Scritto da Ilaria Guidantoni Sabato, 26 Settembre 2015
Dal 22 al 27 settembre. Una lectio magistralis sulla spiritualità nata dalla diaspora ebraica, in una parola l’esilio come metafora della fragilità ed integrità umana, condizione di nomadismo creativo, canto nel senso originario, che si fa naturalmente teatro. Moni Ovadia ha perso certa aggressività ed irriverenza a favore dell’ironia, che accoglie dimostrando di aver assunto la grande lezione dell’umorismo ebraico in cui il teatro e la vita si incontrano. Una prova di cultura e di attenzione alle miserie umane, dove la notizia dell’attualità è sublimata nell’arte come solo il teatro autentico sa fare.
Produzione Promo Music presenta
IL REGISTRO DEI PECCATI
Rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle
recital-reading sul mondo khassidico ideato e interpretato da Moni Ovadia
Moni Ovadia torna al Piccolo Teatro Grassi, dal 22 al 27 settembre, con "Il registro dei peccati", un nuovo viaggio nella cultura Yiddish alla scoperta del mondo del Khassidismo, la tradizione culturale degli ebrei della diaspora, nata nell’Europa centro-orientale. Lo spettacolo, in tre tempi d’un fiato - rispettivamente il racconto, il canto e l’umorismo - dipinge un universo fatto di parole, musiche, danze, storie, canzoni e immagini, in cui si alternano preghiera, racconto, divertimento. Una sorta di lezione e confessione in forma di mise en espace, che si affranca dalla riverenza al mondo televisivo e a troppo diffuso giornalismo spettacolo.
Moni Ovadia resta un cantastorie, un saltimbanco raffinato, un vero uomo di teatro, nutrito di una cultura metabolizzata, oltre che studiata, dove l’effetto scenico è il risultato non il presupposto. Non c’è nulla del marketing da successo che ormai si trova fin troppo diffuso sui palcoscenici.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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