Giovedì, 19 Dicembre 2013 Ilaria Guidantoni
Uno spettacolo al quale si va ad occhi chiusi in quanto costituito da buona musica ben suonata, accompagnata dalla voce calda di un attore di singolare bravura verso il quale non si può che provare affetto, da bei corpi che muovono la scena in armonia e con voluttà virtuosa, mentre le note e il rimando ai film che sono ormai nel nostro immaginario collettivo non possono deludere. Così è, anche se restano frammenti di un intreccio dove le parti si nutrono una dell’altra; mentre forse si fatica un po’ a trovarne la regia, l’unità. Ci si chiede se e cosa volesse dire. Ma forse vuole solo comunicare emozioni. E allora non resta che lasciarsi cullare.
GIANCARLO GIANNINI VOCE RECITANTE
PROTAGONISTA A TEATRO DI UN GRANDE OMAGGIO A ENNIO MORRICONE
da un’idea di Mauro Di Domenico, chitarrista, compositore ed arrangiatore
che dirige l’ Orchestra di Cinecittà
Lunedì 16 dicembre al Teatro Sistina di Roma, Giancarlo Giannini e Mauro Di Domenico sono stati i protagonisti di una serata omaggio al grande compositore Ennio Morricone, il musicista Premio Oscar che ha realizzato colonne sonore memorabili per film che hanno segnato la storia del cinema italiano e mondiale, indissolubilmente legato a Sergio Leone e, come forse non a tutti è così evidente, a Pier Paolo Pasolini.
Con lo spettacolo “Omaggio a Morricone” non ci si chiede più se nel cinema siano le immagini a valorizzare la musica o viceversa: è l’intreccio il cuore pulsante della scena, tra le musiche di Morricone, la lettura lirica di Giancarlo Giannini, distinto signore con la voce calda e profonda, senza quella spocchia di chi ha veleggiato da decenni sulla scena ma con ancora il gusto e il rispetto di incontrare il pubblico; e ancora l’ispirazione di Mauro Di Domenico - chitarra solista e arrangiatore - accompagnato dai solisti dell’Orchestra di Cinecittà e dai danzatori di Oniin Dance Company, compagnia stabile di danza contemporanea del Teatro delle Celebrazioni di Bologna - con le coreografie di Daniela Rapisarda ed Alessandro Vacca - molto preparati tecnicamente che ricordano le coreografie e il lavoro di Moses Pendleton per l’abilità e l’armonia tecnica, la disciplina, la plasticità, ancora più asciutta della scuola Californiana.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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