Recensioni libri
Scritto da Ilaria Guidantoni
Mercoledì 24 Ottobre 2012
Scrittore anomalo, cosentino, in un momento storico che premia gli esordienti giovanissimi e i 'grandi nomi' da sempre. E' difficile rintracciare i parenti di questo autore che scrive da sempre ma che è arrivato gradualmente al successo. Ha pubblicato con costanza legandosi a Giulio Perrone, con il quale ha concorso al Premio Strega con "La logica del desiderio" e nel 2012 è stato finalista allo stesso Premio con "Gli anni di nessuno".
Paolo Di Paolo - critico letterario, consulente editoriale della casa editrice e da qualche tempo scrittore a sua volta - intervenendo alla presentazione alla libreria Feltrinelli della Galleria Colonna di Roma, ha evidenziato la difficoltà di apparentare la scrittura di Aloe ad altro eppure è una tendenza della critica. "La lingua di Giuseppe Aloe ha qualcosa di ipnotico ed e' forse questo il suo tratto caratteristico, costringendo il lettore a seguirlo, al di la' di qualcosa di eclatante nella trama".
E ancora il moderatore sottolinea nel libro di Aloe un processo di recupero alla luce in parallelo tra la storia e il linguaggio: la storia è il cammino di una riabilitazione di un ragazzo chiuso segregato per anni in una stanza buia dal padre, dopo la morte della mamma. Un doppio trauma, quando il dolore diventa punizione.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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