Ilaria Guidantoni Giovedì, 02 Aprile 2015
Sabato 28 marzo 2015 alle 17.00
Incontro con il regista e l’attore protagonista
Di Jacques Monitor con Max Thommes, Myriam Mulle e Mja Juric
Lussemburgo 2014
Istitut français centre Saint Louis, Largo Toniolo
Un film che scava ancora nei rapporti familiari complessi, toccando il lato oscuro dell’affettività e della sessualità, come il ricatto dei sentimenti in nome dell’affetto e della dedizione. Un’ambientazione nella noia e nel degrado di una piccola cittadina nordica restituiscono un quadro desolante e allo stesso tempo claustrofobico del dolore subito che diventa castrazione altrui fino alla metafora della liberazione e della rinascita che solo la fuga può garantire. Lavoro complesso e molto ben interpretato da tutti gli attori protagonisti. Duro e senza sconti, senza limature; senza concessioni al sogno e alla dolce. Un film che va digerito e sul quale riflettere.
I francesi sul tema del fils à maman, del cocco di mamma in versione noir – questa la traduzione del titolo – ne avrebbero fatto un film morboso, intrigante, con qualche concessione all’estetismo e perfino ammiccante. Come non immaginare una Isabelle Hupert? Ma qui siamo in Lussemburgo: la scelta è acuta, asciutta e senza ornamento. Non ci sono bellezze conturbanti magari anche se nella miseria. Nulla è lasciato al sogno, perfino le scene di sesso – ché di erotismo non si può parlare – sono scabre, non volgari; anzi perfino allegre. Sono certamente scene d’amore, ma dure.
“Mammejong” è il primo lungo metraggio di Jacques Monitor, uscito nelle sale in Lussemburgo lo scorso gennaio. Con una certa esperienza nel corto metraggio e nelle tematiche drammatiche, il regista si misura con tema arduo. In effetti ci ha raccontato che l’idea nasce da una storia più complessa perché il solo rapporto madre-figlio sembrava un pretesto troppo “piccolo” per far decollare un film: poi è stato fatto un lavoro graduale di riduzione dei personaggi e delle tematiche, così come di concentrazione.
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