Venerdì, 07 Febbraio 2014 Ilaria Guidantoni
“Billie la frivola” di Rosi Giordano è un omaggio a Billie Holiday, uno spettacolo per musica, canto e parola dove le attrici Manuela Boccanera e Germana Flamini, la cantante Michela Lombardi e il pianista Riccardo Fassi, creano una texture espressiva variegata attraverso i ritmi, le sonorità e le canzoni del repertorio della Holiday. Il ritmo lento di un treno accompagna quella sensazione di trascinamento della vita che può travolgere da un momento all’altro. Tre anime a comporre la poliedricità di una voce, tra la nostalgia dell’infanzia, il dolore del freddo del cuore e il senso di emarginazione che diventerà impegno in una saldatura tra arte e vita. Ecco perché la frivola che tale non era per nulla, Billie Holiday, ad un certo punto dice che ‘oggi è un grande giorno, anche se un giorno come ieri’.
MacroRitmi e Stilnovo presentano
BILLIE LA FRIVOLA
scritto e diretto da Rosi Giordano
con Manuela Boccanera e Germana Flamini (Attrici), Michela Lombardi (Cantante), Riccardo Fassi (Pianista)
spazio Rosi Giordano
musiche Billie Holiday e Riccardo Fassi
filmati d’epoca/editing video Massimiliano Michetti
assistente regia Alessia Capua
fonica e luci Fabrizio Murgante
produzione Vincenzo La Gioia
Lo spettacolo comincia con una provocazione, ci racconta il produttore Vincenzo La Gioia che abbiamo incontrato prima di entrare in sala, appassionato di jazz che racconta Billie Holiday come se la conoscesse personalmente. Il titolo è un ossimoro che rivela però qualcosa di intimo della cantante afro-americana che osò per prima gridare la propria ribellione. La ‘frivola’, come ad un certo punto dice di se stessa nello spettacolo, in effetti frivola non lo era per nulla, semmai dolente, ma con quella voglia di essere donna, di lustrini e luci che non tolgono la solitudine ma la consolano.
La scena si apre asciutta con tre sedie bianche che le tre attrici, vestite di nero, impugnano e con le quali battono il ritmo, ritmano la propria protesta, si baloccano come il pupazzo con il quale il bambino va a letto per affrontare il buio sconfortante. Alle spalle delle tre anime che non imitano la grande interprete ma la evocano, la rileggono e cercano di farla sentire al pubblico, si accende un video che ci accompagnerà per oltre un’ora di spettacolo. I binari di un treno portano la protagonista da Baltimora alla città delle aspettative, New York, e vediamo il paesaggio scorrere all’esterno. La scenografia racconterà poi volti, occhi smarriti, il senso di solitudine e frustrazione della popolazione nera lungo la vita di Billie Holiday dagli anni ’30 del Novecento agli anni ’60, prima che le lotte cominciassero ma che lei aveva anticipato.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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