Interviste cultura e spettacolo
Scritto da Ilaria Guidantoni
Venerdì 09 Marzo 2012
La delicatezza e la raffinatezza di una danzatrice classica cresciuta a Londra; la voglia e la responsabilità di misurarsi con la magia del palcoscenico; la ricerca di un nuovo modo di parlare di scenografia…sul piccolo schermo.
Una figura esile, delicata, elegante e composta nei modi, da vera danzatrice classica, che non ricordavo da tempo. Presentandoci, le chiedo le ragioni del suo nome. “Il mio secondo nome, Egle, è lituano: semplicemente piaceva alla mamma”. Mi racconta di essere cresciuta a Londra, dove ha mangiato pane e cultura. Fin da piccola sua madre, appassionata di teatro e curiosa, l’ha portata a teatro; pertanto l’ambiente del palcoscenico le è diventato naturalmente familiare. La capitale inglese ha favorito poi in generale la contiguità con il mondo dello spettacolo.
Cosa nota di diverso tra la vita del teatro e dello spettacolo a Londra e qui in Italia?
A Londra c’è un maggiore spazio per gli artisti; perfino nei pub si possono affittare degli spazi, anche se si è sconosciuti. Questo rende più semplice esordire e anche i finanziamenti per la cultura e l’arte offrono maggiori garanzie. Quello che ho notato è che in Inghilterra davanti ai teatri c’è sempre la fila. Sono un luogo di richiamo, eppure sono cari. Non solo ma i turisti che vanno a Londra non perdono l’occasione di vedere un musical; mentre i turisti in Italia – che pure vive di turismo – non vanno a teatro. Lo spettacolo è in qualche modo un circuito chiuso.
L'intervista integrale su Saltinaria.it
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