domenica 28 aprile 2013

"Non tutto è risolto" - Teatro Eliseo (Roma)

Sabato, 27 Aprile 2013 Ilaria Guidantoni

Un canto del cigno ironico, autoironico, è questa la cifra di uno spettacolo che, come recita il titolo non è risolto, non totalmente, e forse ritrova nella vena del sorriso amaro e a volte piccante il suo gusto migliore, che fa perdonare l’incertezza della voce della sua autrice e forse anche l’organicità del testo che a volte zoppica. Una sorta di testamento teatrale, senza autocelebrazione, sottile e delicato come la vita di una signora, una delle signore del palcoscenico italiano che si può permettere molte concessioni. Il pregio migliore è nella venatura agro-dolce che mette alla prova tutti i protagonisti costringendoli a mettersi in discussione e a giocare sulle sfumature. La mimica del corpo, un gesto accennato di una mano, un battito di ciglia, un sorriso di traverso, rivelano per tutti questi interpreti la capacità di stare in scena e l'aver masticato molto teatro. Per il resto sono considerazioni sulla vita, sull’esistere, la difficoltà e la necessità dei rapporti umani, indispensabili quasi quanto impossibili. Domande che non trovano risposta, nemmeno sul viale del tramonto.
 
Società per Attori presenta
NON TUTTO È RISOLTO
di e con Franca Valeri
con Licia Maglietta, Urbano Barberini e Gabriella Franchini
regia di Giuseppe Marini
scene Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano

Instancabile Franca Valeri calca ancora la scena, autrice di una riflessione non organica sulla vita che qualche critico ha definito un’avventura umana e artistica narrata con grazia mozartiana. Se la musica si inserisce di tanto in tanto come una divagazione, porta in sé certo la grazia e una certa apparente allegrezza sofistica e sovra-eccitata di mozartiana memoria, ma tosto mi fa venire in mente quella vena malinconica del genio sopra le righe e in fondo infelice, preda dei propri capricci che era Amadeus e che in qualche modo è la contessa protagonista, che recita tutto il tempo su una sedia a rotelle, interpretando se stessa, raccolta nella sua pelliccia chiara, come quelle di una volta; il cappello che - afferma - ha sempre portato, d’inverno per tenere la testa calda e d’estate, di paglia, per ripararsi dal calore. E ancora la sua borsetta stretta come un’ancora alla quale aggrapparsi.

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lunedì 22 aprile 2013

Un'idea di bellezza - Strozzina Centro per la cultura contemporanea (Firenze)


Sabato, 20 Aprile 2013 Ilaria Guidantoni  

Dal 29 marzo al 28 luglio. Una mostra che riflette sulla divaricazione tra bellezza ed arte contemporanea, la banalizzazione della prima o forse solo una diversa concezione che non è più armonia ma sensazione, soggettività portata all'estremo, quindi non più idealizzata e universale. Le immagini sono corpi e natura, particolari dove la contraddittorietà perfino tra vita e morte, come nei corpi di Vanessa Beecroft, è centrale.

UN'IDEA DI BELLEZZA - AN IDEA OF BEAUTY
Strozzina Centro per la cultura contemporanea Palazzo Strozzi
opere di Vanessa Beecroft, Chiara Camoni, Andreas Gefeller, Alicja Kwade, Jean-Luc Mylayne, Isabel Rocamora, Anri Sala, Wilhelm Sasnal
con il supporto di Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi – Regione Toscana – Unicoop Firenze, Ataf
con il patrocinio di Istituto Polacco di Roma

La Strozzina si sta qualificando sempre più per l'attenzione all'arte contemporanea dove arti figurative, installazioni e performance, video arte ed altri orizzonti contemporanei convergono, senza necessariamente focalizzarsi sui soliti noti. Spesso qui le mostre sono un'occasione per esplorare terreni poco battuti e quello che si muove intorno ad alcune punte di iceberg.
Cominciamo la nostra passeggiata con la pittura di Wilhelm Sasnal, nato in Polonia nel 1972, la cui arte mette in evidenza la valorizzazione dell'elemento pittorico di scene quotidiane, particolari, dove lo stile dell'iperrealismo rafforza l'immersione nell'atmosfera: un certo immobilismo, straniamento e malinconia che ricordano certe atmosfere di Hopper

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Simone Maggio Trio - True


Simone Maggio Trio - True
Simone Maggio – Pianoforte
Andrea Colella – Contrabbasso
Davide Pentassuglia – Batteria

