Cultura-Turismo) e Attraversando Natura.

domenica 17 settembre 2017

Man Ray l'uomo infinito a Conversano

Man Ray, l’uomo infinito – Castello aragonese (Conversano, Bari)

Scritto da   Sabato, 16 Settembre 2017 
Man Ray, l’uomo infinito – Castello aragonese (Conversano, Bari)
Man Ray, l’uomo infinito, per la prima volta una personale dell’artista a 360 gradi nel sud d’Italia, dal 15 luglio al 19 novembre 2017. Una mostra completa, anche di oggetti, ben articolata, nelle sue otto sezioni, che racconta l’uomo e non solo questo artista versatile tra fotografia, pittura, scultura, cinematografica, grafica con un percorso singolare che ha saputo unire New York a Parigi. Molto piacevole l’allestimento con illuminazione diretta sulle opere, un risultato pulito e fruibile.

Cento opere del grande maestro, simbolo degli orizzonti nuovi della modernità, in un contesto fortemente connotato storicamente quanto recettivo per una mostra fotografica: siamo nel Castello aragonese del paese di Conversano a una trentina di chilometri nell’entroterra di Bari, da dove però si vede il mare come su una terrazza, in particolare quella del nuovo allestimento dell’edificio, dove è stato creato un caffè libreria di grande gusto. La foggia medioevale, con i rimaneggiamenti successivi, nella sua essenzialità architettonica, disegna ambienti ampi, luminosi dove la pietra chiara si sposa perfettamente con l’arte fotografica in bianco e nero, lontano dallo stereotipo del castello cupo.

Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-arte/arte-recensioni/man-ray-l-uomo-infinito-castello-aragonese-conversano-recensione-arte.html