Mercoledì, 09 Ottobre 2013 Ilaria Guidantoni
Al MAXXI una serata dedicata al grande designer industriale Corradino D'Ascanio, inventore della Vespa e di molti altri simboli del made in Italy. Genialità e semplicità, creatività e senso pratico, per chi ha contribuito a rendere l’industria italiana uno stile di vita e un modo di fare cultura. Ryder Italia, associazione per l'assistenza domiciliare ai malati oncologici terminali e la Fondazione Museo Piaggio lo hanno ricordato insieme. La Fondazione ha esposto il prototipo definitivo, il numero zero, della Vespa del 1945, forse il pezzo più prezioso della collazione Piaggio e prestato le immagini e i filmati che sono stati proiettati. L'attore dei Cesaroni, Antonello Fassari, ha letto i testi di Mario Cristiani, "I sogni non vanno fatti morire mai" che sotto forma di epistole raccontano la storia dell'inventore. Un modo per raccontare che l’arte e la cultura si sposano con l’impresa e con il territorio e possono sostenere l’economia sociale.
Nell’ambientazione ‘moderna’ per eccellenza della Capitale, il MAXXI, una serata ha celebrato e raccontato Corradino D’Ascanio, alla presenza delle nipoti – figli di quel Giorgio D’Ascanio che ha continuato la tradizione del padre nell’azienda – come uomo, mago, inventore e designer industriale di grande profilo. L’idea è stata di evidenziare come cultura e impresa siano un binomio vincente per il territorio, missione della Fondazione Piaggio, come ha ricordato il Presidente, Riccardo Costagliola. Per l’occasione in esclusiva è stato mostrato forse il pezzo più pregiato della collezione Piaggio, il prototipo della Vespa, il numero zero, si direbbe in gergo giornalistico, che deve il suo nome a Enrico Piaggio che quando lo vide pensò alla parte posteriore poderosa, alla vita sottile e al ronzio,che ricordavano proprio una Vespa.
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