giovedì 20 dicembre 2012

Javier Marin e l'esplorazione del corpo al MACRO Testaccio La Pelanda di Roma


Giovedì, 20 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni 

Javier Marín, un messicano internazionale che porta tutta la sua carnalità scultorea rovesciandola nel frastuono contemporaneo. Gli archetipi della sua cultura ancestrale si legano all’espressionismo contemporaneo con un lavoro che è fatica, ‘disegno’, ‘decoro’ e quindi classicità barocca; e ad un tempo disfacimento, irriverenza, dolore gridato. Il filo conduttore è la carne, prima del pensiero, ed è questo che lo rende leggibile e universale, immediato, come il pubblico lo ha accolto. La mostra è adeguata, perfetta l’ambientazione negli spazi del Macro; adatta ad una moderna capitale la scelta di installazioni nella città come tappe di un percorso dinamico.

De 3 en 3 | Javier Marín
Roma, 19 dicembre 2012–2 febbraio 2013
Terrazza del Pincio
Piazza San Lorenzo in Lucina
MACRO Testaccio - La Pelanda

Approda a Roma l’evento espositivo “De 3 en 3” di Javier Marín a conclusione di un lungo viaggio che lo ha visto protagonista della scena artistica internazionale nelle più importanti capitali europee, in cornici pubbliche e private prestigiose, da piazza del Duomo a Milano al Musée des Beaux-Arts di Bruxelles. Partita da Pietrasanta nel 2008 a cura di Antonio Paolucci, la mostra si appresta a rientrare in Messico per una grande antologica. Un artista messicano, nato nel 1962, schivo e solare ad un tempo, reticente a fare mostra di sé, già conosciuto a livello internazionale. Io l’ho scoperto grazie alla gallerista di Pietrasanta, città degli artisti in provincia di Lucca, che ha voluto la mostra e lo ha proposto e lanciato sul territorio nazionale, con un afflato emotivo, ben al di là del fiuto professionale. 
Nella Capitale, culla della romanità e dei fasti barocchi, l’intervento espositivo coinvolgerà, dal 19 dicembre 2012 al 2 febbraio 2013, la terrazza del Pincio e piazza San Lorenzo in Lucina con quattordici opere monumentali, mentre una rassegna di sculture di piccole e medie dimensioni troverà spazio al MACRO Testaccio – La Pelanda. 

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L'uomo-carbone - Spettacolo teatrale nel Sulcis Iglesiente (5-7 gennaio)


Mercoledì, 19 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni

Nella provincia più povera d'Italia, balzata in qualità di Cenerentola dello Stivale agli onori della cronaca, sarà rappresentato "L'uomo carbone", proprio nella miniera di Carbo Sulcis il prossimo 6 gennaio. Pesano in particolare le chiusure di molte realtà produttive estrattive e in special modo la mancanza di un progetto di riconversione dei siti. Sarà questo lo scenario de' "L'uomo carbone", lavoro prodotto dal Teatro Sociale di Pescara, sul tema del lavoro in miniera e diretto dalla regista Federica Vicino.


5-7 gennaio 2013

L' UOMO CARBONE
di Michele Di Mauro e Federica Vicino

regia di Federica Vicino

Amalia Schirru, parlamentare sarda e Membro della Commissione Lavoro, ha sottolineato nella conferenza stampa di presentazione alla sala stampa della Camera dei Deputati, l'importanza di unire cultura e lavoro, di raccontare storie e sciagure di lavoro attraverso lo spettacolo. Si incontrano tra l'altro nella rete incredibile del teatro di parola due territori feriti dalla natura e dalla scarsa lungimiranza politica: la Sardegna del Sulcis da una parte; l'Abruzzo di Pescara dall'altra. L'iniziativa e' patrocinata dalle Presidenze della Regione Autonoma della Sardegna e dal Consiglio Regionale della Sardegna con il supporto del Parco Geominerario, dell'I.G.E.A. Spa e l'adesione dei Comuni del Sulcis Iglesiente e delle Associazioni Minerarie.

