martedì 20 maggio 2014

"Young Arabs Revolution", il terremoto arabo secondo Marco Brezza

Questo musicista, eclettico e curioso ha sentito il brivido delle rivolte come una vibrazione musicale. Nasce così un brano musicale, scritto di getto nel 2011 per poi diventare anche un video e un racconto tra immagini, parole e suoni. Ho incontrato Marco alla Rassegna "Primavere Arabe e dintorni" organizzata a Roma presso la Mondadori Piave dal fotografo Alessandro Lisci e alla quale ho partecipato con il mio libro "Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia" (Albeggi Edizioni).

Mi ha raccontato che "Come musicista, ho avuto sempre un grande interesse e passione per le "altre musiche": musica araba, indiana, africana e in generale, per tutte le espressioni musicali autentiche...ciò che in maniera estremamente provvisoria e generalista viene definita, musica etnica. Una caratteristica comune a tutte queste espressioni musicali diversissime e affascinanti è l'uso dell'improvvisazione: la creazione estemporanea di musica in tempo reale, senza l'ausilio di una partitura.
E' ciò che distingue gran parte delle tradizioni musicali orali rispetto a quelle scritte (come accade nella cultura europea).
Il mio modo di "organizzare i suoni" prevede parti scritte e parti improvvisate, con una prevalenza dell'improvvisazione su ciò che è scritto. L'idea che un brano debba essere sempre lo stesso e sempre uguale è infatti una "deformazione" molto occidentale, che si è estesa in senso globale quando si è incominciato a registrare la musica; la registrazione della musica ha trasformato un processo creativo-partecipativo (chi suona e chi ascolta) (la musica è l'unica arte che struttura e modifica la percezione del tempo) in un prodotto, condizionando la percezione e la fruizione della musica, nella gran parte dei fruitori-ascoltatori".

Com'è nato "Young Arabs Revolution"?
"L'ho concepito musicalmente di getto, in una serata del marzo 2011, entusiasmato e meravigliato per quanto stava succedendo nel Medio Oriente...
Una volta registrato il brano, ho incominciato a farlo ascoltare agli "amici romani", provenienti dai Paesi coinvolti in quella che è
stata definita "Primavera Araba"...egiziani, algerini, libanesi, giordani per vedere quale fosse la loro reazione...complessivamente, una reazione di entusiasmo e apprezzamento per quanto avevo fatto.
Ed è proprio partendo da questi "entusiasmi d'ascolto", decisi che andava strutturato un video".

Come?
"Ho chiesto aiuto agli stessi amici che avevano manifestato il loro apprezzamento: tutti avevano amici, parenti, conoscenti che vivevano nelle aree coinvolte..."fatemi mandare materiale fotografico o video che documenti ciò che sta accadendo..." E così con un semplice passaparola fatto a chi conoscevo, sono incominciate ad arrivarmi via email
foto, video e segnalazioni varie che riconducevano a varie agenzie arabe, blog, materiale privato di vario tipo".

Poi si sono unite le immagini con un lavoro di cucitura e rielaborazione.
"La creazione del video è stata ovviamente meno immediata che non la creazione della musica: 6 mesi di lavoro per selezionare una quantità immane di materiale fotografico e video. Non intendendo esprimere nessun giudizio politico o riferito ad un unico Paese, ho usato questi semplici principi orientativi, ovvero evidenziare l'enormità delle masse in mobilitazione; collegare ogni fotogramma ad una realtà geografica diversa; descrivere l'entusiasmo delle popolazioni coinvolte come la repressione in atto; e mettere in luce la presenza delle donne e dei giovani che mi sembrava possente".

https://www.youtube.com/user/mbrezza/videos

http://vimeo.com/36798220

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