Lunedì 3 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni
Dal 4 gennaio al 9 febbraio. Peter Pan in salsa romanesca, con una punta di grottesco e qualche ammiccamento all’Italia di oggi e i suoi vizi, ma anche i sogni che restano. Versione modernizzata e smaliziata che non sembra stupire i bambini: uno spettacolo nello spettacolo. Scenografia e attrezzi di scena per uno spettacolo complesso con l’uso del video che prolunga il palcoscenico e inserisce elementi ironici di contemporaneità. Bravi gli interpreti e il gioco delle corde che ricordano il volo di Peter Pan, una metafora che incanta ancora. Nella forma e nel gioco interattivo decisamente uno spettacolo per bambini, con battute che assomigliano più al teatro contemporaneo di satira e denuncia, qualche volta troppo sopra le righe, lo spettacolo lascia delle sbavature.
TSI La Fabbrica dell'Attore presenta
PETER PAN
da James Matthew Barrie
scritto da Maurizio Lombardi
con Valentina Bonci, Matteo Di Girolamo, Marco Ferrari, Valerio Russo, Pierfrancesco Scannavino, Jacopo Sorbini, Maya Vassallo
canzoni Claudio Corona
regia Maurizio Lombardi
scene e costumi Clelia Catalano
La favola di Peter Pan è nota e il mito dell’uomo che da grande sogna di essere bambino, che non baratta la propria libertà e la voglia di giocare neppure con l’amore, resta quanto mai attuale. Il regista trasferisce di fatto la vicenda da Londra, anche se l’inizio sembra tradizionale. E la scena si apre sulla stanzetta dei tre bambini di un’agiata coppia londinese. L’attore cane però annuncia che qualcosa è stato scomposto, giocoso sì ma anche irriverente e presto arriva nel gioco con l’ombra di Peter Pan la battuta in romanesco. Se nella casa l’inizio e la fine della storia restano nel quadro del racconto tradizionale, il volo di Peter Pan e l’avventura dei bambini vengono trasferiti nel mondo di oggi, dal linguaggio ai gesti, mentre i costumi restano tradizionali, curati e con il gusto del carnevale che piace ai bambini. I bambini sono in effetti lo spettacolo nello spettacolo, non più timidi come io mi ricordo bambina, con quell’inquietudine che poteva sfiorare la paura di fronte al cinema o al teatro. I bambini colgono battute ‘da grandi’, doppi sensi, partecipano con cori da stadio e non sembrano accorgersi che le loro fiabe sono contaminate dalla realtà quotidiana mentre i riferimenti alla realtà più spicciola non appaiono come uno strano accostamento con il vestito lungo della madre.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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