True è il primo disco del nuovo Trio di Simone Maggio, talento
emergente nel panorama jazzistico che ha già collaborato con artisti di fama internazionale, come Javier Girotto, Lee Konitz e Fabrizio Sferra.
Un'opera di ampio respiro in cui il termine Jazz non si riferisce ad un periodo storico, ma lascia spazio ad una visione più eclettica e contemporanea, in cui grande importanza rivestono le composizioni di chiara influenza europea.
Romanticismo Progressive può essere un termine appropriato per descrivere il Jazz di questo Trio, influenzato dalla musica degli anni '70 - compreso il Jazz e il Rock progressive, di cui Simone è appassionato - dal Romanticismo e dal '900 europeo, a cui la stessa musica progressive si rifaceva.
E' una musica evocativa che contiene in sé un messaggio spirituale ed immaginifico. 
Il suono è denso di energia e le composizioni sono caratterizzate sia da intricate strutture
armoniche e metriche - tuttavia sempre scorrevoli e fruibili - che da parti di meditativa
distensione.
L'eclettismo dei suoi compagni di viaggio, Andrea e Davide, che hanno alle spalle variegate esperienze artistiche e professionali, si combina perfettamente con questa idea musicale, fondendo il tutto in un unico corpo sonoro.
“Sono profondamente legato alla musica degli anni ’70, con cui sono cresciuto; amo soprattutto lo spirito che l’animava, libero da estetismi e concetti. Non sto parlando di estetica ma di energia”.

www.simonemaggio.com

giovedì 18 aprile 2013

Per il Natale di Roma l'omaggio di Roma ai vedutisti inglesi



Al Museo di Roma Palazzo Braschi, settanta acquerelli ed incisioni raccontano la Roma che va dalla metà del Settecento alla metà dell’Ottocento

Un raffinato omaggio a Roma nel giorno del suo 2766° compleanno la mostra “Luoghi comuni. Vedutisti inglesi a Roma tra il XVIII e il XIX secolo nelle opere grafiche del Museo di Roma”, omaggio che vuole proseguire il percorso iniziato nel 2012 con l’iniziativa dedicata ai vedutisti francesi. L’esposizione – promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali – Sovrintendenza Capitolina con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura – permette anche la valorizzazione di opere provenienti dalla consistente collezione del Museo e che, alla luce della loro delicatezza, possono essere esposte solo a rotazione.
Questi acquerelli ed incisioni – che si potranno ammirare nelle Sale espositive al piano terra di Palazzo Braschi dal 21 aprile al 15 settembre 2013 -  sono stati selezionati tra due dei fondi più interessanti del Museo: la raccolta del barone Basile de Lemmermann e quella di Anna Laetitia Pecci Blunt, due colti e appassionati collezionisti che, dopo aver acquistato nel corso della vita opere a soggetto romano, decisero di donarle al museo evitando così la loro dispersione e permettendo ad un vasto pubblico di usufruire della loro bellezza.

In mostra vedute suggestive della città, immagini struggenti della campagna romana che avevano catturato la fantasia dei pittori i quali, pur di fissare nella memoria il fascino delle immagini, spesso si sottoponevano a spostamenti faticosi e a volte pericolosi, in zone dove imperversavano malaria e briganti.
Ed ecco che scorrendo le forme e i colori esposti al Museo di Roma, si incontrano le opere di Richard Cooper, maestro scozzese dell’acquatinta, in Italia dal 1770. O le litografie di Edward Lear, dedicate ai territori intorno a Roma e pubblicate a Londra nel 1841. Come Arthur John Strutt, particolarmente interessato agli aspetti “pittoreschi” della campagna romana o John Ruskin che, pur venendo molte volte in Italia, non subì mai il fascino di Roma, trovandola sporca e in stato di abbandono.

Dunque un’affascinante selezione artistica per una mostra gioiello, che vuole rivelare con garbo e sensibilità, ma assoluto rigore scientifico, le molteplici facce di una città, raccontata con i tanti occhi di artisti stranieri. Una narrazione che ancora una volta conferma l’amore che l’arte di tutti i tempi ha riservato a Roma.


