Mercoledì, 22 Gennaio 2014 Ilaria Guidantoni
Dal 21 al 26 gennaio. Il gioco della memoria e dell’oblio, la finzione per scoprire la verità, perché giocare è più serio che vivere: una sorta di teatro nel teatro con il protagonista che è in qualche modo lo stesso romanziere. E’ tutto dialogo, serrato ma non affannato: le pause giuste, due attori calzanti nel ruolo che lasciano assaporare il classico impianto dei testi introspettivi di Schmitt, con colpi di scena psicologici e una dialettica tutta introversa, senza urla né scenate: una sofferenza d’amore straziante in stile nordico. Gli interpreti rispondono ad una riflessione mai conclusa sulla dinamica della coppia per cui se si ama si muore, considerato che in ogni matrimonio c’è un assassino. Bisogna solo capire chi è dei due o chi diventa assassino per primo.
Fondazione Atlantide - Teatro Stabile di Verona presenta
PICCOLI CRIMINI CONIUGALI
di Eric-Emmanuel Schmitt
con Elena Giusti e Paolo Valerio
regia Alessandro Maggi
Commedia in un atto. Dopo aver subito un brutto incidente domestico, Gilles torna a casa dall’ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie Lisa, alla quale si ostina a dare del lei, senza perdere però l'occasione per sottolineare che quella che gli era apparsa come un’infermiera senza camice, gli era piaciuta fin dal primo momento. Anzi, la presunta moglie gli piace più del loro appartamento.
La rappresentazione si apre con la coppia che entra in scena in un piccolo appartamento, essenziale quanto raffinato, e il ritmo è scandito da un refrain musicale, sempre lo stesso, che si ascolta all’abbassarsi delle luci e a quel cambio di tono sul verde, un po’ atmosfera lounge, un po’ livida di una coppia che si consuma in un riconoscimento progressivo. Il dialogo tra i due tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello cercando di oscurarne le ombre, almeno da parte di lei.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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