sabato 30 luglio 2016



“Morus nigra” - Roberto Kusterle in mostra a Pietrasanta, (Galleria Barbara Paci)

Scritto da   Sabato, 30 Luglio 2016 
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“Morus nigra” - Roberto Kusterle in mostra a Pietrasanta, (Galleria Barbara Paci)
Fotografo e artista goriziano che lavora con una nota noir sulla corrispondenza tra corpo umano e natura, in sintonia con il ciclo delle stagioni. Le sue opere pur avvalendosi delle tecnologie riportano alla pittura rinascimentale, a suggestioni barocche, con una nuance espressionistica e una sensualità che è insieme struggente e torbida.
Il titolo della mostra, morus nigra, rimanda all’albero del gelso, simbolo della vita agreste friulana, legata alle origini di Roberto Kusterle, nato nel 1948 a Gorizia dove vive e lavora. L’esposizione è articolata in quattro cicli che rispondono alle quattro stagioni in un percorso che parte con la sezione “morfologia”, simbolo dell’inverno. Qui sono raccolte le immagini di tronchi d’albero, ricostruiti a partire da foto di parti di tronchi poi riassemblate per dare il senso di accoglienza, di monconi di vita ma anche di accoglienza con le cavità che si affacciano sulla corteccia. Sono immagini nelle quali il realismo nato da uno sguardo implacabile e indagatore si combina con una suggestione surreale e antropomorfa in un mondo giocato sulle corrispondenze: la dimensione onirica emerge nella sezione “Aurora” che mima l’affacciarsi della primavera quando sui tronchi compaiono dei focus, luci e campiture luminose, quasi scintille di vita.
Per chi vuole leggere integralmente l'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni-arte/arte-recensioni/morus-nigra-roberto-kusterle-in-mostra-a-pietrasanta-galleria-barbara-paci-recensione-mostra.html

martedì 26 luglio 2016

Immagini della mostra "Oltre il velo"
Fortezza Nuova, Livorno, fino al 14 agosto 2016

Le opere della curatrice, Marianne Carzaras. A breve un'intervista su Saltinaria.it






lunedì 25 luglio 2016



“Angeli” di Filippo Gili, un approfondimento sul testo

Scritto da   Domenica, 24 Luglio 2016 
“Angeli” di Filippo Gili, un approfondimento sul testo
Dalla parte della parola, arguzia, moti surreali, un’ironia per certi versi strampalata, testo che si affida questa volta a gesti, sguardi, smorfie, a bisbiglii che ne cambiano il senso. Un Gili singolarmente umoristico che però nella trama conserva tutto il gusto dello scavo, nell’assurdità della vita di cui nemmeno gli angeli conosco il senso.
Angeli, il progetto di Uffici Teatrali scritto e diretto da Filippo Gili, esce quasi in contemporanea a a L’ora accanto (inserito nella rassegna Dominio Pubblico 2016), ultimo capitolo della Trilogia di mezzanotte diretta da Francesco Frangipane, in programma al Teatro dell’Orologio. Questo testo che sembra cucito come un vestito su misura per i due attori, Pier Giorgio Bellocchio e Arcangelo Iannace, ci rivela il Gili della commedia difficile da immaginare per chi lo conosce “tragico”. Eppure se si percorre fino in fondo il suo laboratorio del tragico, nella scomposizione dello stesso che si rovescia spesso nel grottesco, che ha al fondo il gusto ironico della quotidianità, talora per fino quello del sorriso, nonché la demolizione dell’enfasi, forse si può intravederne la vena comica. La sua commedia, pur in momenti di grande ilarità, un testo che è tutto sceneggiatura, versi, smorfie, suoni, bisbiglii, non è mai semplicemente commedia nel senso più comune del termine, meno che mai incline alla risata, sebbene la storia sia assolutamente domestica, per quanto con interventi celestiali. E’ proprio la vicenda dell’uomo della porta accanto, un personaggio comune, l’uomo medio spaventato, incantato, arrabbiato con la vita.
Per una lettura completa dell'articolo: http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/angeli-di-filippo-gili-recensione-spettacolo.html

Parole, parole, parole - Teatro di Cestello (Firenze)

Scritto da   Martedì, 24 Maggio 2016 
Parole, parole, parole - Teatro di Cestello (Firenze)
Commedia leggera-leggiadra, fresca, “pulita”, che ha il sapore delle storie di Peynet. Senza intrighi ed equivoci, senza vizi, se non quelli della fragilità dei sentimenti, per una volta, con lieto fine. Spunto originale ed “inattuale” per ricordare che le parole sono importanti ma ancor più le emozioni.
Politeama Srl presenta
PAROLE, PAROLE, PAROLE
con Carlotta Proietti e Matteo Vacca
testo di Adriano Bennicelli
regia di Gigi Proietti

