lunedì 24 settembre 2012

Ciò che resta…Serata di disonore - Domus Talenti (Roma)

Recensioni spettacoli teatrali/eventi 
Scritto da Ilaria Guidantoni    
Martedì 25 Settembre 2012
 

Un assolo femminile, con un trio di cantanti dal vivo, in un racconto inusuale della propria vita attraverso frammenti e scene di spettacoli teatrali che l’attrice ha impersonato o avrebbe voluto interpretare. Nasce così un racconto autobiografico insolito, guardato nello specchio del teatro come metafora. Bella vecchia scuola di teatro forse un po’ carica, come ormai ci appare la recitazione di scuola. Mancano alcune cuciture e sintesi per rendere più godibile il percorso.

Ingrediente F – Il teatro come non l'avete mai assaggiato presenta
CIO’ CHE RESTA…SERATA DI DISONORE di e con Alessandra Frabetti
e Les Triplettes de Belleville

L'attrice bolognese Alessandra Frabetti ci racconta - coadiuvata dalle musiche dal vivo del gruppo Les Triplettes de Belleville -  “Ciò che resta…Serata di disonore”, un recital con una vena di comicità mista a delusione amara, che ha per protagoniste le donne: donne famose, donne inventate - personaggi delle più grandi pièce - e donne comuni, alle prese con gli stessi problemi e le stesse torture.
Il terzo appuntamento della rassegna al femminile Ingrediente F si concentra su quello che nella vita non si sarebbe desiderato e ci è toccato e sul magico ruolo del teatro, che offre una sponda all’esistenza per poter volare. All’inizio la protagonista ci informa che ci racconterà una storia senza dar luogo al teatro di narrazione e via di seguito con una serie di negazioni, quasi una costruzione retorica per raccontarsi. Lo spettacolo nasce dall’idea di un amico, Ivano Marescotti, che gli commissionò questo lavoro per il suo teatro emiliano ponendo due condizioni: la presenza del trio – belle voci un po’ scanzonate che flirtano con il testo come nella versione nostrana di “Milord” di Edith Piaf – e il racconto di un’esistenza al femminile. Niente di più semplice e complesso allo stesso tempo, secondo la nostra autrice che si rifà ad una domanda della propria figlia – almeno così racconta – che un giorno le chiese “A cosa serve il teatro? C’è già la vita”.

La recensione integrale dello spettacolo su Saltinaria.it


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