martedì 13 gennaio 2015

Walter Bonatti fotografie dai grandi spazi

Ilaria Guidantoni Domenica, 11 Gennaio 2015

Milano, Palazzo della Ragione Fotografia
13 novembre 2014/8 marzo 2015

Non solo foto né cime innevate e rocciose, niente di descrittivo e risaputo del grande alpinista. La mostra è un percorso nel suo immaginario di figura complessa, di studioso oltre che di uomo di avventura, alla ricerca di emozioni soprattutto dove l’uomo non era ancora passato o aveva solo sfiorato il suolo o guardato dall’alto un panorama. E’ l’itinerario irrequieto di una ricerca esistenziale di chi fa del viaggio in condizioni estreme e spesso solitarie la propria quotidianità, senza la sfida contro qualcosa o qualcuno e questo atteggiamento di empatia piuttosto che di temerarietà si percepisce dagli scatti.

La mostra ripercorre, attraverso spettacolari immagini fotografiche, video e documenti, i viaggi di Walter Bonatti, conosciuto da tutti come alpinista, lo si scopre giornalista d’avventura soprattutto per il settimanale “Epoca”, fotografo e fumettista che si era nutrito fin da ragazzo della letteratura di avventura con le letture di Conan Doyle, Conrad, Defoe, London, Stevenson. Le immagini scattate in alcuni dei luoghi più impervi della terra, testimoniano lo spirito d'avventura estremo, di coraggio autentico, mai di arroganza rispetto alla natura, oltre la grande dedizione con ha condotto le sue esplorazioni in oltre 30 anni di viaggi. In fondo ha smesso di fare l’alpinista abbastanza presto soprattutto dopo alcune polemiche legate ad un episodio doloroso. Il mancato riconoscimento del contributo offerto da Bonatti nella fase conclusiva delle operazioni (il trasporto di bombole d’ossigeno necessarie ad Achille Compagnoni e Lino Lacedelli per raggiungere la cima) e anzi i sospetti nei suoi riguardi (l’accusa infamante che avesse utilizzato per sé l’ossigeno) furono all’origine di una battaglia di 'verità e giustizia', sia giornalistica sia giudiziaria, che impegnò Bonatti per mezzo secolo e si risolse solo quando il CAI, dopo una ricostruzione minuziosa degli eventi, riconobbe pienamente il ruolo «risolutivo e imprescindibile» di Bonatti e del portatore Amir Mahdi «nella riuscita dell’impresa» (I miei ricordi, 2008).

La recensione integrale su Saltinaria.it

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