Mostra "Luoghi Comuni. Vedutisti inglesi a Roma tra il XVIII e il XIX secolo nelle opere grafiche del Museo di Roma"
Museo di Roma Palazzo Braschi - ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10
Apertura al pubblico dal 21 aprile al 15 settembre 2013 
Martedì-Domenica ore 10.00-20.00, chiuso lunedì, 1 maggio 

www.museodiroma.it 
www.museiincomune.it 
www.zetema.it



martedì 16 aprile 2013

La primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze tra il 1400 e il 1460 - Palazzo Strozzi (Firenze)

Lunedì, 15 Aprile 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 23 marzo al 18 agosto. Una mostra di grande raffinatezza, ricca con ben 140 opere ma raccolta, in un percorso chiaro e definito: l’esordio del Rinascimento fiorentino che ruota intorno alla scultura, la prima delle arti a raccogliere i germogli della svolta artistica nata sulla rivisitazione dell’arte antica, che nella maggior parte era nota ed era sopravvissuta per la scultura. Un percorso chiaro che si segue agevolmente e ci conduce in una rivoluzione tecnica e stilistica di grande respiro. Un modello nuovo di rappresentazione che si ispira al modello di una società repubblicana, dove il sacro è sempre più umanizzato.

LA PRIMAVERA DEL RINASCIMENTO
La scultura e le arti a Firenze tra il 1400 e il 1460
in collaborazione con il Musée du Louvre dove l’esposizione si trasferirà dal 26 settembre al 6 gennaio 2014
organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musée du Louvre
a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi, Marc Bormand

Palazzo Strozzi, monumento del Rinascimento fiorentino e teatro oggi di esposizioni di alto profilo, dalle cui finestre si possono sbirciare prospettive della rinascita medicea, è la sede ideale per una mostra che indaga la genesi del Rinascimento a Firenze. L’esposizione ruota soprattutto intorno alla scultura, che fu la prima arte ad interpretare il nuovo clima, e il fatto non deve apparire strano considerando che a quell’epoca dall’antichità erano giunte soprattutto sculture, non pitture. La scoperta degli affreschi di Pompei ed Ercolano arriverà infatti molto più tardi. Tra le opere il “San Ludovico di Tolosa” di Donatello, ritratto sulla locandina della mostra, tornato dopo il restauro ad un nuovo splendore, in bronzo dorato, smalti e cristalli di rocca.
Il Rinascimento fiorentino nasce, almeno nella convenzione storica, con il concorso nel 1401 per la porta nord del Battistero di Firenze che fu vinto dal Ghiberti con il Sacrificio di Isacco e al quale partecipò anche il Brunelleschi, la cui formella, a differenza di quelle degli altri artisti, non fu ‘rifusa’ ma resta ancor oggi a documentare un momento che avrebbe cambiato la storia dell’arte.

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venerdì 12 aprile 2013

Dal 12 aprile al 25 maggio “Memories” di Marco Tirelli e Patti Smith - Auditorium Parco della Musica di Roma


"Memories" è un lavoro a quattro mani realizzato da Marco Tirelli e Patti Smith. Un’installazione site-specific ideata appositamente in occasione del “My Festival” di Patti Smith preso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. I due artisti tornano in scena assieme dopo qualche anno: avevano già sperimentato la loro collaborazione in occasione della Triennale di Milano del 2006. Memories coinvolge l’intero ambiente, di cui esso stesso è parte. Diventa il luogo ove custodire e diffondere i ricordi. L’opera, come i ricordi, è un processo eminentemente attivo: tale è l’esperienza all’interno di questo spazio, ove ogni nuova presenza stimola e influenza di conseguenza la memoria. L’allusività simbolica degli elementi dislocati nello spazio, coperti e stratificati di testimonianze, dà origine a un gioco di specchi e rimandi, a una moltiplicazione di immagini mobili. Si tratta di una ricostruzione figurata della mente, una riflessione sul meccanismo di accumulazione e trasformazione che i ricordi attivano all’interno di essa, rispondendo a una concatenazione di richiami.

giovedì 11 aprile 2013

La Modestia - Teatro Argentina (Roma)


