Lunedì, 02 Dicembre 2013, Ilaria Guidantoni
DAL 3 DICEMBRE AL 6 GENNAIO UNA MOSTRA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI DI ROMA RACCONTA LA MODERNITÀ ITALIANA ATTRAVERSO LE PUBBLICITÀ DEL CIBO.
Una mostra da leggere, realizzata dal punto di vista della carta, che unisce il raccontare una storia con l’immagine presentata, sia nella cartellonistica, sia nell’allusione alla cinematografia televisiva. Vent’anni di pubblicità sul tema del cibo e della tavola per raccontare il cuore di un paese che, soprattutto nel caso italiano, fonda sulla convivialità un valore nazionale fondamentale. Il caso di Carosello – 1957/1977 – è poi unico e risponde al bisogno di un popolo, tra cultura cattolica e avanzata della sinistra, che ha penalizzato la pubblicità, orientandola a raccontare storie e a non piegarsi alla semplice esigenza commerciale. Il percorso dell’esposizione svela com’eravamo, dalle parole ingenue e con poche sovrastrutture, all’idea che la pubblicità introducesse in un mondo migliore, in una qualità di vita superiore. E’ stato un periodo che pur attraversando la crisi del 1963 e poi del 1973, credeva nel futuro come possibilità e non come un problema per dirla con l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, “Basta piangere”. Era un mondo pieno di gioia e vale la pena questa passeggiata nel tempo, fatta per molti di tenerezza e un po’ di nostalgia, di molto colore e vitalità.
Il Cibo Immaginario. 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, mostra ideata e curata da Marco Panella, prodotta da Artix in collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo Cremonini e Montana, racconta venti anni di vita e costume italiani attraverso iconografia, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare.
Oltre 300 immagini, rendono fruibile per la prima volta al grande pubblico un percorso ragionato, che recupera un giacimento culturale che ha segnato la modernità italiana; immagini da osservare una ad una, cogliendone l’evoluzione dei paradigmi di comunicazione e, soprattutto, la portata evocativa ed emozionale; una storia visiva suggestiva, nella quale rintracciare i segni del cambiamento di un’Italia che corre veloce dalla Ricostruzione fino all’Austerity – con la prima crisi del 1963 e poi quella energetica del 1973 - e che, nel cibo e nei modi del mangiare, trova un media fortissimo e misura il suo affrancamento sociale. La crisi cambia la pubblicità già in modo significativo introducendo, ai tempi delle domeniche a piedi, il prezzo, gli sconti e l’offerta speciale come elementi centrali che prima non si erano mai visti. In effetti risparmio e spesa indicano anche una visione della vita il cui diario è l’agenda della casa, testimonianza dell’evoluzione della famiglia, un modo di programmare e raccontare la quotidianità, a cominciare dalla lista della spesa, che non esiste più.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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