Due sponde un solo mare – Siracusa (Sicilia)
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 15 Maggio 2016
Seconda tappa della Personale della scultrice siracusana Roberta Conigliaro
Dal 21 maggio al 5 giugno a Palazzo Montalto nel cuore di Siracusa, la nuova tappa di un viaggio della scultrice Roberta Conigliaro, romana di adozione, siracusana per origine, mediterranea per vocazione. Una mostra sul tema dei migranti, punta dell’iceberg di una riflessione profonda sulMediterraneo come luogo di un possibile dialogo e di un attuale scontro e dell’arte come ponte oltre il linguaggio tra i popoli. Uno sguardo dalla Sicilia oltre la Sicilia, epicentro mediterraneo.
Un progetto e non solo una mostra che si sviluppa come un viaggio nel sud e che diventa una metafora nella metafora. C'è anche una parte letteraria - le tue composizioni - e l'idea che la mostra sia la punta dell'iceberg. Puoi raccontarci l'idea complessiva?
«Questo progetto, che qui è alla sua seconda tappa dopo Trapani, è a sua volta una tappa di un mio viaggio interiore verso quel sud che mi ha generato e nutrito e che continua ad alimentare la mia creatività, pur vivendo altrove. Anzi penso che la mia creatività sia maggiormente alimentata da questo distacco, che è fatto a volte di una nostalgia struggente ma anche di un più profondo senso delle origini, sentimento che si riscontra tipicamente negli isolani e ancor di più nei migranti, un bisogno di tener vivo tutto ciò che è legato alla propria terra di origine. In questo mio viaggio, che appunto parte da lontano, dagli inizi del mio lavoro come scultrice, si va ad aggiungere, per questa mostra, il tema della migrazione, affrontato non solo nella sua accezione drammatica ma anche inteso come possibilità di scambio e di arricchimento reciproco.
«Questo progetto, che qui è alla sua seconda tappa dopo Trapani, è a sua volta una tappa di un mio viaggio interiore verso quel sud che mi ha generato e nutrito e che continua ad alimentare la mia creatività, pur vivendo altrove. Anzi penso che la mia creatività sia maggiormente alimentata da questo distacco, che è fatto a volte di una nostalgia struggente ma anche di un più profondo senso delle origini, sentimento che si riscontra tipicamente negli isolani e ancor di più nei migranti, un bisogno di tener vivo tutto ciò che è legato alla propria terra di origine. In questo mio viaggio, che appunto parte da lontano, dagli inizi del mio lavoro come scultrice, si va ad aggiungere, per questa mostra, il tema della migrazione, affrontato non solo nella sua accezione drammatica ma anche inteso come possibilità di scambio e di arricchimento reciproco.
Per leggere il testo completo: http://www.saltinaria.it/
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