giovedì 27 febbraio 2014

Prigioniero della seconda strada - Teatro Sala Umberto (Roma)

Mercoledì, 26 Febbraio 2014  Ilaria Guidantoni

Dal 25 febbraio al 16 marzo. Una commedia agro-amara sulle nevrosi metropolitane, anzi sulla metropoli simbolo del cinismo della modernità. Per la dolcezza non c’è tempo anche se il tempo porta la riconciliazione. Commedia a suo modo originale, che non inclina allo sberleffo, alla risata facile, senza equivoci né maschere. Ci sono solo le persone vere, senza personaggi, con il loro precariato e le paure, una società sempre più povera con il futuro stretto come un tunnel scuro senza la certezza che alla fine ci sia la luce. Il risultato la diffidenza e l’aggressività, l’insofferenza e l’intolleranza tra i vicini di casa. E la stessa casa assomiglia sempre più a una prigione, dove anche l’amore sembra soffocare tra esaurimenti nervosi e incertezze sul domani. Per certi aspetti surreale come può esserlo la realtà quotidiana nella sua assurdità, che ha sempre più fantasia di noi. Delizioso l’allestimento scenico. Ben calati nel ruolo gli interpreti. Lascia un gusto dolce e semplice, quello della saggezza di tutti i giorni.

La Contrada Teatro stabile di Trieste presenta

Maurizio Casagrande e Tosca D’Aquino in
PRIGIONIERO DELLA SECONDA STRADA

di Neil Simon

con Barbara Folchitto e Adriano Giraldi

e con Paola Bonesi e Marzia Postogna

scene Alessandro Chiti 

costumi Alessandra Ricci

musiche Massimiliano Forza 

arrangiamenti Fabio Valdemarin

adattamento e regia di Giovanni Anfuso

Prigioniero della seconda strada è di sorprendente attualità ed ha per oggetto una piccola famiglia aggredita dalla crisi economica, in scena solo i due genitori. Il marito, è un piccolo uomo onesto, dirigente ma non di grande lignaggio, licenziato e quindi afflitto e frustrato; la moglie, una donna coraggiosa che sa volare alto, come solo le donne sanno fare, forse anche un po’ frivola, che in scena appare sempre molto elegante, forse troppo raffinata per la condizione che vive. Indubbiamente quella che si chiama una donna di carattere, pronta a mettersi in gioco e a dare una sferzata al marito.

La pièce prende avvio in una serata estiva, tremendamente calda, a New York nel piccolo soggiorno dove il protagonista inveisce contro il condizionatore che non funziona e da un’inezia si scatena una riflessione su una vita che non va, a cominciare dalle piccole noie della dimora che è tutt’altro che un rifugio. Vicini rumorosi e maleducati, hostess che gozzovigliano durante la notte, malfattori che si aggirano per il quartiere. Mel non riesce a dormire a causa di una serie di irresistibili ed esilaranti nevrosi scaturite dal troppo caldo fuori e dal troppo freddo dentro, da un condizionatore rotto e perennemente fermo a 7°, dallo sciacquone difettoso del gabinetto e così via, ma il vero problema è un nodo allo stomaco che come gli fa notare la moglie Edna dipende da qualcosa che è dentro di lui e non fuori. La donna fa da contraltare al protagonista: affettuosa, apparentemente svampita, ma con i piedi per terra.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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