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martedì 18 dicembre 2012

Galleria Colonna festeggia il Natale con l'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi


Martedì, 18 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni

L’occasione è stata una serata di gala, venerdì 14 dicembre, con reading nella centrale Galleria Alberto Sordi, già Galleria Colonna, cuore di Roma con un evento promosso da Sorgente Group, proprietario della Galleria con il suo amministratore delegato, Professor Valter Mainetti. La manifestazione ha visto centocinquanta personalità della politica, della cultura e della società romana per la presentazione di due volumi uniti dal percorso comune tra storia, leggenda e arte, “Il mio nome è Nessuno” di Valerio Massimo Manfredi (edito da Mondadori), dedicato alla vita di Ulisse, eroe dalle tre identità e “Il Palazzo del Tritone a Roma”, realizzato da Sorgente Group con De Luca Editori D’Arte. 
Tra gli autori del libro sul Palazzo del Tritone, Claudio Strinati, Direttore Scientifico di Fondazione Sorgente Group e i professori dell’Università di Chieti-Pescara Fabio Benzi e Francesco Leone. Una doppia anteprima letteraria. Un evento simbolico e un segnale importante per la città in un momento di crisi, che sottolinea l’importanza di investire in controtendenza con un mercato asfittico, legando gli aspetti culturali a quelli dello sviluppo di un territorio, a cominciare dalla valorizzazione del patrimonio, in particolare immobiliare, fino agli interessi più squisitamente economici.

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lunedì 17 dicembre 2012

Il Decameron: piacevoli consigli per uomini e donne che hanno bisogno d'amare


Il Decameron, ovvero piacevoli consigli per donne e uomini che hanno bisogno d'AMARE
Con gli allievi del Corso Professionale per attori e attrici, Scuola d’Arte Drammatica Talia
Regia di Maurizio Ciccolella
21 Dicembre, Nuovo Teatro Verdi, Brindisi
Sipario, ore 21
Ingresso Gratuito

giovedì 13 dicembre 2012

"L'Uomo-Carbone" - Progetto teatrale in favore dei minatori della Carbosulcis




Erotomaniaci - Piccolo teatro Campo d'Arte (Roma)


Giovedì, 13 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni

Dall’11 al 14 dicembre. Spettatori come voyeur in un teatro che ripercorre alcuni schemi del teatro dell’assurdo applicato alle dinamiche di coppia, tra gioco e giocosità; finzione e straniamento; con qualche deriva non priva di rischi. Fa parte del gioco…certo ma fino a che punto. Un testo ben congeniato, una resa spontanea e immediata, con un gioco delle parti, scambi e voluta ambiguità fresca, che suscita anche una risata spontanea. La regista sembra non prendersi troppo sul serio ed entra lei stessa in questo meccanismo. Forse un po’ acerba l’interpretazione, per quanto entusiasta.

EROTOMANIACI
ideato e diretto da Donatella Barbagallo
con Marco De Riso, Donatella Barbagallo
musiche Stefano Fresi, Luca Amendola
tecnico Livio Spataro

Il testo è tutto concentrato nel dialogo tra marito e moglie che pur dichiarandosi reciprocamente di amarsi, stimarsi e perfino rispettarsi – quante declinazioni può avere questo sentimento!...fino al parossismo – si tradiscono reciprocamente, in modo ‘trasparente’, quanto asimmetrico. All’amante abitudinario e passionale di lei, che dura da anni, si contrappone l’incontro occasionale e furtivo con una donna di vita di lui. Il gioco, la trasparenza, senza fare domande – questo il patto, inevitabilmente poi infranto – sembra far funzionare perfettamente lo strano ménage. Per davvero? Fino a quando e a quanto può durare? 

