Giovedì, 20 Marzo 2014 Ilaria Guidantoni
In occasione della Giornata della donna è stato presentato un progetto didattico, “Chiamarlo amore (non) si può”, nato da un’idea di Rosa Tiziana Bruno, una delle autrici dei 23 racconti dell’omonimo libro (pubblicato il 25 novembre 2013 per la Giornata Internazionale contro la violenza sulla donna dalla Casa Editrice Mammeonline).Un percorso didattico dove la cultura e i new media diventano strumenti pedagogici per raccontare e promuovere una cultura nel segno della ricchezza della differenza – tra maschile e femminile – funzionale ad una società basata sul rispetto e su una convivenza serena e gioiosa.
“E' importante che i ragazzi riflettano sugli stereotipi, perché è proprio da questi che la violenza contro le donne trae alimento. Allo stesso modo è importante acquisire la capacità d’ascolto della voce “femminile”, troppo spesso ignorata. L’ascolto può infatti rappresentare un prezioso punto di partenza per cercare insieme possibili soluzioni”, ci ha raccontato Rosa Tiziana Bruno, Insegnante, Scrittrice e promotrice di laboratori per l’infanzia.
Da questi presupposti è nato “Chiamarlo amore (non) si può”, un percorso didattico particolarmente innovativo, che ha visto la partecipazione di 420 studenti, dai 12 ai 19 anni, della Campania e del Lazio.
Obiettivo principale del progetto è stato quello creare di uno spazio di riflessione e di ricerca sul fenomeno della violenza contro le donne.
Si è trattato, infatti, di un vero e proprio viaggio alla scoperta degli stereotipi che circondano la figura femminile, ovunque nel mondo, e sul ruolo della donna nella società attuale.
Sono stati coinvolti in prima linea anche gli enti locali, per la precisione il Comune di Napoli, dove il progetto ha avuto la sua base operativa.
Proprio questa disponibilità delle istituzioni pubbliche ha reso possibile, a conclusione del percorso, l’organizzazione di una mostra di Letteratura e Arti visive incentrata sulla realtà femminile contemporanea, con opere provenienti da diversi continenti.
L'articolo integrale su Saltinaria.it
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