martedì 13 gennaio 2015

Il clan delle divorziate - Teatro San Babila (Milano)

Ilaria Guidantoni Mercoledì, 07 Gennaio 2015

Gustosa commedia in salsa piccante, comicità intelligente e a suo modo raffinata, con una parte en travesti che aggiunge ilarità. La curiosità di conoscere la versione francese c’è perché è evidente l’adattamento nella traduzione per i riferimenti e le battute che non scivolano in effetti banali, poco credibili o volgari. Ben interpretata, con buon ritmo e originale.

Il CLAN DELLE DIVORZIATE
una commedia di Alil Vardar
regia di Haziz Vardar
con Lucia Vasini, Jessica Polsky e Stefano Chiodaroli

In scena fino al 1° febbraio al Teatro San Babila di Milano "Il clan delle divorziate", commedia scritta da Alil Vardar che, dopo aver spopolato in Francia con più di 2.700.000 spettatori, sbarca in Italia con tre interpreti d’eccezione: Lucia Vasini, Jessica Polsky e Stefano Chiodaroli.

Un’ora e mezza di comicità godibile su una condizione di grande attualità e consuetudine, che guarda il mondo dalla parte femminile dei sentimenti e anche delle irrequietezze di tre donne che non si danno per vinte. Questa commedia mette in scena la storia di tre donne divorziate da poco e molto differenti tra loro, costrette dalle circostanze a condividere un appartamento. Oltre allo spazio, le tre donne condividono gli alti e bassi della loro nuova vita da single, con una convivenza forzata che diventa difficile e a volte esplosiva anche se non in coppia. Questa volta è un trio che convive in piazza Diaz, a due passi dal Duomo, a Milano nell’appartamento di proprietà di una delle tre, di sangue nobile come tiene a precisare e che risponde al telefono con i suoi tre cognomi, che suscitano ilarità. Interpretata da Lucia Vasini, dopo un matrimonio con l’uomo con il quale si sarebbe dovuta divertire ma con cui non pensava di condividere una vita, vita campestre passata a produrre formaggio di fosse con amici figli dei fiori, decide di tornare alle origini, con qualche magagna da coprire. L’appartamentino a Milano non riesce a permetterselo ed è costretta a subaffittarlo, la nostalgia dell’amore c’è ma cercare un uomo libero per una signora di mezza età non è semplice, mentre il tempo avanza senza lasciare scampo.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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