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mercoledì 12 dicembre 2012

Javier Marin a Roma

De 3 en 3 | Javier Marín

Roma, 19 dicembre 2012 – 2 febbraio 2013

MACRO Testaccio - La Pelanda
Piazza Orazio Giustiniani 4

Approda a Roma l’evento espositivo De 3 en 3 di Javier Marín a conclusione di un lungo viaggio che lo ha visto protagonista della scena artistica internazionale nelle più importanti capitali europee, in prestigiose cornici pubbliche e private, da piazza del Duomo a Milano al Musée des Beaux-Arts di Bruxelles. Partita da Pietrasanta nel 2008 a cura di Antonio Paolucci, la mostra si appresta a rientrare in Messico per una grande antologica.
Nell’esclusivo scenario della capitale, culla della romanità e dei fasti barocchi, l’intervento espositivo coinvolgerà, dal 19 dicembre 2012 al 2 febbraio 2013, la terrazza del Pincio e piazza San Lorenzo in Lucina con quattordici opere monumentali, mentre una rassegna di sculture di piccole e medie dimensioni troveranno spazio al MACRO Testaccio – La Pelanda.
Un suggestivo intreccio di culture e di epoche alimenta la seduzione espressiva di Javier Marín, artista messicano di forte incisività narrativa, che proprio a Roma trova la cornice ideale per accogliere le sue opere squisitamente barocche, riempiendo di nuovi contenuti la sua personale ricerca diretta a scandagliare il presente attraverso la storia. Storia di cui Roma incarna il capitolo più esaustivo.

La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, in collaborazione con la Presidenza della Commissione Cultura, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il sostegno diplomatico dell’Ambasciata del Messico in Italia e la Direzione Generale degli Affari Internazionali Conaculta del Messico.
Javier Marín ha fatto tesoro della lezione dei grandi maestri italiani e francesi del Cinquecento, in particolare Pontormo, Rosso Fiorentino e Michelangelo, rielaborandola con immagini e soggetti propri della cultura della sua terra d’origine. Ecco dunque prendere forma corpi solidi e scattanti, ritratti dallo sguardo sensuale, colori caldi che improvvisamente si mescolano a sensibilità barocche. Un incontro di culture e forme che si armonizzano in una dimensione tutta contemporanea, in cui la stratificazione culturale è certamente evidente, ma filtrata da nuove sensibilità, ora contraddetta, ora contaminata, e di nuovo assemblata.
Per Marín la figura umana, maschile o femminile, nuda, lacerata, indomita, scomposta, è protagonista, sempre. Affronta gli enigmi del destino, riflettendo il suo tempo, la positività e negatività della sua esistenza.
Per le sue sculture l’artista privilegia la resina che rende più viva e calda mescolandola con semi di amaranto, carne secca, petali di fiori, foglie di tabacco, creando colorazioni e sfumature originali, dove la trasparenza della resina si fonde ai colori della natura e della cultura del Messico. Marmi e bronzi completano il percorso creativo.
La mostra s’inserisce nel tessuto della Città, in spazi pubblici all’aperto e nello spazio espositivo del MACRO Testaccio – La Pelanda. Tredici opere di dimensioni monumentali saranno collocate sulla Terrazza del Pincio: un vero e proprio corteo di cavalli e cavalieri sorretti da alti piedistalli, per una nuova epopea cortese. Chi sono questi cavalieri? Conquistadores spagnoli all’assalto dell’impero azteco? Evocazioni di don Chisciotte della Mancha, fantasmi della storia, strenui difensori di una cultura destinata all’oblio?
Al loro fianco si stagliano imponenti tre sculture di circa cinque metri raffiguranti volti umani di mujer e barbudo. Sono archetipi della grande statuaria d’Occidente, rovesciati, capovolti. Sono saggi, profeti o sovrani destituiti, abbandonati come relitti? Infine un bronzo di grandi dimensioni, El Soplador, trova spazio in piazza San Lorenzo in Lucina.
“La corporeità delle immagini di Marín, la fatale pesantezza della materia che imprigiona e significa i pensieri e le azioni degli uomini – scrive Antonio Paolucci – diventano il dato stilistico incombente e caratterizzante della sua scultura”.

Al MACRO Testaccio – La Pelanda si presentano quindici sculture di varie dimensioni che sviluppano la tematica della corporeità come testimonianza, come fardello, fatale e ineliminabile, della condizione umana. Ci sono le celebri cabezas de Mujer, la torsione potente di Cielo tierra (2004, bronzo), sino all’Hombre conejo (2008, resina e foglie di tabacco, terra, amaranto) e alle Cabezas bruselas (2010, resina).
Il coordinamento organizzativo è curato dalla Galleria d’Arte Barbara Paci di Pietrasanta, rappresentante esclusiva dell’artista in Europa.


