Sabato, 08 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni
Il primo amore non si scorda mai. E’ stato indubbiamente così per Pietro Longhi che scoprì la recitazione in quinta elementare e non l’ha più abbandonata. Deciso fin da piccolo anche nei gusti: teatro e solo teatro, quasi esclusivamente commedia. Oggi più che mai è convinto dell’importanza di raccontare con un sorriso le difficoltà e i guai di tutti i giorni. Dal 1979 impegnato con tanti ruoli istituzionali: quando non è in scena è impegnato dietro il sipario per il teatro. Come dire, il teatro agli attori!
Cominciamo dall’attualità, visto che il prossimo martedì 11 febbraio ci sarà la prima di “Questi figli amatissimi”, testo contemporaneo di Roberta Skerl che interpreterà con Edy Angelillo per la regia di Silvio Giordani al Teatro Roma.
“E’ una commedia di grande attualità che parla delle difficoltà familiari e in particolare del rapporto tra genitori e figli dell’età di 26 e 27 anni, momento delicato, di giovani adulti in una situazione economica di ristrettezze. I problemi vengono però vestiti con un sorriso”.
Mi pare che nella sua carriera la commedia abbia un posto privilegiato: è una scelta?
“Sì, ho sempre privilegiato la forza del sorriso e dell’ironia per far riflettere su problemi quotidiani e della vita in generale, per mettere l’occhio nel buco della serratura come diceva Edoardo De Filippo”.
Ancora oggi lo ritiene un approccio vincente?
“Adesso più che mai perché le persone in una situazione politico-economica di depressione sentono il bisogno di rilassarsi ed evadere anche se vogliono ritrovarsi a teatro e potersi specchiare nei personaggi. Non è un momento di frivolezza e quindi il tono agro-dolce o dolce-amaro mi pare sia calzante e rispondente alle esigenze del pubblico. Noto infatti che molti teatri a Roma, e non solo, si stanno orientando alla commedia, più che in passato”.
Sembra strano chiederlo alla vigilia di un debutto ma ha nuovi progetti nel breve-medio periodo?
“Sto preparando un testo impegnativo con Elisabetta Pozzi - in scena saremo in tutto otto attori - sempre una commedia, ‘La luna degli attori’ di Ken Ludwig, una sorta di ‘Rumori fuori scena’ che dovrebbe debuttare ai primi di agosto al Festival di Borgio Verezzi, per poi approdare a Natale prossimo al Manzoni di Roma e da lì speriamo di girare un po’. Questa volta il tema è legato alle peculiarità del lavoro degli attori e delle difficoltà attuali”.
L'intervista integrale su Saltinaria.it
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