Un testo ben scritto per una storia originale e comune insieme: l’incontro tra due persone sul lavoro, con una trovata singolare, entrambe fragili per un’infanzia difficile a causa delle balbuzie, lui; per un mestiere che la costringe a stare muta e la rende frustrata, lei. Il cammino tortuoso pieno di inceppi nel parlare per lui e il silenzio forzato per lei che finisce per parlare senza muovere la bocca da sola, pur di farsi compagnia, diventa una metafora sul bisogno fondamentale della parola. E’ insieme la narrazione del disagio e dei paradossi che la vita ci mette di fronte, per lui l’essere finito nelle mani di un guru che ha spillato solo soldi alla madre; per lei finire in un ruolo assurdo e muto, ore e ore a guardare uno schermo per rassicurare il personale di una banca, come un grande fratello innocuo, dopo una laurea improbabile in linguistica sulla comparazione dei dialetti in Italia, anzi sulle desinenze degli stessi.
Per una lettura integrale dell'articolo:

http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/parole-parole-parole-teatro-di-cestello-firenze-recensione-spettacolo.html
Morus nigra, personale dell'artista goriziano Roberto Kusterle

Galleria Barbara Paci, Pietrasanta - Lucca
A breve la recensione sul quotidiano digitale Saltinaria.it

Morus nigra

 Diramazione
 Saudade
 Il piacere del raccolto
 Guanto di foglia
Colata

giovedì 14 luglio 2016


Oltre il velo – Fortezza Nuova (Livorno)

Scritto da   Mercoledì, 13 Luglio 2016 
Oltre il velo – Fortezza Nuova (Livorno)
24 Giugno - 14 Agosto 2016
La mostra, allestita a Portofranco, Sala degli Archi presso la Fortezza Nuova a Livorno, promossa e realizzata dal Comune di Livorno nell’ambito del Tavolo della Fotografia, è curata da Marianne Catzaras Organizzazione TST Art Gallery; mentre l’allestimento è di Patrizia Tonello e Pier Luigi Levy. Al centro dell’esposizione di opere fotografiche di artiste tunisine, la cultura del corpo nel mondo mediterraneo con le contraddizioni tra visione tradizionale e nuove spinte.
Mostra di grande energia, che interpreta la forza dirompente del post rivoluzione che in Tunisia ha segnato un risveglio se non una rinascita delle arti figurative, con un apporto da parte delle donne centrale. E’ questo che si chiede Marianne Catzaras in alcuni suoi versi quando scrive “c’è un prima e un dopo la rivoluzione in Tunisia?/ c’è un prima e un dopo la primavera araba?/ Certo gli artisti si sono messi all’opera nell’urgenza l’imminenza/ ma sono sempre stati in ascolto dei disordini e delle alienazioni/ del mondo e delle nostre socie/ testimoni degli spazi collettivi e degli spazi intimi/ come instancabili uccelli migratori/ che cercano di costruire di posare dei nidi d’ospitalità/ perché che cos’è un artista se non colui che ascolta/ la differenza e la trasforma…” e se gli artisti in Tunisia hanno fuggito gli estremismi, si dibattono tra le contraddizioni resistendo. E’ così si trasfigurano gesti e icone tradizionale come le abluzioni delle donne che sono però realizzate con il sangue.
Per una lettura completa: http://www.saltinaria.it/recensioni-arte/arte-recensioni/oltre-il-velo-fortezza-nuova-livorno-recensione-cultura.html
Alla scoperta delle scenografie di Alessandro Catarinelli, in attesa di scoprire i costumi di Roberta Guidi

Alessandro Catarinelli: Houston Ballet, “Giselle” il successo è made in Italy

Scritto da   Mercoledì, 13 Luglio 2016 
Alessandro Catarinelli: Houston Ballet, “Giselle” il successo è made in Italy
Alessandro Catarinelli e Roberta Guidi di Bagno firmano le scenografie e i costumi della prima mondiale del balletto “Giselle. “La particolarità è stata nel fondere la pittura classica teatrale all’uso di nuovi materiali, con applicazioni di tessuti come iuta, tela e tulle, al fine di ottenere delle trasparenze surreali e nello stesso tempo unire cromaticamente il tutto con i costumi creati per il corpo di ballo. E’ stata un’esperienza creativa che spaziava dalla pittura alla scultura per finire nelle architetture fantastiche in legno di case e castelli fiabeschi”, ci ha raccontato Alessandro Catarinelli, allievo del maestro Silvano Mattei ed impegnato sia in ambito cinematografico che teatrale.

Per una lettura completa: http://www.saltinaria.it/tearto-interviste/cultura-e-spettacolo/alessandro-catarinelli-houston-ballet-giselle-intervista.html