Javier Marín sviluppa la sua carriera negli ultimi 27 anni, con 700 personali e più di 200 collettive in Messico, negli USA, in Canada e in diversi paesi del Sud America, Asia, Europa.
L’artista ha realizzato importanti esposizioni istituzionali, tra le quali: 50° Biennale di Venezia 2006, Primo Premio Biennale d’Arte Contemporanea di Pechino 2009, Musée National des Beaux-Arts di Bruxelles, Bass Museum of Contemporary Art di Miami, Florida; Espace Pierre Cardin, Parigi; Piazza del Duomo e Piazza del Teatro alla Scala, Rotonda della Besana a Milano; Plaza de Cibeles, Madrid, etc.
Le sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche, tra Ie quali: Museum of Modern Art in Mexico City, Museum of Fine Arts in Boston, Santa Barbara Museum of Art,  Blake-Purnell Collection, Malba-Fundación Constantini Buenos Aires (Argentina). Nel 2010 presenta Retablo, la pala d’altare per la cattedrale di Zacatecas (patrimonio mondiale dell’UNESCO in Messico). Nel 2010 espone a Shangai, all’Expo Mondiale 2010.
Marin nasce a Uruapan, Michoacàn (Messico) nel 1962. Studia presso la San Varlos Academy (National Autonomous University of Mexico/UNAM) in Mexico City dove attualmente vive e lavora.

De 3 en 3 | personale di Javier Marίn
Roma, Terrazza del Pincio, piazza San Lorenzo in Lucina e MACRO Testaccio – La Pelanda
Orario di apertura mostra MACRO Testaccio – La Pelanda: dal 20 dicembre al 2 febbraio, mar-dom 16.00 | 22.00

martedì 11 dicembre 2012

Donatella Barbagallo: Quando la vita è un palcoscenico


Lunedì, 10 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni  

Il suo volto accattivante racconta una passione nata all’asilo e diventata una vocazione e una professione. Sicura, decisa, determinata? A volte il palcoscenico protegge più della vita. Donatella Barbagallo sarà in scena dall’11 al 14 dicembre al Piccolo Teatro Campo d’Arte di Roma con lo spettacolo “Erotomaniaci”, di cui è regista e protagonista.

Cominciamo dall'inizio: come nasce la sua passione per il teatro?
Da quando ero all’asilo! Mi sono accorta subito che trovavo il mio unico modo di comunicare, sia con gli adulti sia con i coetanei, nel salire su un palchetto e fare “la recita” di Natale o Pasqua (dov’ero sempre in prima fila e la prima a propormi). Per il resto ero abbastanza asociale e appartata, anche coi parenti. Ma quando toccava alla canzoncina o la poesiola diventavo la star!

Com'è cresciuta e come si è sviluppata questa passione?
La scintilla delle recite non si è mai spenta. Anche quando giocavo con le bambole, le doppiavo, facevo seguire loro una trama, scrivevo copioni, come in un film. Ai miei compleanni da ragazzina facevo girare ai miei invitati cortometraggi comici e il migliore vinceva un pezzo di dolce in più. Ma l’amore irreversibile l’ho scoperto al liceo, quando da sola, per sfuggire ad un interrogazione normale di filosofia, ho interpretato uno ad uno tutti i filosofi studiati fino ad allora, con tanto di caratteristiche fisiche differenti. Ed ebbi un tale successo che replicai per altri tre anni di seguito! Lì ho capito che il teatro era la mia strada. A 18 anni volevo entrare all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ma mi sono dovuto imbattere nello zoccolo duro dei miei genitori: troppo all’antica e iperprotettivi, non vollero mandarmi a Roma a seguire quello che chiamavano uno stupido sogno. Ed io, troppo fragile o ingenua al tempo, rinunciai, iscrivendomi a Storia dell’Arte a Firenze, continuando di nascosto a fare provini e spettacoli durante tutto il periodo dell’università.


