lunedì 22 settembre 2014

Ritratto allo specchio, incontro con Margaret Atwood - Teatro Argentina (Roma)

Ilaria Guidantoni Sabato, 20 Settembre 2014

Un incontro speciale, l’ultimo appuntamento della stagione del festival internazionale "Letterature", così presentato e calzante per la sua originalità. Una scrittrice la cui cifra sono l’ironia e l’impegno insieme per l’ambiente e i diritti delle donne, militante della scrittura e portatrice di un messaggio di ottimismo, un inno alla fantasia, talora surreale e sfrenata.


LETTERATURE Festival Internazionale di Roma presenta
RITRATTO ALLO SPECCHIO
incontro con MARGARET ATWOOD

Il Festival è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale, con l'ideazione e direzione artistica di Maria Ida Gaeta, direttrice della Casa delle Letterature di Roma, la regia di Fabrizio Arcuri e l'organizzazione e produzione di Zètema Progetto Cultura. L’ultima serata di "Letterature" si è svolta eccezionalmente al Teatro Argentina, in collaborazione con il Teatro di Roma. Il Festival e il Teatro di Roma hanno reso insieme omaggio a una delle più grandi scrittrici viventi, la canadese Margaret Atwood, per la prima volta in tour in Italia in occasione della pubblicazione, presso il suo editore italiano Ponte alle Grazie, del suo ultimo libro "L’Altro Inizio" (ultimo volume della trilogia dell’AdamoPazzo) e della ripubblicazione del suo capolavoro "L’Assassino Cieco".

Primo tour italiano con i suoi libri ma non nei suoi libri, dal momento che la Atwood - poetessa, narratrice e saggista - che ha vissuto un periodo in Italia, vicino a Tivoli, ambienta il suo secondo romanzo proprio in un paesino immaginario dal nome di Terremoto. Uno scambio tra finzione e realtà, un’allusione metaforica alla quale cede volentieri la scrittrice canadese, intellettuale impegnata che si presenta come una scrittrice fantastica. Le sue pagine appaiono un fantasy ecologista e di taglio sociologico, in parte anche cyber letteratura, una sorta di Benni d’Oltreoceano.

La scrittrice di Toronto, anglofona, ha alle spalle una lunga carriera, legata ad un talento precoce per la scrittura e a una lunga serie di premi conquistati, insieme a 35 paesi dove i suoi libri vengono pubblicati. Tra i temi centrali l’ambiente e la necessità di non farsi imprigionare dalla paura per la natura - è il sentimento di rispetto che deve prevalere piuttosto - ma di affrontare con creatività il futuro, superando la catastrofe che lo stesso uomo ha provocato; l’arte della scrittura, il suo potere; la violenza e perfino la crudeltà; l’amore declinato nelle sue tante forme possibili per le quali la parola inglese love è davvero troppo povera e che spesso si lega alla violenza (ma non sempre tiene a precisare Margaret) e ancora il tema del controllo della sessualità - non tanto della sua repressione - soprattutto sul corpo delle donne.

L'articolo integrale su Saltinaria.it

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