Ilaria Guidantoni Domenica, 26 Ottobre 2014
Dal 22 ottobre al 2 novembre. Uno spettacolo che testimonia l’attualità della tragedia greca, il suo prestarsi ad una modernizzazione non rischiando di essere snaturata. Un bel lavoro, quello proposto dal collettivo Mitipretese, che diventa nella versione al femminile un processo a dio, un canto corale nel quale il femminile grida contro la guerra, male assoluto, che si abbatte soprattutto sulle donne e sui bambini.
LE TROIANE. FRAMMENTI DI TRAGEDIA
da Euripide
progetto di Mitipretese
con Gianna Giachetti, Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres
scenografie e direzione tecnica Mauro De Santis
musiche Francesco Santalucia
costumi Cristina Da Rold
produzione Artisti Riuniti
in collaborazione con Mitipretese
La versione di Mitiprese è scarna, asciutta e corale. La tragedia ridotta a quattro personaggi in scena fonde l’elemento del coro con i personaggi protagonisti amplificandone l’enfasi emozionale. Ogni personaggio infatti diventa in tal senso il simbolo di un sentire collettivo. La scena è quasi nuda, eppure riesce a parlare: panche, una sedia, un bacile di acqua, con la doppia simbologia dell’acqua che lava dalla colpa dell’essere vittima - per aver subito violenza - e che purifica, all’acqua di morte che annega, quando le Troiane si rivalgono sull’infame, immergendole la testa fino quasi a farla soffocare.
Tutto è grigio come la veste di Ecuba, la regina destinata a diventare schiava. Sul fondo un bancone, un altare (?) come profanato è riempito di vesti colorate e di stracci come una “Venere di stracci”, che pare una citazione dell’opera di Michelangelo Pistoletto, non solo estetica. E’ infatti Afrodite, dea potentissima, che ha ‘comprato’ il voto di Paride offrendogli il corpo di Elena, contro Athena che gli aveva offerto la Grecia e Era, l’Asia. E’ la lotta del femminile tentatore contro il maschile eroico, ma anche del sacrificale connivente con il carnefice, come del delirio del potere arrogante.
La recensione integrale su Saltinaria.it
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