Ilaria Guidantoni Domenica, 11 Gennaio 2015
Milano, Museo Poldi Pezzoli
Dal 7 Novembre 2014 al 16 Febbraio 2015
Originale l’idea della presentazione di una bottega che segna tipicamente un’epoca e la riscoperta di un grande artista, Antonio Pollaiolo, che fu soprattutto orefice mentre al fratello Piero sembrano attribuite definitivamente le quattro dame, fulcro di questa esposizione. Splendide sì anche se l’eco della mostra ne supera l’entità. Milano, si sa, è maestra nel marketing. L’esposizione racconta soprattutto, in modo ammiccante, il dialogo tra classicità e modernità con una mostra fotografica correlata, a tema, e pone Milano e in particolare il Museo Poldi Pezzoli, uno dei simboli della città, quale chiasmo culturale e vetrina italiana nell’anno dell’Expo.
Nella cornice della casa museo Poldi Pezzoli, forse il luogo per eccellenza della milanesità nell’arte, sotto certi profili ancor più di Brera, Le dame del Pollaiolo, sono il cuore della mostra – il cui main sponsor è la Fondazione Bracco - attribuite sembra con relativa certezza, non all’artista a noi più noto in mostra, Antonio, ma al fratello minore, Piero. Jacopo del Pollaiolo ha avuto sei figli tra cui Piero, pittore; e Antonio originariamente e principalmente orefice, ebbe una tra le botteghe più importanti di Firenze che rivaleggiò con quella di Andrea del Verrocchio dove si formò Leonardo da Vinci. La mostra è stata pensata a partire dal celebre quanto affascinante “Ritratto di Dama”, simbolo dello stesso Museo Poldi Pezzoli, un modo per richiamare l’attenzione sulla città nell’anno dell’Expo. Per la prima volta, sono riuniti e messi a confronto tutti i quattro ritratti femminili riferibili alla mano di Antonio e Piero del Pollaiolo, anche se il dibattito, come accennavo, sembra propendere per l’attribuzione, al secondo. Il più celebre “Ritratto di giovane donna” dipinto su tavola da Piero del Pollaiolo intorno al 1470, è considerato uno dei massimi capolavori della ritrattistica fiorentina del Rinascimento, ed è esposto, per la prima volta nella sua storia, accanto alle sue tre “sorelle” che sono “Ritratto di donna di profilo”, proveniente dallo Staatliche Museen, Preußischer Kulturbesitz, Gemäldegalerie di Berlino; quella del Metropolitan Museum of Art di News York e quello fiorentino della Galleria degli Uffizi.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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