lunedì 10 novembre 2014

Conversazione con Christian Angeli, regista di “Doppelganger. Chi cammina al tuo fianco"

Ilaria Guidantoni Giovedì, 06 Novembre 2014

Abbiamo incontrato il co-regista di "Doppelganger. Chi cammina al tuo fianco”, Christian Angeli, che ci ha raccontato lo spettacolo del Gruppo Number9. Tra l’altro la programmazione è stata prorogata di tre giorni, per l’apprezzamento del pubblico, venerdì 7 novembre, sabato 8 alle 21 e domenica 9 alle 17.45.


Vorrei conoscere qualcosa del testo e sapere com'è nata l'idea di metterlo in scena...
«L'idea di prendere spunto da alcuni film noir statunitensi degli Anni Quaranta è stato il pretesto per lavorare sul tema del doppio. Come ci poniamo nel quotidiano quando sentiamo emergere dentro di noi una parte distruttiva, accanto ad un'altra opposta e propositiva, e non riusciamo a fare a meno di mostrarla? E viceversa, come ci comportiamo quando pretendiamo di far vincere quella buona, che sa stare generosamente al mondo? In "Doppelganger-Chi cammina al tuo fianco" abbiamo un delitto irrisolto, due donne sospettate dell'omicidio e uno psicologo che, sostituendosi alla polizia, compie un'indagine privata. I due personaggi femminili, anche se con dinamiche diverse, si prendono la responsabilità di una scelta dolorosa e la portano nel mondo; al contrario, quello maschile, non sa decidere tra desiderio e giudizio, vittima inconsapevole della propria ignavia».

Su cosa si è lavorato in particolare per la trasposizione teatrale?
«Abbiamo lavorato sulla tendenza al controllo. I tre personaggi si desiderano, ma allo stesso tempo si osservano e si spiano. Vogliono lasciare vivere il proprio erotismo, ma sono frenati dalla mania di giudicare. Quindi abbiamo lavorato sulla recitazione costituendo degli appuntamenti fissi per i tre personaggi, delle stazioni emotive occupate a turno da tutti, fino a una sovrapposizione dei ruoli in cui ognuno è soggetto e oggetto dell'osservazione e della passione dell'altro. Per poi sciogliere questa conflittualità nel finale, grazie ai due personaggi femminili che, pur non compiendo alcuno scarto etico, si autodeterminano».


L'intervista integrale su Saltinaria.it

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