Mercoledì, 10 Aprile 2013 Ilaria Guidantoni

Dal 9 al 14 aprile approda al Teatro Argentina la riscrittura in chiave contemporanea di uno dei sette vizi capitali, declinato e ribaltato nella quotidianità delle identità individuali e dei valori collettivi, "La modestia" del drammaturgo argentino Rafael Spregelburd che la regia di Luca Ronconi porta sotto i riflettori del palcoscenico per restituirci il ritratto di una società in disfacimento. Quasi tre ore di narrazione senza sosta, in un vortice di sdoppiamenti che si riannodano per rincorrersi e perdersi di nuovo, eppure il tempo scorre. La mano del regista ha il taglio giusto, con un ritmo che non si riesce nemmeno a capire perché ma funziona. In un mondo che va per immagini, sintesi e semplificazioni, qui nell’immobilità apparente dello stesso interno borghese tutto è metafora con un intricato aprirsi di mondi infiniti alla Borges. Eppure la leggibilità resta perché la sensazione colpisce chiara. Pièce sarcastica sull’allegoria della Modestia che, affermandosi spudoratamente fino a dichiararsi il titolo di un romanzo il cui autore nega di esserne l’artefice – per modestia appunto – si nega per ribaltarsi nel suo opposto: la Superbia, uno dei sette vizi capitali della Eptalogia di Spregelburd, ispirata all’opera del fiammingo Hieronymus Bosch. Magistrale l’interpretazione degli attori, quattro per otto ruoli. Mirabile Maria Paiato che si conferma regina dei ruoli strazianti e stranianti che raccontano il dolore dell’anima e l’incomprensione altrui.
 
Coprodotto da Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa,

Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto, Associazione Mittelfest
su progetto di Santacristina Centro Teatrale

LA MODESTIA

di Rafael Spregelburd
regia Luca Ronconi

con Francesca Chiocchetti, Maria Paiato, Paolo Pierobon e Fausto Russo Alesi

scene Marco Rossi

costumi Gianluca Sbicca
luci A.J. Weissbard

foto di scena Luigi Laselva

Il racconto è un gioco teatrale che rincorre un intreccio di storie, personaggi ed equivoci tra l’ex Unione Sovietica e l’Argentina di oggi, per offrire il ritratto di una umanità in disfacimento, ribaltando la “modestia” da virtù a peccato. In un’atmosfera a tratti di una quotidianità spiazzante, la vicenda di coppie prende corpo in un condominio qualsiasi, modesto e dimesso come i suoi personaggi; si aprono doppie porte che in senso figurato e scenico, facendo scorrere e arrivare oggetti su ruote, cambiano lo scenario. Il passaggio è tra l’Argentina di oggi e il sogno infranto, la nostalgia ma anche l’ironia del mito dell’ex Unione Sovietica.

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lunedì 8 aprile 2013

«enfermé dehors» Personale dell'artista Omar Bey a Tunisi


Esposizione personale dell'artista Omar Bey
Sabato 13 aprile, ore 18.00

Libreria Millefeuilles, La Marsa - Tunisi

En ce printemps de tous les défis, volontairement enfermé dehors, l'oiseau bleu démarre tôt et fort, par la mise en bière d'un homard royal, en provenance de Paname et sa cité des arts, porté par un encore plus solide poids du faire ...lumière ajourée de fil de fer! Du don de l'art au lardon il y a le fourbe dollar et la douleur planquée sur la plage du Kram ...antre d'enfantement pluridisciplinaire ...installation, ciment, barbelés ... souriez photo! Expression absurde, sans auto-censure, loin de la politique mensongère, surveillée par un big brother, rhinocéros barbu! Pour en finir avec le jugement de Dieu... bon tourne dos pas bourré, livré tout bénef ...bref, il y a de quoi, s'envoler ex nihilo par mille feuilles du port, dîner avec Ionesco, Artaud, Michaux ...en Europe séductrice! Ne pas savoir où allermais y aller ... dépasser l'humeur par les traces du chemin, folle quête communicative "à Omar Bey" par Mahmoud Chalbi

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Ex Cathedra, l'autoritaire Métal …… livre du bipède quelques scènes rédemptrice s'il mesure, de la coudée, la ressemblance il borde l’ailleurs pour se rêver de retour et nous emmure, emplâtre et nous résorbe en circonvolutions …et tant de liserés perméable.
Chez lui, la bouffée de nuages cède le pas - et ravit l’envol - au dinosaure qui pensait les sédiments éternels… au regardeur qui se fout des chiffres grégoriens… au bleu de l’oiseau déchu qui se fait encre sur papier à bouchées du Dedans.
Samy Elhaj
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Librairie Espace d’Art Mille Feuilles
99, Av. Habib Bourguiba
02070 Marsa Plage
Tunis

http://fr-fr.facebook.com/Librairie.Mille.Feuilles         
www.librairiemillefeuilles.com
Horaires d'ouverture: toute la semaine, 9h-13h et 15h-19h30  

