giovedì 18 ottobre 2012

Dal foyer del Teatro dei Conciatori - Conversando con Antonio Serrano


Interviste cultura e spettacolo
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Giovedì 18 Ottobre 2012

Una passione per il teatro a trecentosessanta gradi, che inizia dall’ingresso fino a dietro il palcoscenico. Il teatro è una metafora della vita, quindi un tutto, dal testo ai camerini: al centro l’attenzione per la drammaturgia contemporanea e in particolare il mondo del sociale legato all’attualità. E soprattutto un sodalizio, quello con Gianna Paola Scaffidi, che dura dal 1989. Perché il teatro è anche questo: coltivare insieme un sogno, ché ha maggiore possibilità di diventare realtà.

In occasione dell’anteprima di “Shameless” ho avuto l’occasione di un incontro e una chiacchierata con Antonio Serrano, regista leccese, direttore del nuovo teatro dei Conciatori – nel cuore del quartiere Ostiense – nonché impresario insieme all’amica Gianna Paola Scaffidi, attrice oltre che di teatro, di cinema.

Gli abbiamo chiesto com’è nata l’idea di questo spazio, perfino un po’ riduttivo chiamarlo teatro.
«E’ una lunga storia – esordisce sedendosi su un divanetto a elle blu, dall’aria un po’ retrò – e risale all’incontro con Gianna Paola nel 1989 nel Teatro al Borgo che ora non c’è più, uno spazio che dirigevo. All’epoca lei debuttava a teatro, dopo aver ricoperto ruoli cinematografici e aver fatto pubblicità. C’è stato subito un grande feeling, solo che ci siamo rincorsi per anni, perché quando ero libero io non era il momento per lei e viceversa».
Poi cos’è successo? «Era il 1995 e scrissi un testo per lei il cui titolo originario era “Scacco alla regina”, poi diventato “Vincoli” e le dissi proprio così: “Ora o mai più” ed eccoci qui».

L'intervista integrale su Saltinaria.it

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