Dal 6 dicembre 2015 al 31 gennaio 2016
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia “Il Bardo ad Aquileia”
Quando l’arte diventa una risposta all’accoglienza: la prima tappa del viaggio nell’archeologia ferita del Mediterraneo. Il gemellaggio delle opere del Bardo di Tunisi con il Museo archeologico di Aquileia è un simbolo, all’indomani della tragedia dell’archeologia ferita dal terrorismo, metafora della distruzione della società da una parte, di rinnovata tolleranza e accoglienza dall’altra con l’obiettivo che il Mediterraneo torni ad essere un chiasmo tra popoli e culture. Aquileia, città mediterranea del nord, in una regione di passaggio e di incontro-scontro di profughi, attraverso l’arte intende offrire anche un’iniziativa sostenibile ad un’economia in crisi per un sviluppo che sia nel segno della cultura.

«E’ tempo ormai che la vittima dimenticata di queste tragedie, che è il patrimonio culturale, divenga oggetto di attenzione continua e sistematica.» Dall’appello di Paolo Matthiae «Quando finirà tutto questo male? Haec olim meminisse iuvabit.» Lettera di Giulio Carlo Argan a Pasquale Rotondi che sottrasse al saccheggio nazista opere inestimabili da Roma, Milano e Venezia tra cui “La Tempesta” di Giorgione
Prende il via con opere dal Museo di Tunisi il progetto Archeologia ferita, dal prossimo 6 dicembre, e fino al 31 gennaio 2016, grazie alla Fondazione Aquileia, al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia che ospiterà importanti reperti in arrivo dal Museo Nazionale del Bardo di Tunisi, colpito lo scorso 18 marzo 2015 dall’efferatezza del terrorismo fondamentalista.

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