Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni
Mercoledì 19 Settembre 2012
Italia-Africa, andata e ritorno, un viaggio per conoscere e per riscoprirsi; un luogo per provare ad elaborare un modello di integrazione oltre l’assimilazione. Allargare gli orizzonti è il solo strumento per leggere la drammaturgia contemporanea, incontenibile nei confini nazionali. La XII edizione di Tramedautore invoca il recupero del teatro italiano d’autore, il lavoro sulla parola, la sua riscrittura in chiave contemporanea senza smarrirne l’origine, così come la sperimentazione dell’altro e dell’altrove, l’emozione quale componente essenziale del dna del continente nero. Uno spazio singolare è riservato al Rwanda e alle donne d’Africa, testimonianze del ruolo catartico del teatro nel sociale collettivo.
Nella suggestione del Chiostro di via Rovello del Piccolo Teatro Grassi la presentazione della XII edizione di Tramedautore, festival internazionale della nuova drammaturgia, curato da Outis - Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, con il titolo di TRAMETISSAGE. L'edizione 2012 chiude il viaggio in Africa e torna in Italia concentrandosi sul teatro d'autore.
L'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Stefano Boeri ha portato il saluto evidenziando l'importanza di ampliare le relazioni con paesi lontani, più nelle tradizioni che nello spazio e di valorizzare mondi differenti che già convivono o almeno coesistono nella nostra società e città.
E' importante in tal senso l'apertura alla cultura africana, aprendosi anche ai paesi meno frequentati dall'Europa come il Rwanda al quale è dedicato uno spazio importante.
Il titolo dell'edizione in scena dal 21 al 30 settembre 2012 è "Identità in viaggio", tema fondante del lavoro dell'anno, come ha illustrato Sergio Escobar, Direttore del Piccolo Teatro ad Angela Lucrezia Calicchio, Direttore artistico di Outis.
Il progetto trae spunto da una lettura diacronica dell'evoluzione dello sguardo milanese sull'Africa partendo da una mera curiositas cultural-salottiera per il diverso, alla quale è seguito il conflitto legato all'impatto con l'immigrazione; poi c'è stata l'ubriacatura della globalizzazione e l'utopia che il mercato avrebbe regolamentato tutto, compresa l'intimità di una civiltà. E' seguita, infine, una nuova involuzione, legata alla crisi che ha portato un impaurimento generale ed un ripiegamento dell'Europa su se stessa, a sua volta tornata a dividersi tra Nord e Sud, con l'esclusione di fatto dell'altro. Al contrario è necessario capire che l'identità dell'Europa può svilupparsi solo grazie ad una condivisione allargata.
Questa considerazione ha portato alla riapertura di una trama, "leggere la geografia del mondo è l'unico modo per leggere la drammaturgia contemporanea che non può rinchiudersi nei confini nazionali".
La recensione integrale su Saltinaria.it
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