Ilaria Guidantoni Lunedì, 15 Settembre 2014
Trent’anni di storia 1984-2014/2015 proiettati in avanti, come recita il titolo della presentazione della prossima stagione teatrale, Visioni dal futuro. Un lavoro centrato sul testo non solo contemporaneo ma sulla sua attualizzazione. Il Teatro Argot Studio per la presentazione della stagione in modo originale sceglie di non recitare il Bignami degli spettacoli ma di trasferirne lo spirito, le ragioni e le scelte.
In apertura il messaggio del fondatore del teatro, Maurizio Panici che ha ricordato il lungo lavoro per dare il nome allo spazio, Argot Studio, perché un nome è importante e resta appiccicato. L’etimo non solo fa riferimento al linguaggio e a quella lingua popolare di un gruppo chiuso che vuole sfuggire al controllo altrui e proteggersi, legato storicamente al mondo francese di malfattori, contrabbandieri, ribelli e vagabondi; ha anche una radice tedesca che rimanda all’art got, l’arte della luce, legata soprattutto alla costruzione delle cattedrali, quali centralità di riferimento di una società, un inno alla bellezza nel senso più alto del termine.
L’Argot nel tempo è rimasto un percorso di condivisione con gli Argonauti, i viaggiatori della scoperta, e il focus del lavoro resta proprio sul linguaggio e sul testo, più che sulla drammatizzazione dell’azione.
La stagione, che si apre ufficialmente il 23 settembre alle ore 21.00 con il primo spettacolo in cartellone, è all’insegna non tanto di una celebrazione del passato ma del futuro, dell’arte del raccontare storie e della sua diffusione, come nucleo del teatro.
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