giovedì 15 maggio 2014

Come Erika e Omar… è tutto uno show - Teatro Lo Spazio (Roma)

Mercoledì, 14 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni

Dal 6 maggio all'1 giugno. Una scelta singolare, provocatoria, che arriva addosso e scuote: un musical per raccontare l’orrore, non solo tratto da una storia vera, cronaca dei nostri giorni, ma che la ricalca, come se…ed è ancora peggio perché i nuovi protagonisti, Jessica e Christian, sono tra i tanti possibili imitatori del male che fa più proseliti, si sa, del bene. Potente gioco di luci, in un ambiente singolare, un palcoscenico sdoppiato, una regia strutturata, belle le voci soprattutto dei giovani protagonisti e valida decisamente l’interpretazione. Il musical ha pretese e lo spettacolo convince appieno, nel ritmo incalzante e originale: due tempi, per due storie, non solo il seguito; la cronaca fino al processo e alla condanna, la vita in carcere fino alla libertà e il nuovo incontro tra i protagonisti, ma soprattutto il vissuto mediatico. “E’ tutto uno show” è lo slogan di un programma televisivo che diventa metafora assurda della nostra società che è incollata alla tv e conquistata dal sangue che batte perfino lo sport. Impegnativo, malgrado la forte ironia e la capacità di giocare; non è un amusement, è un testo che fa riflettere e decisamente originale, che dimostra che il musical a volte può essere solo italiano.

COME ERIKA E OMAR...È TUTTO UNO SHOW

il primo "Diversamente musical" italiano 
regia di Enzo Iacchetti

musiche di Francesco Lori

liriche e testi di Tobia Rossi

con Massimiliano Pironti, Gea Andreotti, Paola Lavini, Manuele Colamedici, Gustavo La Volpe, Paola Giacometti, Matilde Facheris, Michele Savoia, Giada Lorusso, Marco Massari, Fabrizio Coniglio, Chiara Anicito
coreografia di Alessandra Costa
Enza Iacchetti è affiancato nella regia tecnica da Alessandro Tresa



“Come Erika e Omar - è tutto uno show” è la storia di un'emulazione della terribile tragedia di Novi Ligure avvenuta nel 2001, un "diversamente musical" che racconta l’Italia degli orrori dei nostri tempi, più comune di quanto si possa pensare. A dispetto di quanto si sente dire sul genere del musical, inglese e americano per antonomasia, questo spettacolo tutto italiano per la storia, il gusto, la lingua, dimostra che esiste un teatro cantato e ballato radicato nella nostra tradizione.

Lo spettacolo comincia in questo teatro defilato, per arrivare al quale si costeggia il mercato rionale di via Sannio e si entra in un piccolo piazzale della vecchia Roma, dove ci sono i panni stesi nella casa di fianco, delle sdraio che ricordano vecchi film del Neorealismo, di fronte al teatro stesso. Ci si chiede se la scena sia già cominciata e all’interno un piccolo spazio incornicia la platea in un palcoscenico che non è frontale ma si divide su due lati costringendo a muovere lo sguardo e imprimendo dinamicità all’azione. Alle spalle il bar con un arredo anni Cinquanta-Sessanta dove tra l’altro ci sono i ‘duri di menta’, caramelle colorate, dolci e durissime delle quali ho un vago ricordo non so se diretto delle estati al mare o più probabilmente dei racconti di mia madre.

L'articolo integrale su Saltinaria.it

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