Domenica, 11 Maggio 2014 Ilaria Guidantoni
Museo dell’Ara Pacis
25 aprile – 7 settembre 2014
La storia narrata è protagonista di questa esposizione insieme al suo contenitore, l’Ara Pacis, splendido perché consente di viverci dentro. L’altare celebrativo espone se stesso e racconta il mito di Roma allusione al potere politico e religioso come categoria universale, e il culto della personalità fino al delirio, da Augusto a Hitler. Un po’ faticosa la lettura, lunga, e il procedere simultaneo dei pannelli secondo la storia degli uomini guida da una parte, le opere dall’altra che non seguono la temporalità, ma la tematica.
L’Ara Pacis fu costruita con un Decreto del Senato del 13 a.C. quando Augusto tornò a Roma dalle campagne di Spagna e di Gallia con successo, sotto il Consolato di Tiberio Nero e Publio Quintilio. In suo onore si stabilì che nell’area di Campo Marzio, una volta l’anno, si rendessero sacrifici e fosse edificato un altare dedicato a Pax, divinità che Augusto declinò in chiave politica. All’ingresso si trova ad accoglierci forse il più importante ritrovamento dell’area durante i lavori di consolidamento del 1859, la Testa ideale di fanciullo che potrebbe raffigurare il Genio romano o anche Ascanio (il figlio di Enea, progenitore della stirpe romana).
La mostra dedicata alla figura di Augusto come categoria simbolica, quello del potere, di natura verticistica, è al piano inferiore ed è quella che Hegel definirebbe una categoria dello spirito, dai Romani, all’Era Cristiana fino alle dittature del XX secolo. Nell’esposizione è ricordata la visita di Hitler a Roma nel 1938 per il quale non a caso, giunto alla Stazione Ostiense, fu organizzato un percorso illuminato lungo le glorie monumentali imperiali.
All’interno delle celebrazioni per il Bimillenario della morte di Augusto, Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali promuove la mostra “L’arte del comando. L’eredità di Augusto”, che approfondisce le principali politiche culturali e di propaganda messe in atto da Augusto nel suo principato e replicate nei secoli per il loro carattere esemplare.
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