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Rain man - Teatro Quirino (Roma)


Lunedì, 10 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni

Dal 4 al 16 dicembre. Interpretazione sorprendente: Luca Lazzareschi batte Dustin Hoffman. Dal vivo non c’è pausa, né trucco, né requie. Un’impresa meritevole e mai caricaturale. Non è facile. L’impresa di trascrizione dal cinema al teatro riesce, unendo gli elementi di suggestione del grande schermo con i video che portano lo sguardo lontano e concentrando l’attenzione sull’emozione dell’interpretazione. La stessa scena teatrale – per contrasto con il ricorso tecnologico-fotografico delle scene esterne – si costruisce in divenire sostenendo il valore dell’interpretazione. Luca Bastianello regge bene il confronto con un’ottima prestazione.

Compagnia della Rancia presenta

RAIN MAN

adattamento per il teatro di Dan Gordon

tratto dal film della MGM

basato sulla sceneggiatura di Ronald Bass e Barry Morrow

prodotto su licenza speciale di MGM on Stage, Darcie Denkert e Dean Stolber
traduzione e adattamento Michele Renzullo e Saverio Marconi

con Luca Lazzareschi (Raymond Babbit), Luca Bastianello (Charlie Babbit), Valeria Monetti (Susan), Gian Paolo Valentini (Mr. Mooney/Dr. Marston), Irene Valota (Lucy/Cameriera/Iris)

e con Beppe Chierici (Dr. Bruener)
regia Saverio Marconi

scene Gabriele Moreschi

costumi Carla Accoramboni

disegno luci Valerio Tiberi

disegno fonico Enrico Porcelli
regia associata Gabriela Eleonori


Dal cinema al teatro, un processo che si ripete al Quirino di Roma, dopo “Il discorso del re” di Luca Barbareschi, senza deludere pur essendo un processo relativamente insolito. La Compagnia della Rancia conferma la propria validità e versatilità: ai musical di successo affianca la prosa, con l’adattamento teatrale di “Rain Man”, celebre film del 1988 con Tom Cruise e Dustin Hoffman che all’epoca commosse il mondo intero. Vincitore di 4 premi oscar (miglior attore protagonista, miglior regia, miglior scenografia e miglior fotografia) e diretto al cinema da Barry Levinson, “Rain Man” ha debuttato nella versione teatrale il 19 settembre 2008 all’Apollo Theatre di Londra, con un adattamento curato da Dan Gordon; la versione italiana è diretta da Saverio Marconi, con la regia associata di Gabriela Eleonori.

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giovedì 6 dicembre 2012

A rischio i diritti d'autore


Oggi 5 dicembre la Commissione europea si riunisce per un dibattito sul diritto d’autore. Di seguito trovate il link per firmare la petizione, che ci è pervenuta attraverso la FEP, Federazione europea editori, per chiedere alla Commissione di tenere in giusta considerazione le ragioni per la tutela del diritto d’autore: 
Tutti possono firmare. 

Di seguito la traduzione in italiano.

ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI

Sul diritto d’autore si è detto di tutto. Anche molte cose senza senso. Negli ultimi anni, lo si è accusato di impedire la distribuzione delle opere, di ostacolare l’accesso del consumatore, di andare a gonfiare le tasche dei ricchi e, ancora peggio, di intralciare la libertà di espressione.

Il 5 dicembre, su iniziativa del suo Presidente José Manuel Barroso, la Commissione Europea in riunione collegiale terrà un incontro per esaminare le iniziative che la stessa Commissione potrebbe adottare nell’ambito del diritto d’autore.

Dobbiamo temere il peggio? E’ una domanda pertinente, specialmente considerando i legami e la quasi familiarità esistenti tra alcuni potenti gruppi di interesse privati anti copyright e alcuni dipartimenti e direttori della Commissione. Per sgombrare il campo da equivoci : il messaggio che traspare è che il diritto d’autore è il nemico dei consumatori e del loro desiderio di accedere alla cultura. Questa non è solo l’opinione di pochi soggetti marginalizzati in Europa.

