lunedì 10 settembre 2012

Niente più niente al mondo - Domus Talenti (Roma)


Recensioni spettacoli teatrali/eventi
Scritto da Ilaria Guidantoni   
Lunedì 10 Settembre 2012

Un monologo impressionante per la naturalezza della recitazione. Lo spettatore si immerge anzi sprofonda nella miseria, avviata da un licenziamento, alleviata appena dalla tv accesa dispensatrice di sogni fatui, promozioni e illusioni smaccate da non essere credibili neppure per un disperato. Un monologo al femminile – ingrediente F come recita il titolo della rassegna – annaffiato dal Vermouth, consolazione ‘ferrosa’ di una vita da discount. Lo spettacolo è di un’ironia straziante e rassegnata: una donna sullo sfondo di una Torino desolata, senza più operai né solidarietà.

INGREDIENTE F – Il teatro come non l'avete mai assaggiato 
presenta
NIENTE PIU’ NIENTE AL MONDO
di Massimo Carlotto
regia di Nicola Pistoia
con Crescenza Guarnieri

Lo spazio, al quale si accede da un bel cortile nel centro di Roma, la Domus Talenti - è la rivisitazione in chiave contemporanea del teatro elisabettiano. Gli spettatori su sedie da cucina si dispongono intorno ad una pedana-palcoscenico, mentre altri salgono su una scala a chiocciola di metallo e si affacciano ai balconi su due ordini. Al centro della scena un tavolo da cucina con una brutta tovaglia di plastica e due sedie scompagnate. Immediata la sensazione di trasandatezza, di una cucina di periferia. Sopra vi stanno oggetti sparsi, bottiglie d’acqua minerale comprate al discount, uno scontrino della spesa che da’ il tempo come il metronomo al pianista e l’immancabile compagno Vermouth.

Lo spettacolo "Niente, più niente al mondo", tratto dal romanzo breve di Massimo Carlotto, adattamento di Nicola Pistoia con Crescenza Guarnieri, è un monologo di un'ora. Sola in scena la protagonista indossa una sottoveste cinese da 12 euro e 90 centesimi, un prezzo, una truffa di comunicazione a buon mercato; ha una bottiglia di Vermouth in mano e parla da sola. Sullo sfondo una Torino dei quartieri operai, ormai abbandonati a loro stessi: niente più lavoro, niente produzione e niente operai.

La recensione integrale su Saltinaria.it



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