Intervista Roberta Conigliaro
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 06 Marzo 2016
Abbiamo incontrato l’artista siracusana, intenta a mettere a punto gli ultimi dettagli per la Personale che si terrà a Trapani dal 12 marzo al 10 aprile prossimo, “Due sponde un solo mare. Viaggio nel mare di mezzo”. Un titolo impegnativo, che racchiude un progetto, dagli orizzonti più ampi di una mostra e che parte da lontano. L’approdo sarà al Museo “Agostino Pepoli”, dedicato al corallo, uno dei simboli del Mediterraneo, nella città del sale e del vento, la più araba forse della sponda nord.
Partiamo dal titolo e quindi dallo spirito: come nasce e cosa significa due sponde un sole mare e il richiamo al mediterraneum come “pianura marittima”?
Da tempo lavoro sul tema del Mediterraneo e sul sud. Ho già fatto due mostre su questi temi, quindi direi che si tratta di un percorso e questa è una delle tappe. Mi sento profondamente una cittadina del sud e soprattutto la mia identità direi che sia mediterranea ancor più che europea.
Sono cresciuta a Siracusa, una città del sud della Sicilia, affacciata sul mare e anche se dagli inizi degli anni Novanta mi sono trasferita a Roma, ciò che sono diventata è stato plasmato dall’essere cresciuta in quella terra, respirando l’aria del mare e la sua storia millenaria. Quando ero piccola d’estate mi piaceva stare seduta sugli scogli a guardare l’orizzonte e immaginavo la costa africana. Ho sempre sentito la sua vicinanza. Uno stesso mare in cui si bagnano popoli diversi ma molto vicini che nei secoli si sono mescolati, influenzati creando uno scambio culturale che ancora oggi si ritrova nella nostra architettura, nell’artigianato e persino nella nostra cucina.
La mostra “due sponde un solo mare” nasce quasi due anni fa guardando le immagini dei telegiornali sui continui sbarchi di migranti sulle nostre coste siciliane, e le notizie delle migliaia di morti nel nostro mare. Una strage quotidiana che però non ha fermato il flusso di viaggi della speranza. Ho sentito la necessità di riprendere in mano il tema del mediterraneo però con questo nuovo elemento in più. Una mostra che toccasse più aspetti: il tema del viaggio, del sogno di una vita diversa, della paura ma anche del fascino verso culture diverse.
Da tempo lavoro sul tema del Mediterraneo e sul sud. Ho già fatto due mostre su questi temi, quindi direi che si tratta di un percorso e questa è una delle tappe. Mi sento profondamente una cittadina del sud e soprattutto la mia identità direi che sia mediterranea ancor più che europea.
Sono cresciuta a Siracusa, una città del sud della Sicilia, affacciata sul mare e anche se dagli inizi degli anni Novanta mi sono trasferita a Roma, ciò che sono diventata è stato plasmato dall’essere cresciuta in quella terra, respirando l’aria del mare e la sua storia millenaria. Quando ero piccola d’estate mi piaceva stare seduta sugli scogli a guardare l’orizzonte e immaginavo la costa africana. Ho sempre sentito la sua vicinanza. Uno stesso mare in cui si bagnano popoli diversi ma molto vicini che nei secoli si sono mescolati, influenzati creando uno scambio culturale che ancora oggi si ritrova nella nostra architettura, nell’artigianato e persino nella nostra cucina.
La mostra “due sponde un solo mare” nasce quasi due anni fa guardando le immagini dei telegiornali sui continui sbarchi di migranti sulle nostre coste siciliane, e le notizie delle migliaia di morti nel nostro mare. Una strage quotidiana che però non ha fermato il flusso di viaggi della speranza. Ho sentito la necessità di riprendere in mano il tema del mediterraneo però con questo nuovo elemento in più. Una mostra che toccasse più aspetti: il tema del viaggio, del sogno di una vita diversa, della paura ma anche del fascino verso culture diverse.
Per leggere l'intervista integrale: http://www.saltinaria.it/ interviste/interviste-arte/ roberta-conigliaro-intervista. html
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