La guerra al diritto degli autori di vivere della loro arte e ricevere giusti compensi, è al centro di un’intera coalizione: gruppi di interesse delle principali aziende della rete che cercano di esimersi dagli impegni fiscali verso gli stati membri da un lato e dall’obbligo nei confronti dei creatori e delle diversità culturali dall’altro; taluni gruppi di consumatori che considerano una necessità la totale e immediata soddisfazione della propria base, senza curarsi dell’impatto negativo sulle industrie culturali, sui posti di lavoro nel settore cultura e sulla sostenibilità del futuro della creatività ; dipartimenti amministrativi e persino commissari europei che confinano i diritti degli autori e la diversità culturale nei vecchi confini, escludendoli irrimediabilmente dal mondo del digitale.

I diritti degli autori sono, certamente, un concetto datato di secoli, ma anche sorprendentemente moderno, duttile e flessibile. Il diritto d’autore moderno è l’opera di un genio, Beaumarchais, che caratterizzò la sua epoca con le sue battaglie per la libertà. Per cento anni la tecnologia è progredita a un ritmo sempre crescente, a dir poco. I diritti d’autore hanno tenuto il passo con questo progresso e continuato a salvaguardare un principio fondamentale, cioè il diritto degli autori di avere un giusto compenso per l’utilizzo fatto delle loro opere, facilitando l’accesso pubblico a prodotti culturali.

E’ difficile immaginare un autore che voglia impedire che la sua opera, film, libro, musica venga vista, recensita o discussa dal pubblico. E’ però facile immaginare che le soluzioni digitali possano minacciare un diritto umano in particolare (art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani): il diritto dell’autore di ricevere un compenso ogniqualvolta la sua opera viene utilizzata.

Ci sono principi fondamentali che nessun tablet, smartphone o nuovo servizio dovrebbero minare. Il rispetto del diritto d’autore è uno di questi principi. Tuttavia quotidianamente in Europa, dove ebbe origine il diritto d’autore, il suo ruolo è contestato, il suo campo d’applicazione attaccato, la sua gestione collettiva criticata. Ogni giorno nuove eccezioni, o meglio espropri, vengono proposte; ogni giorno, meccanismi che rendono possibile finanziare la creatività vengono contestati in nome della libera concorrenza; ogni giorno, si denigra il pagamento dei diritti privati. Insomma, tutte le fonti di introito degli autori sono minacciate e attaccate.

A beneficio di chi? Non certo dei creatori stessi, la cui situazione generale diventa sempre più precaria in molti paesi! E nemmeno dei consumatori, il cui accesso alle opere non è facilitato dalla messa in discussione dei diritti d’autore e per cui il costo per l’acquisto di apparecchi digitali non è certo ridotto in alcun modo abbassando i pagamenti agli autori!

Commissari, Il 5 dicembre vi incontrerete sotto l’occhio vigile dei creatori, che contribuiscono alla futura identità dell’Europa. Per loro, i diritti d’autore sono ancora la migliore garanzia di una degna remunerazione e la più grande speranza di poter continuare a creare.

“L’Europa ama il cinema”, “L’Europa ama la cultura”? Sono slogan che fanno presa, ma devono essere messi in pratica e, cosa più importante, un nuovo slogan deve essere coniato: “L’Europa ama i diritti d’autore”!

mercoledì 5 dicembre 2012

Premio UBU 2012: Fabrizio Parenti, finalista - L'interprete di "The coast of utopia" candidato come miglior attore non protagonista


