lunedì 13 aprile 2015

Le Tate - Teatro Due Roma (Roma)

Ilaria Guidantoni Sabato, 11 Aprile 2015

Dal 9 al 26 aprile. Uno spettacolo la cui cifra caratteristica è l’originalità, per il soggetto, per il coraggio di parlare di un tema inattuale eppure pane quotidiano dei nostri tempi, per il modo nel quale è trattato. A tratti scanzonato, “Le Tate” racconta la commedia della vita con il suo gusto dolce amaro, ritraendo il mondo da punti di vista inconsueti: quello delle donne “al servizio di” che crescono figli non loro; in seconda battuta è una storia raccontata dalla parte delle bambine; in terzo luogo da quella delle nonne. Mancano in effetti le protagoniste, le padrone di casa: assenti. Una metafora sulla capacità di stare ai margini della vita degli altri e sulla grande opportunità di questa condizione. Davvero brave le interpreti, versatili in uno scambio di ruoli che si rincorrono.

Società per Attori presenta
LE TATE
scritto e diretto da Alessandra Panelli
con Barbara Porta, Costanza Castracane, Sofia Diaz
videografia Marco Schiavoni
musiche di Poulenc, Scarlatti e Mozart interpretate dalla pianista Marcelle Meyer

Sul palco del Teatro Due di Roma, approda uno spettacolo che vuol essere in grado di toccare le corde emotive di spettatori di ogni età: "Le Tate". Scritto e diretto da Alessandra Panelli ed interpretato da tre attrici capaci di mettersi totalmente in gioco - Barbara Porta, Costanza Castracane e Sofia Diaz - l’operazione parte dal ritrovamento della Panelli, figlia d’arte e lei stessa autrice, attrice e regista, di un diario della nonna materna, Etre Maria Valori, autrice per diletto e pioniera della condizione della donna all’inizio del secolo scorso. “In questi scritti – racconta la regista - mi addentravo in un mondo lontano, scoprendo nella storia della mia famiglia una controversa tessitura di relazioni umane, acredini, non detti, giudizi taglienti misti a slanci affettivi, passioni inespresse, assenze o invadenti presenze, conflitti generazionali. E più leggevo più mi chiedevo cos’è che mi avesse salvata da tutto questo… La risposta è stata semplice: la costante presenza affettiva di una tata”.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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