lunedì 7 ottobre 2013

Doppio suicidio d'amore a Sonezaki - Teatro Argentina (Roma)


Ogni paese ha i propri Giulietta e Romeo e la storia dell’amore infelice legata alle convenzioni sociali che impediscono a due giovani di amarsi perché ‘troppo diversi’, probabilmente costituisce un vissuto che appartiene quasi a ciascuno di noi. Cambiano solo le categorie. Spettacolo raffinato che esprime quella sintesi unica della quale è capace la cultura giapponese: la cristallizzazione dell’antico e della tradizione, la venerazione dei codici e la grande modernità della tecnologia e dell’essenzialità. Una scommessa vinta che riesce ad entrare in empatia anche con una cultura molto diversa.

The Japan Foundation in collaborazione con Teatro di Roma,
Ambasciata del Giappone in Italia e Odawara Art Foundation presentano
SUGIMOTO BUNRAKU: “SONEZAKI SHINJU”
DOPPIO SUICIDIO D’AMORE A SONEZAKI
titolo originale Sonezaki shinju tsuketari Kannon meguri di Chikamatsu Monzaemon
produzione e direzione artistica Sugimoto Hiroshi
con Takemoto Tsukomadayu, Tsurusawa Seiji e Kiritake Kanjuro
composizione/direzione musiche Tsurusawa Seiji
coreografia Yamamura Waka
video Sugimoto Hiroshi E Tabaimo

Per la prima volta in Italia il 4 e il 5 ottobre al Teatro Argentina di Roma viene presentato un capolavoro del teatro bunraku nella versione integrale originale scritta dal drammaturgo Chikamatsu Monzaemon (1653-1724): si tratta del Sonezaki shinju tsuketari Kannon meguri (Doppio suicidio d’amore a Sonezaki con pellegrinaggio ai luoghi sacri di Kannon), con la regia e direzione artistica di Sugimoto Hiroshi, fotografo e artista contemporaneo di fama internazionale che ne ha curato anche la produzione. Lo spettacolo, presentato a Roma in occasione del 50esimo anniversario della fondazione dell’Istituto Giapponese di Cultura, è inserito in una tournée europea che tocca anche le città di Madrid (27 e 28 settembre 2013, Teatro Español) e Parigi (dal 10 al 19 ottobre 2013, Théâtre de la Ville).

L’idea è di unire la tecnologia alla tradizione: in un mondo che ha smania di novità, l’innovazione può coniugare passato e tensione al futuro per uno dei tre generi, il bunraku, riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, insieme al teatro noh e al kabuki, particolarmente apprezzato nel mondo nipponico. E’ nato dall’unione in fondo casuale di spettacoli di musica e burattini, che almeno nella realizzazione in scena all’Argentina si fondono perfettamente.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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