Martedì, 4 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni

I Premi Ubu 2012, promossi per la prima volta dalla neonata Associazione Ubu per Franco Quadri, sono in vista del traguardo. Giunti alla trentacinquesima edizione, saranno consegnati a Milano lunedì 10 dicembre alle 18.30 'precise' presso il Piccolo Teatro Grassi di Via Rovello 2. Su SaltinAria.it avevamo recensito lo spettacolo "The Coast of Utopia", candidato a diversi premi, parlando, per il terzo episodio della Trilogia, proprio di Fabrizio Parenti come della vera 'perla interpretativa' del lavoro.
Ideati e realizzati dal critico e editore teatrale milanese, i Premi Ubu sono il più ambìto riconoscimento del teatro italiano, articolato in dodici categorie: dallo spettacolo dell’anno al miglior regista, dalle scenografie ai migliori attori, dai testi drammaturgici ai premi speciali, fino al miglior spettacolo straniero rappresentato in Italia. Allo scopo di tenerne vivo lo spirito, l’Associazione ha lavorato in questi mesi – in collaborazione con ateatro.org – documentando la stagione di riferimento in un nutrito database che raccoglie gli spettacoli prodotti in Italia tra il 1° luglio 2011 e il 30 giugno 2012 (l’elenco, in costante aggiornamento, è disponibile online al link http://www.ateatro.org/premioubu.asp, raggiungibile anche da www.ubulibri.it – e contribuisce ad aggiornare l’archivio del Catalogo/Ubulibri). Sono 54 i referendari (tra cui alcune nuove presenze) che hanno preso parte alla votazione dei premi Ubu 2012, come sempre svoltasi in due fasi: dapprima l’invio delle preferenze da parte di ogni votante, poi il ballottaggio sulla base delle nomination ottenute.

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Fratto X - Teatro Vascello (Roma)


Mercoledì, 5 Dicembre 2012 Ilaria Guidantoni

Dal 4 dicembre al 6 gennaio. Il teatro Vascello di Roma ospita il debutto di “Fratto_X”, il nuovo spettacolo della coppia artistica Antonio Rezza-Flavia Mastrella. Uno spettacolo che non ha etichette, sembra improvvisazione ed è studiato geometricamente; pare cabaret e si ride con terrore; sfiora con dissacrante leggerezza i drammi esistenziali, en passant sulla religione più che sulla politica, per una volta quasi assente dal palcoscenico. Delirante, surreale, immaginifico; non-sense e matematico nell’incedere. Una vitalità incontenibile e quasi macabra come quella che sprigiona la vita dove nascita e morte si toccano. Un gioco di voci di straordinaria abilità.

RezzaMastrella - Fondazione TPE - TSI La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello presentano

FRATTO_X

di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
con Antonio Rezza

e con Ivan Bellavista
(mai) scritto da Antonio Rezza
habitat di Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli

disegno luci Mattia Vigo

organizzazione generale Stefania Saltarelli

una produzione RezzaMastrella - Fondazione TPE - TSI La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello

E’ uno spettacolo difficile da raccontare. Lo si può solo vedere, rischiando di rimanere storditi per quel suo incedere frenetico e spiazzante con pause di silenzi, vuoti, immobilità altrettanto inquietanti di quel parlare fitto e deformato. Il gioco di luci e gli attrezzi di scena, apparentemente di una semplicità spiazzante, come ‘pezzi’ colorati raccattati chissà dove, giochi da bambini e repertorio da artisti di strada, si rivelano prodigiosi. Non si tratta solo di fantasia. Dietro l’apparente fantasmagoria, lo spettacolo si intuisce essere studiato con una preparazione matematica e atletica. C’è un incrocio di sincronie come nelle coreografie dei balletti di Maurice Béjart. Quelle erano basate sulla trigonometria. Qui forse la forma è più geometrica, semplificata non semplicistica. In certi momenti ci si chiede come Antonio Rezza riesca a superare la prova fisica che lo spettacolo impone perché non si ferma mai sul palco e anche la voce risulta un esercizio muscolare. Non c’è nessun imbonimento dello spettatore, nessun tentativo di essere accattivante, anzi, lo spettacolo sembra quasi volerlo molestare, come fa la vita d’altronde. La risata viene fuori dalla crudeltà e chi ride dovrebbe sentirsi colpevole. C’è perfino cattiveria nel sarcasmo di Rezza e nessun tentativo o tentazione educativa, sociale. Uno spettacolo che lo stesso protagonista, quasi assoluto del lavoro, ha definito “oltre”, rispetto all’orizzonte della responsabilità.

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