domenica 16 settembre 2012

Nel Lazio, il cinema gira: a Roma si ferma

La gestione della liquidazione del circuito delle sale cinematografiche di Cecchi Gori nel dicembre 2009 prevedeva: un contratto di affitto di rami di azienda dell’intero circuito cinematografico “Cecchi Gori” con durata originaria fissata in sei mesi in  favore delle società MEDIAPORT Cinema Srl, ELLEMME GROUP SpA e FARVEM REAL ESTATE Srl; una promessa di vendita del medesimo complesso aziendale e dei cespiti immobiliari dello stesso in favore, esclusivamente, della predetta MEDIAPORT CINEMA Srl, per un importo complessivo fissato in € 58.500.000,00, da perfezionarsi, in origine, entro un anno dalla stessa stipula.
Ad oggi, l’affitto e la vendita sono stati rinviati con tre proroghe successive, l’ultima è in scadenza in questi giorni e l’importo ancora da versare sembra ammontare a circa 48 milioni di euro.
Le sale in affitto al momento dell’accordo erano : Admiral, Adriano, Ambassade, Atlantic, Broadway, Empire, Gregory, Reale, Roma, Royal, Troisi.
Dopo i 3 anni di affitto, alla chiusura del cinema Roma, da più di un anno, con continue promesse/annunci, mai rispettati,  di riapertura, come sala Monicelli,  sono seguite le chiusure del Metropolitan, nel 2011, e dell’Empire; per il Maestoso non è ancora scongiurato il rischio della chiusura. Anche gli interventi promessi da Mediaport Cinema per il rilancio delle sale (in particolare delle monosale) non sembrano concretizzarsi, visto che molti cinema sono addirittura privati delle più elementari manutenzioni (pioggia dal tetto, riscaldamenti ed aria condizionata malfunzionanti, ecc).
Senza considerare, poi, che molte altre sale rischiano la stessa fine, perché, entro il 2013, è previsto il passaggio al digitale e la fine dei film in pellicola.
Quanto sta avvenendo a Cinecittà è sotto gli occhi di tutti: al posto degli stabilimenti che hanno reso famoso in tutto il Mondo il nostro Paese, vengono proposti centri commerciali ed alberghi.
Non è per caso che le Immobiliari, oltre a Cinecittà,  stiano entrando pesantemente nel settore (vedi progetto di cambio di destinazione d’uso dei locali del Metropolitan o la proposta d’acquisto, in società con Mediaport Cinema Srl,  dell’Adriano e delle altre sale dell’ex circuito Cecchi Gori, situate in zone centrali).
Nel corso degli ultimi venti anni, Roma ha subito la chiusura di tante importanti sale (più di 30) e meriterebbe diversa attenzione e sensibilità da parte delle istituzioni culturali pubbliche e private.  
Quali prospettive per la vita culturale di questa nostra città se il futuro che si prospetta si poggerà sui soli Megaplex, all’interno dei centri commerciali, ed a sei/sette cinema storici?
 

Invitiamo attori, registi e lavoratori dello spettacolo a firmare la petizione popolare contro la chiusura dei cinema a Roma promossa da CUB Informazione sul sito http://www.cubregionelazio.it/
 

Nessun commento:

Posta un commento