Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 13 Dicembre 2015
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24 settembre 2014/24 gennaio 2016
L’arte sacra e la sua rivoluzione dalla seconda metà Ottocento alla prima metà del Novecento: il passaggio dal sacro trascendente alla storicizzazione della sacralità con al centro il Cristo come uomo. Un percorso ricco e articolato che disegna la centralità della sacralità come ricerca spirituale più che religiosa nell’artista contemporaneo e la sua contraddittorietà anche nella rappresentazione.
Una mostra solo apparentemente classica che attraversa un secolo rivoluzionario nel rapporto tra l’uomo e il divino: il travaglio interiore che porta gli artisti a cercare la spiritualità prima e anche indipendentemente dalla religiosità si manifesta nel lavoro artistico, cambiando i connotati della rappresentazione sacrale. Una mostra ricca e articolata con un allestimento ben scandito nelle sessioni tematiche che cercano di cogliere i vari aspetti della sacra rappresentazione e finalmente una buona illuminazione delle opere che non è per nulla scontata.
Il percorso inizia con quadri di grandi e grandissime dimensioni quando la pala d’altare è ancora la forma dominante nella rappresentazione sacra e riunisce artisti italiani tra i quali Domenico Morelli con la “caduta di San Paolo”, con la pennellata dinamica di ascendenza impressionista e la luce che diventa protagonista, nel segno del realismo, non teatrale, Gaetano Previati, Felice Casorati, Gino Severini, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova; e internazionali come Vincent Van Gogh che con la sua “pietà” dei Musei Vaticani “firma” la locandina dell’esposizione, Jean-François Millet, Edvard Munch, Pablo Picasso, Max Ernest, Georges Roualt, Henri Matisse ed Elisabeth Chpalin, artista francese di Fontenbleau naturalizzata fiorentina, di grande raffinatezza che nella sua Madonna con bambino imprime ai corpi un movimento rotatorio nell’avvolgenza del velo rosso e risente della lezione dei nabis. Le tematiche spaziano dalla sacra famiglia, all’annunciazione all’iconografia della Madonna riscoperta nella sua centralità nel corso dell’Ottocento dove alla suggestione mistica, si aggiunge il recupero della lezione stilnovistica della donna angelicata e della virtù femminile quale musa dell’arte e del percorso spirituale dell’artista nonché una nuova sensualità anche conturbante come nel caso delle due opere in mostra di Edvard Munch con la cornice attraversata da spermatozoi.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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