Sabato, 03 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni
Dal 2 all'11 maggio. Testo interessante, con grande ritmo che mantiene per tutta la sua durata fino all’epilogo paradossale e aperto. Ironico, graffiante, crudele, racconta una storia di ordinaria follia, oggi di attualità più che mai: un colloquio può diventare spietato, una questione di vita e di morte in tutti i sensi. Pur di ottenere un lavoro cosa si è disposti a fare? Una vera caccia all’uomo nella quale tutti sono prede e cacciatori ad un tempo, certamente e comunque vittime di un gioco assurdo e violento, occasione per disvelare i buchi neri che sono nel fondo dell’umanità. Autore e regista si identificano come la messa in scena dove la regia è tutta nel testo e anche la scenografia è quasi superflua. Un testo che per dare il meglio di sé ha bisogno di grandi interpreti.
L’associazione culturale EXTRAVAGARTE presenta in prima assoluta
LA CACCIA
scritto e diretto da Giancarlo Moretti
con Alberto Caramel, Lucia Ciardo, Rossella Rhao, Domenico Stante
In scena al Teatro dell’Orologio - Sala Gassman, dal 2 all’11 maggio, in prima nazionale assoluta, il nuovo lavoro dell’autore e regista Giancarlo Moretti dal titolo “La Caccia”. Protagonisti: Alberto Caramel, Lucia Ciardo, Rossella Rhao, Domenico Stante.
Unità di azione, luogo e tempo. Sono gli ingredienti base della tragedia greca. Questa è una commedia italiana che della tragedia ha il dolore corale, espiazione di una colpa dei padri - la classe dirigente che ha portato il Paese sull’orlo del fallimento - e l’epilogo senza speranza.
Una stanza, un’anticamera anche metaforica che resta però la stanza della risposta oltre che dell’attesa. Spoglia, discretamente squallida come l’incontro che vi si svolge: siamo ad un colloquio per ottenere un lavoro in azienda. Tre candidati partecipano alla selezione per un lavoro che sembra ben pagato, di responsabilità e prestigio dove la capacità di leadership e anche di interagire con il gruppo in una situazione di stress sembra un parametro essenziale per l’assunzione, al di là delle professionalità e della formazione culturale. Ci vuole carattere per resistere in azienda e il colloquio sembra una simulazione a tutti gli effetti dell’inferno che attende il pretendente ‘fortunato’.
L'articolo integrale su Saltinaria
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