Sbirciando nel teatro di fantascienza con Katiuscia Magliarisi


Domenica, 07 Aprile 2013 Ilaria Guidantoni

Una nuova conversazione con Katiuscia Magliarisi, artista performer, nonché giornalista con una formazione nella arti figurative, per dare un’occhiata ad un fenomeno di nicchia, certamente, ma con un pubblico potenziale di spessore che aspetta solo di essere alfabetizzato. La fantascienza non è solo quella stereotipata che siamo abituati a considerare, dagli effetti speciali a livello cinematografico e per una lettura di evasione, secondo questa attrice, quanto un terreno di gioco e sperimentazione per capire meglio la realtà, andando verso il domani. Un viaggio che talora ci mette a dura prova e che nel secolo scorso è stato il cammino nell’inconscio e nel surreale. Qui siamo di fronte ad un’altra possibilità che spesso sovverte l’ordine del reale senza poter prescindere dalla realtà e cammina nel tempo. Quello che interessa a Katiuscia è l’aspetto sociologico e psicologico della fantascienza non semplicemente l’esercizio parascientifico della fantasia e per questo sostiene che la fantascienza sia più reale della fiction.

Al Teatro Valle Occupato ha lanciato uno spettacolo che speriamo sia presto in scena, “E-Doll, il fabbricante di sorrisi”, tratto dall’omonimo romanzo di Francesco Verso, vincitore del premio Urania Mondadori, scritto tra il 2004 e il 2007. 

Come nasce lo spettacolo?

Da un incontro casuale a casa di un’amica comune dove mi sono imbattuta nel titolo di un libro dell’autore con il quale mi sono poi trovata in squadra. “E-Doll” è stato il mio primo approccio alle pagine di Francesco Verso. Vero è che gli incontri avvengono quando siamo pronti a riceverli e io stavo cercando un autore contemporaneo di fantascienza – mia grande passione – per realizzare uno spettacolo, dall’origine alla fine. Così è andata. Nel giro di pochi mesi ho messo in scena due suoi racconti e poi abbiamo lavorato a quattro mani per l’adattamento del suo romanzo, una scommessa non facile. La collaborazione che ne è nata è stata però decisamente gratificante.

Cosa ti ha colpito di questo autore?

Mi sono innamorata dell’aspetto di futur fiction perché la narrazione cerca di ancorarsi al futuro che non necessariamente dev’essere incardinato su aspetti scientifici quanto su aspetti sociologici, sentimentali o noir come nel caso dello spettacolo. Mi spiego: la fantascienza nell’ottica di questo autore rappresenta un’ipotesi di evoluzione della realtà, non una sua mera proiezioni fantastica come nella science fiction.

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mercoledì 3 aprile 2013

Martedì 16 aprile ore 18.30 "Monti Isole. Souvenir Dolomiti" - Disegni e letture alla libreria Luidig di Benevento

Libreria Luidig, martedì 16 aprile, ore 18.30

Monti Isole 

souvenir Dolomiti

disegni e letture 

presentazione di 
Miti ladini delle Dolomiti
Ey de Net e Dolasíla
di Nicola Dal Falco



con il saggio Raccontare le origini 
e le glosse di Ulrike Kindl

Benevento – Un libro di miti che racconta la caduta del regno di Fanes, immaginato e collocato dalla notte dei tempi sulle Dolomiti, è l’occasione per immergersi in un gorgo di immagini. Immagini di una cosmogonia dove il corso del tempo è circolare, dove né si avanza né si retrocede e il movimento della vita segue piuttosto quello della spirale, in un’eterna espansione e contrazione secondo gli imperscrutabile disegni della Grande Dea.

Sasso Longo III (2013)
I Miti ladini, riuniti in forma frammentaria e rielaborati da Karl Felix Wolff, nella prima metà del Novecento, abbandonano la veste novellistica e da favole esistenziali ritrovano l’eco delle prime storie del mondo, puntualmente approfondite nelle glosse, scritte da Ulrike Kindl, germanista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e massima esperta di Wolff.
Durante la presentazione sarà inaugurata una piccola raccolta di disegni, un diario per immagini, appunto, in cui cogliere la dimensione arcaica della scena, l’aura dei Monti Isole, nati dal sollevamento di un arcipelago corallino.
Nel corso della serata verrà proiettato il video I tre colori della Dea di Andreas Linder

La mostra alla Libreria Luidig, palazzo Collenea, corso Garibaldi, 95 resterà visibile dal 16 aprile al 12 maggio (www.luidig.it)  


Palombi Editori www.palombieditori.it 
Istitut Ladin Micurà de Rü www.micura.it